Cos'è FELDs

Il progetto FELDs degli studenti dell'Università di Padova è stato promosso dall'ESA e passerà alla prima fase di sperimentazione. Servirà per semplificare l'aggancio di veicoli nello Spazio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Cos'è FELDs

FELDs è l'acronimo di Flexible Electromagnetic Leash Docking system (sistema flessibile elettromagnetico per aggancio ed attracco) e consiste in un sistema di aggancio elettromagnetico tra veicoli spaziali che garantisce un controllo meccanico attraverso l'uso di un filo flessibile. Cavinato ci spiega che i sistemi di docking sono agganci fra veicoli spaziali. "Al momento vengono tipicamente effettuati con l'impiego di bracci robotici o comunque componenti meccanici rigidi" ci spiega Marco Buonomo.

L'aggancio alla ISS con il braccio meccanico

Per far capire meglio di cosa parliamo, basta citare l'attracco alla Stazione Spaziale Internazionale delle navicelle cargo Cygnus e Dragon e della Soyuz. Ricordiamo che con la navicella Dragon V2 non servirà più il braccio meccanico, ma come sottolinea Marco Gaiano, "a prescindere che il docking sia automatico o sfrutti componenti meccanici, sono necessari una precisione di posizionamento relativo estremamente elevato, un controllo di assetto molto accurato e manovre molto precise per l'allineamento dei componenti che devono venire in contatto".

"In particolare la prima fase si chiama in gergo 'soft docking' e consiste nell'avvicinamento fra i due componenti che si dovranno agganciare. La seconda parte, definita "hark docking" è quella in cui le due parti si legano fisicamente fra di loro".

Aggancio fra due componenti in volo

In qualsiasi condizione far "toccare" due velivoli in volo è un'operazione complessa e rischiosa. Nello Spazio la difficoltà è ancora maggiore e la parte di soft docking è quella più critica. Se non ci credete pensate a quanto accaduto a fine marzo 2014 alla navicella spaziale Soyuz, che è attraccata alla ISS con due giorni di ritardo per un problema nella manovra di avvicinamento alla Stazione.

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I ragazzi dell'Università di Padova propongono una soluzione alternativa molto interessante: svolgere il soft docking "mediante un sistema flessibile, ossia un filo con una sonda autocentrante sul terminale, che viene eiettata verso il veicolo da agganciare e vi si attacca mediante connessione magnetica. Così facendo si riducono al minimo tutte le operazioni relative al controllo d'assetto, si richiede meno propellente per le manovre di posizionamento e si ovvia a tutti i problemi relativi alla complessità della fase di soft docking" spiega Federico Chiariotti.

Il primo collegamento fra due veicoli avverrà tramite un sistema flessibile (il filo), poi riavvolgendo il filo il veicolo verrà avvicinato all'altro in un traiettoria guidata.