Come funzionano le cerniere?

Oggi entrerà in funzione per la prima volta il MOSE, il sistema di dighe mobili progettato per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte. Ecco quali tecnologie sono state messe in campo, come sarà il progetto definitivo e quali sono le incognite.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Come funzionano le cerniere?

Come detto la tecnologia del sistema risiede nelle cerniere. Oltre a tenere agganciate le paratoie ai cassoni di alloggiamento, ne consentono il movimento (sollevamento e abbassamento) e premettono la connessione con gli impianti per il funzionamento del sistema.

Sono costituite da due parti, entrambe fabbricate in acciaio. Un elemento, alto tre metri e dal peso di 10 tonnellate, è connesso alla paratoia, l'altro, alto 1,5 metri e dal peso di 25 tonnellate, è collegato al cassone di alloggiamento. Le cerniere per le 78 paratoie saranno in tutto 156 (due ciascuna).

L'area interessata

MOSE garantirà protezione delle maree a lungo termine?

Trincardi ci ha spiegato che lo scenario di cambiamento globale di livello del mare crea delle incognite. "Il livello del mare come noto non è stabile, in condizioni di riscaldamento globale i ghiacciai si sciolgono quindi lo scenario è di innalzamento. Di quanto si innalzi e in quanto tempo non è chiaro, gli scienziati non concordano. Le stime IPCC stimano tra 18 e 59 cm l’innalzamento che sarà raggiunto nel 2100 rispetto ad oggi. Queste stime, però, considerano solo la componente “sterica” (l’aumento di volume delle acque oceaniche indotto dall’aumento della loro temperatura) ma non la componente aggiuntiva legata allo scioglimento, difficile da valutare, delle calotte di ghiaccio come quelle in Antartide Occidentale e Groenlandia".

Se alla fine del secolo il livello del mare si sarà innalzato di qualche decina di centimetri l'investimento del MOSE si rivelerà efficace. Se al contrario ci dovesse essere un innalzamento troppo alto, questo porterebbe al paradosso che la struttura dovrebbe rimanere sempre chiusa troppo a lungo. Il MOSE infatti è progettato per entrare in funzione quando l'acqua arriva 110 centimetri. Se si somma una costante che alla fine del secolo potrebbe essere di 40 centimetri (secondo la maggior parte delle stime) anche con quello che oggi è un livello del mare a 70 centimetri - scenario oggi frequente - bisognerà chiudere il MOSE.

Se le chiusure sono troppo frequenti ci sono due ordini di problemi. Uno di tipo economico, relativo al flusso di entrata e uscita delle navi in laguna, l'altro di tipo ambientale. Venezia infatti è priva di fognature e tutta la pulizia delle acque della laguna è legata alle correnti di marea. Se la chiusura di MOSE divenisse troppo frequente ci sarebbero due ordini di problemi. Uno di tipo economico, relativo al flusso di entrata e uscita delle navi in laguna, per risolvere il quale è stata costruita una conca di navigazione alla bocca di Malamocco, l'altro di tipo ambientale. Sulla laguna di Venezia gravita infatti un bacino scolante di circa 2000 km2 e la qualità delle acque è legata, oltre ai sistemi di depurazione esistenti, allo scambio con Il mare dovuto alle correnti di marea. Lo scambio laguna-mare determina anche la salinità della laguna, Il bilancio sedimentario e molti dei fattori di controllo dell'ecosistema lagunare. Sarà quindi importante seguire l'evoluzione della laguna a MOSE funzionante, in modo da ottimizzare le strategie di gestione; per questo la comunità scientifica è attrezzata e pronta a contribuire".

Precisiamo per dovere di cronaca che anche con tutte le paratoie di MOSE alzate resterebbe aperto un varco per la navigazione, ma si tratta di un passaggio molto stretto che non consentirebbe certo di tenere i ritmi odierni di traffico. Sarebbe in sostanza come fare un'autostrada a una sola corsia.