Gli Iron Maiden suonano per i pirati? Forse no, ma forse sì

Gli analisti degli Iron Maiden smentiscono che i loro dati sulla pirateria siano stati usati per stabilire dove andare in tour.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Forse era troppo bello per essere vero, ma se non altro era verosimile. I rappresentanti di MusicMetric hanno spiegato a Gregory Ferenstein di TechCrunch che "non abbiamo mai affermato o lasciato intendere che gli Iron Maiden abbiano usato i nostri dati analitici per pianificare le loro tournée".

Qualcuno però ha scritto che era così, e come spesso accade la notizia si è diffusa senza ulteriori controlli. L'articolo originale è stato poi cambiato, ma la frittata era fatta: questa volta ci siamo cascati anche noi di Tom's Hardware, e venerdì abbiamo pubblicato un articolo intitolato la pirateria paga milioni di dollari agli Iron Maiden.

Peccato. In molti avremmo voluto crederci, e dopotutto era una storia plausibile. E a ben guardare lo è ancora: MusicMetric si è dissociata, ma solo lo staff degli Iron Maiden può smentire o confermare una volta per tutte che i dati non siano stati effettivamente usati per decidere dove tenere i concerti.

Senz'altro è almeno curioso il fatto che il tour abbia toccato proprio quei paesi dove c'è più pirateria. Sarebbe stata un'ulteriore indicazione del fatto che la condivisione online non danneggia il mercato della musica, né altri tipi di arte e intrattenimento, ma bisognerà rinunciarci.

L'inseguimento d'informazioni contrastanti in ogni caso non si fermerà qui: ancora per molto tempo dovremo sentire da una parte i produttori che si lamentano per il denaro perduto, e dall'altra chi invece afferma il contrario. È una lotta che si protrae da anni senza soluzione di continuità, e che ben si presta a un bel sottofondo metal come quello che gli Iron Maiden sanno fare.