Indagini Hi-Tech: GPS, superleggeri e droni

Abbiamo chiacchierato con Luciano Ponzi e scoperto quanto la tecnologia pesi nell'investigazione privata.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

"Un'altra cosa che ha cambiato la nostra attività è il controllo satellitare", continua Ponzi, "il dispositivo da attaccare sotto l'auto. A ogni indagine, se possibile, lo installiamo e lo usiamo perché rende il pedinamento molto più semplice".

Il dispositivo, la cui batteria dura da uno a due mesi, si aggancia ad almeno tre satelliti e si localizza tramite una scheda GSM. Sostanzialmente manda degli SMS (ogni 10-20 secondi) con la propria posizione, che poi è elaborata da un software dedicato. "Usiamo un tablet che può identificare l'obiettivo facilmente sullo schermo da 10 pollici. Ci sono anche altri sistemi".Ecco, in questo caso siamo proprio di fronte alla stessa cosa che abbiamo visto decine di volte al cinema e in TV: si attacca il "baracchino" sotto all'auto e si può seguirne la posizione su una mappa, con un tablet o un PC.

All'occorenza serve anche un drone

Questo dispositivo non rende solo più facile seguire un sospetto, ma ha anche un effetto benefico sui costi. Se vent'anni fa servivano sei squadre per un pedinamento, infatti, oggi bastano una o due persone. "La crescita tecnologica ci aiutato tanto che abbiamo potuto tenere le tariffe degli anni '90", perché si riducono i costi.

Il GPS comunque non è certo l'unico strumento a disposizione di Luciano Ponzi e dei suoi uomini, e nemmeno il più avanzato. "Oggi usiamo talvolta l'elicottero, e stiamo partendo con i droni. Un nostro tecnico ne sta collaudando uno, che dovrebbe essere pronto a breve con le telecamere che ci servono".

Non si parla ovviamente dei semplici droni che ognuno di noi può comprare per qualche centinaio di euro, ma di sofisticati dispositivi che costano tra i trenta e i quarantamila euro. "Volano anche a qualche miglio di altezza", spiega Ponzi, e possono comunque generare immagini utili nell'indagine. Si usano ad esempio per il controllo della raccolta illegale di materiali, come per esempio quelli che si trovano presso i fiumi, e in generale nell'ambito ecologico o per seguire l'indagato in zone impervie.

"Una volta fatto l'investimento sul drone è come con le attrezzature per le bonifiche telefoniche per le aziende. Possono costare molte migliaia di euro (oscor), ma anche un drone da trenta o quarantamila euro si ammortizza abbastanza facilmente senza alzare le tariffe".