Test - risoluzione

Recensione - Test della EOS-M, mirrorless di debutto per Canon. La sigla EOS sottolinea la stretta parentela con le reflex, di cui ripropone le prestazioni in un corpo più compatto e dall'approccio semplificato.

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a cura di Tom's Hardware

Test - risoluzione

La EOS-M utilizza un sensore molto simile a quello della EOS 650D, ed esibisce per questo motivo risultati del tutto analoghi.

Osserviamo la stessa tendenza alla sovra elaborazione dei file JPEG con impostazioni standard, che porta ad avere immagini finali molto nitide e di forte impatto, anche a costo di generare qualche alone nelle zone a più alto contrasto, e un dato di risoluzione molto elevato in assoluto. Nel caso della EOS 650D con 18-135mm STM avevamo misurato circa 2800 LW/PH per il dato non compensato, mentre qui siamo intorno a 2650 LW/PH con l'ottica in kit e 2850 LW/PH con il 24-70mm f/2.8 L. In tutti i casi, il dato compensato è circa 2000-2100 LW/PH, come confermato anche dall'analisi visiva dei target, ed è questa la risoluzione che si può realmente ricavare dalla EOS-M senza generare artefatti. Niente male davvero.

Elaborando i file RAW con nitidezza opportuna (consigliamo una soglia pari a 4), si può come sempre ottenere un'immagine più pulita, ma senza sostanziali benefici in termini di potere risolutivo.  

18-55mm - 100 ISO - JPEG standard

18-55mm - 100 ISO - RAW > JPEG nitidezza 4

24-70mm L - 100 ISO - JPEG standard

Analogo alla 650D e quindi molto buono anche il comportamento ad alti ISO. Fino a 800 ISO compresi non si nota alcuna perdita, seppur minima. A 1600 ISO solo un occhio veramente allenato può cogliere i primi segni di degrado, ma a 3200 ISO la maggior parte degli osservatori inizierà a notare la prima perdita di dettaglio accompagnata dalla comparsa di rumore.

Contenute le aberrazioni cromatiche del 18-55mm STM, che si è dimostrato complessivamente una buona ottica (0.12 pixel massimi ali bordi).