Corpo macchina ed ergonomia

Abbiamo messo a confronto la migliore compatta oggi disponibile sul mercato con la migliore bridge. Due mondi diversi con un unico fine: quello di offrire una valida alternativa alle reflex o alle mirrorless APS-C quando la portabilità e la praticità d'uso sono prioritarie rispetto alla possibilità di cambiare obiettivo.

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina ed ergonomia

Le due macchine oggetto della prova sono piuttosto diverse per aspetto, dimensioni e peso e non potrebbe essere altrimenti.

La G1 X Mark II è leggermente più compatta rispetto alla G1 X prima serie, più alta per la presenza del mirino ottico, qui assente e sostituito da uno elettronico disponibile però come accessorio. La qualità costruttiva è notevole, come da tradizione PowerShot Serie G, con molte parti realizzate in metallo, come le due belle ghiere godronate alla base dello zoom collassabile. Appena impugnata, ci si rende conto della sostanza del prodotto anche dal peso, insolitamente elevato per una compatta e pari a 516 grammi senza batteria e scheda di memoria.

L'impugnatura GR-DC1A per migliorare il grip è fornita di serie per il mercato italiano.

I comandi sono disposti sia sul retro che sulla parte superiore.

Il monitor LCD touch da 3" a tecnologia capacitiva, inclinabile, occupa gran parte del lato posteriore della macchina. Grazie ad un sistema di cerniere, può essere ribaltato di 180° in alto per gli autoscatti.

La DSC-RX10 non nasconde il suo aspetto prosumer, ricorda nelle forme e nelle dimensioni una reflex, così come le bridge di fascia alta quali la Fujifilm X-S1. Si può dire che sia una fotocamera costruita attorno all'obiettivo, che a causa della struttura ottica estremamente complessa (14 elementi in 11 gruppi) e all'elevata luminosità, contribuisce non poco al peso complessivo. Alcune parti del corpo macchina sono realizzate in lega di magnesio, come ad esempio il barilotto dell'obiettivo e una serie di guarnizioni rendono lo stesso immune a polvere ed umidità, per un uso anche in condizioni avverse o in ambienti non propriamente "asettici". L'utilizzo di materiali pregiati - anche il tappo copri-obiettivo è realizzato in metallo! - e la cura nelle finiture conferiscono prestigio al prodotto e ne fanno salire il costo.

Anche in questo caso il display è inclinabile, ma non touch. Le sue dimensioni sono identiche a quelle della G1 X Mark II, la risoluzione superiore: 1.229 kpixel.

La differenza, a livello dimensionale, fra le due macchine è dovuta innanzitutto alla presenza dello zoom Carl Zeiss nella Sony che a causa della sua luminosità ed escursione focale comporta una maggior profondità (quasi 40 mm) rispetto alla Canon quando in posizione di riposo, a macchina spenta. Ovviamente, alla massima lunghezza focale le dimensioni aumentano ulteriormente, ancora di più se si monta il paraluce (di serie sulla RX10, optional a 41 Euro sulla G1 X Mk II).

Canon ha deciso di lasciare al cliente la decisione se montare o meno il mirino elettronico per compattare al massimo le dimensioni. L'aggiunta di quest'ultimo, che misura 3,3 x 4,1 x 5,6 cm, comporta un aumento non trascurabile dell'altezza, mentre il peso cresce di soli 42,5 gr. Inoltre, si tratta di un accessorio piuttosto costoso, che richiede un esborso di 316 Euro (di listino).

Dal punto di vista ergonomico, la G1 X Mark II offre una disposizione dei comandi corretta, con l'indice della mano destra che cade naturalmente sul pulsante di scatto e la mano sinistra che sostiene la fotocamera da sotto, con le dita che si trovano a comandare abbastanza agevolmente le due ghiere poste alla base dell'obiettivo. I tasti sono piuttosto piccoli, ma si azionano facilmente; certo, il multi-controller posteriore più ampio non avrebbe guastato. Canon ha fatto un ottimo lavoro nel rendere subito disponibili al fotografo le funzioni di cui ha maggiormente bisogno grazie anche alle due ghiere personalizzabili.

La Sony è impostata, come già detto, secondo la logica delle reflex di fascia medio-alta e grazie alla maggior superficie disponibile vi è più spazio per i comandi, alcuni dei quali sono pensati per poter essere azionati agevolmente anche da chi non ha le manine di un bambino. Sono presenti ben cinque tasti personalizzabili (di cui quattro integrati nel multi-controller), la compensazione dell'esposizione è affidata ad una ghiera dedicata, così come le modalità dell'autofocus, azionate da un piccolo selettore sul lato frontale; ne trae beneficio la rapidità d'azione. Inoltre, la DSC-RX10 vanta pure un display LCD in posizione superiore, illuminabile a richiesta, che riporta tutte le informazioni principali: