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a cura di Tom's Hardware

Giunti alla fine di tutti i test, non ci resta che passare alle impressioni d'uso, magari per certi aspetti soggettive, ma comunque basate su una grande esperienza nell'aver testato anche i modelli top delle rispettive case.

Partiamo allora dalla semplicità d'utilizzo. È quasi scontato che mirrorless di questo tipo debbano essere, innanzitutto, facili ed immediate da usare anche per chi le maneggia per la prima volta e magari ha scattato sinora solo col cellulare. Grazie al modo full auto di cui tutte ovviamente dispongono, non è difficile iniziare a scattare e ad ottenere sin da subito dei buoni risultati, a parte la composizione dell'immagine, per la quale non c'è macchina che tenga. L'auto-riconoscimento della scena, l'impostazione dei parametri totalmente automatica, con quelli di default adatti alla maggior parte delle situazioni di ripresa, facilita enormemente il compito al principiante, che non sbaglierà perché ha impostato inavvertitamente un tempo di scatto o un punto di messa a fuoco errato. Poi si ha la possibilità di scegliere le scene e gli effetti speciali per affrontare situazioni di scatto ancora più specifiche e per poter conferire un tocco creativo alle proprie immagini.

Quando si desidera però avere il controllo totale sui parametri della fotocamera, entra in gioco la logica con cui il costruttore ha implementato le varie funzioni: la semplicità di accesso ai vari menu, l'intuitività dei comandi, l'efficacia dei modi guida. Da questo punto di vista la EOS M100 è la macchina che ci ha convinto di più.

Il display innanzitutto è un full touch, il che significa che ci si può muovere al tocco di un dito anche fra i menu, e non solo per la scelta del punto di messa a fuoco, per scattare o per ingrandire o rimpicciolire le immagini durante la revisione delle stesse. Inoltre, è estremamente veloce nell'impostazione dei vari parametri, il che la rende immediata e pronta all'uso. Poco sopra ho scritto "forse" perché anche la Sony non è molto diversa da questo punto di vista, mentre la Fujifilm segue un po' la logica dei modelli superiori per cui, ad esempio, a conferma delle funzioni impostate il relativo parametro lampeggia (il che ha un suo perché...) ma nell'uso molto rapido fa perdere qualche secondo prezioso. Idem la cancellazione delle immagini e l'attivazione di qualche processo di elaborazione, che implica una certa latenza assente sulla concorrente giapponese. Del resto, bisogna anche pensare che la X-A5 vanta un numero di funzioni maggiore rispetto alla Sony e alla Canon (la meno versatile delle tre mirrorless) e quindi anche le voci dei menu hanno più sotto-menu e a volte sono più difficili da comprendere.

Un altro aspetto che si nota sin da subito è che nella Sony a5100 manca la ghiera dei modi, ma il costruttore ha studiato una logica di funzionamento così efficace che basta premere il tasto al centro del multi-controller posteriore per accedere alla stessa (vedi video nel capitolo "Menu e funzioni").

Come sui modelli di fascia più alta, le tre mirrorless utilizzano un apposito tasto per visualizzare "a colpo d'occhio" il riassunto di tutte le principali impostazioni (il cosiddetto tasto Q, che sta per Quick View), ecco le rispettive schermate:

comparativa mirrorless entry level 078

Canon sinistra, Fujifilm centro, Sony destra

Appena si inizia a scattare, si sente indubbiamente la mancanza del mirino elettronico. Ci si deve affidare quindi ai display posteriori.

comparativa mirrorless entry level 079

Canon adotta un'unità da 3" e 1.040.000 pixel di risoluzione, full touch, totalmente inclinabile di 180° per i selfie. Presenta un'ottima visibilità e colori molto vivi.

L'LCD TFT adottato da Fujifilm è un 3" inclinabile anche verso il basso (l'unico dei tre), formato 3:2, circa 1.040.000 pixel di risoluzione. È anch'esso ben visibile, ma un po' meno brillante di quello impiegato sulla M100.

Infine, il display adottato dalla Sony è l'unico di tipo 16:9. Ha una diagonale di 3" con una risoluzione di 921.600 pixel, angolo orientabile di 180° e modalità "tempo soleggiato" per migliorare la visibilità sotto il sole.

Quando le condizioni d'illuminazione si fanno critiche, si può ricorrere al flash interno di pop up se la distanza fra il soggetto da riprendere e la camera è abbastanza limitata. Le foto seguenti sono state scattate con le macchine in modalità full auto e col soggetto a distanza di circa 2 m:

comparativa mirrorless entry level 080

Nelle fotografie con il flash, la Fujifilm è quella che presenta una resa più calda e naturale ma tende a bruciare le alte luci; Canon e Sony sono caratterizzate da un'illuminazione più fredda ma comunque gradevole

Non resta che affrontare l'argomento più importante, quello legato alla qualità delle immagini e dei video: in tal caso gioca molto la qualità dell'obiettivo, oltre a quella del sensore. Per questa ragione abbiamo confrontato i risultati ottenuti con le ottiche fornite in kit.

Una prima osservazione riguarda il fatto che, come spesso accade, gli obiettivi forniti in kit soffrono di qualche problema di decentramento ottico, il che significa che fatto salvo la parte centrale del fotogramma, la porzione di sinistra risulta meno nitida di quella destra o viceversa. Abbiamo riscontrato questa anomalia sia nell'esemplare Canon che Fujinon, mentre il Sony era correttamente centrato. Se vi accorgete di questa problematica subito dopo l'acquisto, vi consiglio di tentare di farvi sostituire integralmente la fotocamera e relativo obiettivo dal vostro negoziante, ammesso che sia disposto ad accettare il reso per sostituzione.

Detto questo, il sensore APS-C da 24 Mpixel consente in tutti i casi di ottenere un'elevata risoluzione che permette crop anche piuttosto spinti senza vistose perdite di qualità. Per questa ragione, non avvertiamo differenze sostanziali nella resa del dettaglio se non per il differente lavoro svolto dal processore delle immagini, che nel caso di Canon sembra evidenziare maggiormente i particolari più minuti e i contorni. Alla distanza focale di 25 mm, al centro, Fujifilm sembra perdere qualcosa, che poi recupera abbondantemente a 45 mm. Discorso diverso ai bordi dell'immagine, dove a tutte le lunghezze focali il Fujinon fa meglio dei concorrenti, con il Canon svantaggiato anche dal già citato decentramento. L'immagine prodotta dalla a5100 appare quella più contrastata e dai colori più saturi. Per il resto, potete vedere di volta in volta i commenti relativi ad ogni test nelle rispettive sezioni.

La X-A5 merita di essere citata per il suo straordinario comportamento agli alti ISO, che non delude le aspettative dei clienti Fujifilm abituati alla bontà delle mirrorless del marchio giapponese sotto questo importante punto di vista.

L'ultima nata di casa Fujifilm della Serie A è anche l'unica macchina delle tre ad offrire la possibilità di registrare video in 4K. A proposito di video, tutte e tre le macchine offrono ottimi risultati, che onestamente non ci aspettavamo da modelli entry level.

Il sistema Dual Pixel CMOS AF di Canon è affidabile, fluido e progressivo. Il girato è privo di artefatti digitali.

Il risultato offerto da Fujifilm si traduce in un video più contrastato, ma con qualche artefatto digitale e soprattutto un autofocus meno affidabile, dove ci si imbatte nella possibilità di perdere il tracking del soggetto (vedi esempi nella sezione video). Inoltre, durante la zoomata si avverte il rumore del motorino dello zoom.

Il video prodotto da Sony sembra un po' meno definito e contrastato di quello prodotto dalle due concorrenti, ovviamente a parità di scena ripresa e nelle medesime condizioni di illuminazione, ma il funzionamento dell'AF è affidabile.

Infine, il sistema di stabilizzazione delle immagini di tipo ottico integrato negli obiettivi ci è sembrato in tutti i casi efficace.