Analisi Streaming video: il mondo reale

Nella prima parte di questo articolo, siamo rimasti sorpresi nello scoprire quanto una minima perdita di pacchetti dati possa pesantemente influenzare la riproduzione di un filmato in streaming. Armati delle conoscenze apprese, ci siamo attrezzati per scoprire se uno streaming video wireless di successo sia così tanto difficile da ottenere nella realtà

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a cura di Tim Higgins

Introduzione

Nella prima parte di questo articolo siamo rimasti davvero sorpresi nello scoprire quanto una minima perdita di pacchetti dati possa pesantemente influenzare la riproduzione di un filmato in streaming e, contemporaneamente, quanto fosse difficile introdurre disturbi nei file trasmessi su protocolli basati su TCP/IP. Armati di queste conoscenze, ci siamo attrezzati per scoprire se uno streaming video wireless di successo sia così tanto difficile da ottenere nella realtà.

Abbiamo anche capito quanto largamente possano variare le richieste di banda necessaria alla trasmissione di un film e che esistono due modi per vedere un filmato attraverso la rete. Dato che il nostro obiettivo principale era l'esplorazione dei più grossi, incontrollabili fattori che influenzano lo streaming video, le WLAN limitrofe, abbiamo deciso di utilizzare un file di test e un singolo metodo di riproduzione; la scelta è caduta su un file VOB (MPEG2) non compresso con un profilo di banda mostrato nella Figura 1. L'ampiezza della banda richiesta è stata misurata utilizzando Net Meter di Hoo Technologies.

Figura 1: Profilo della banda occupata dal file di prova

Il file di prova dura quattro minuti e contiene un sacco di azione, il ché spiega una banda media così alta. Queste immagini sono sopra quei 5 Mbps così spesso tirati in ballo nelle discussioni dei venditori di dispositivi IPTV. Come paragone, la Figura 2 mostra l'ampiezza della banda richiesta da un breve trailer per un film HD.

Figura 2: Profilo della banda occupata da un file Quicktime HD 720p

Notate che si tratta di un file 720p in formato Quicktime HD, che quindi usa il codec H.264 ottimizzato al massimo per la gestione della banda. Mentre i valori medi (usati come riferimento dalla maggior parte dei veditori) del file HD sono inferiori rispetto quelli del file di test, i picchi sono 3 volte più alti.

La scelta della metodologia di trasmissione è caduta sullo streaming UDP poiché è quello più ampiamente utilizzato dai fornitori di contenuti via rete, e per la riproduzione, su reti casalinghe, di contenuti scaricati tramite dispositivi basati sui protocolli UPnP AV e DLNA.