Sul campo

Recensione - Test della EOS-M, mirrorless di debutto per Canon. La sigla EOS sottolinea la stretta parentela con le reflex, di cui ripropone le prestazioni in un corpo più compatto e dall'approccio semplificato.

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a cura di Tom's Hardware

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In termini di funzioni e programmi di scatto, la EOS-M offre tutto ciò che offrono le più recenti reflex EOS: dai programmi PASM alla modalità Creative Auto (effetti creativi semplificati a beneficio di chi non sa nulla di tempi e diaframmi), dai "Picture Style" - ora anche automatici - ai filtri creativi, passando per modalità di scatto HDR come l'utile riduzione del rumore multi-scatto. Insomma c'è tutto, ma organizzato in modo diverso.

Il menu touch screen è efficace e molto funzionale, utilizzabile a vari livelli e in varie modalità. Richiamando la schermata riepilogativa si possono visualizzare e impostare tutti i parametri di scatto, utilizzando una combinazione di tocchi e uso della ghiera che risulta decisamene più rapida dell'analoga modalità disponibile sulle reflex classiche.

Già dalla modalità LiveView, comunque, è possibile selezionare velocemente il programma di scatto e un certo numero di altri parametri di utilizzo comune, che vengono visualizzati in sovrimpressione al tocco dell'apposita icona o alla pressione del pulsante centrale del pad. I parametri sono disposti su una doppia colonna, con le impostazioni di ciascun parametro disposte invece su una riga orizzontale inferiore - spostandosi verticalmente con il pad si seleziona il parametro, spostandosi orizzontalmente si effettua l'impostazione.

Avevamo già apprezzato questo menu sulla EOS 650D. In quel caso, avendo i comandi di una reflex EOS a portata di mano, alcune funzioni touch tendevano a passare in secondo piano, mentre qui l'interfaccia touch è tutto ciò che si ha, e il suo buon funzionamento risulta quindi critico per l'ergonomia complessiva della macchina. Anche osservato sotto questa più stringente prospettiva, però, il menu studiato da Canon è da promuovere a pieni voti.

Le prestazioni sono in generale piuttosto buone - la cadenza di scatto non è elevatissima, è vero, ma per una mirrorless votata soprattutto alla street photography non è un grosso problema. C'è un'unica, ma importante, eccezione: la messa a fuoco. Le valutazioni, in proposito, sono le stesse già fatte per la EOS 650D: l'autofocus ibrido rappresenta un passo avanti rispetto alle reflex classiche utilizzate in modalità LiveView, ma non colma il divario con le migliori mirrorless attualmente sul mercato, che pur utilizzando in molti casi un sistema AF a rilevazione di contrasto risultano più reattive.  Nel caso della EOS-M, evidentemente, questo handicap risulta più rilevante.