Ergonomia e impressioni d'uso

Recensione - Test della Nikon D600, la prima reflex Nikon di categoria mainstream ad adottare un sensore full-frame.

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia e impressioni d'uso

Impugnando la D600 si ha subito l'impressione di avere tra le mani un corpo di alto livello. Sarà forse per la qualità dei materiali, per il bilanciamento, o per la quantità di pulsanti e controlli - ampia, ma non eccessiva - che, seguendo un'ormai collaudata filosofia Nikon, si ha tutto sempre a portata di mano senza necessità di entrare nel menu di impostazione.

Il menu di impostazione è molto simile a quello della D800 e offre una quantità di opzioni e di personalizzazioni tali da consentire al fotografo di "cucirsi addosso" la fotocamera. Una delle novità recentemente introdotte che abbiamo più apprezzato è ad esempio la migliorata funzione Auto-ISO. Come di consueto via menu è possibile impostare il valore massimo, mentre tramite pulsante dedicato "ISO" e ghiera posteriore si imposta la sensibilità minima, che in condizioni di buona luce coincide con la sensibilità di lavoro.

È possibile imporre un tempo di scatto di sicurezza, e questa scelta può anche essere affidata alla fotocamera, che lo selezionerà in base alla focale dell'obiettivo installato (richiede ottiche con CPU); da un opportuno sottomenù è comunque possibile indirizzare questa scelta automatica verso tempi più lenti o più veloci, secondo preferenze. Ad esempio, se con un 50mm il tempo di sicurezza standard sarebbe 1/60-1/80 sec, è possibile alzare un po' l'asticella e fare in modo che questo tempo diventi 1/100 sec, o anche meno.    

Questa lunga descrizione serve a trasmettere due concetti fondamentali. Il primo, già accennato, è il livello di dettaglio con cui è possibile impostare il corpo macchina, e questo esempio crediamo renda bene l'idea. Il secondo è l'efficacia con cui, fatte le prime impostazioni, la D600 consenta al fotografo di concentrarsi sull'immagine e non sulle impostazioni di menu. Per questo, abbiamo amato le ore di scatto con la D600. Che dire poi del mirino... alla prima inquadratura, si ha la confortante sensazione di aver fatto la scelta giusta nel passare a una full-frame.

Veniamo ora al sistema AF, che presenta luci (molte) ma anche qualche ombra. Vale la pena iniziare dicendo che si tratta, in assoluto, di un grande sistema autofocus. La selezione automatica funziona egregiamente e la presenza di 9 punti a croce dentro una griglia in ogni caso molto fitta garantisce l'acquisizione sicura di soggetti anche difficili, senza necessità di selezionare il punto centrale e ricomporre. Il vantaggio sulla concorrente EOS 6D qui è evidente.

La copertura dei punti AF della D600 in funzione dell'apertura. I punti evidenziati in rosso sono quelli "a croce".

L'area coperta dai punti AF è però piuttosto ridotta se paragonata a quella della D800, e sostanzialmente equivalente a quella della 6D, il che non è il massimo nell'ambito della fotografia d'azione; rispetto alla concorrente Canon, qui siamo di fronte a un pareggio a reti inviolate. Altro piccolo neo del sistema AF è poi la minore sensibilità in condizioni di basse luci. Non che la D600 si comporti male, beninteso, ma la D800 si comporta leggermente meglio, e in questo frangente la EOS 6D è superiore.

Tirando le somme, e con particolare riferimento alla EOS 6D, possiamo dire che il sistema AF della D600 è in assoluto molto valido e a nostro avviso complessivamente preferibile a quello della concorrente Canon, ma tra le due non c'è quella netta differenza che si sarebbe potuta desumere dalle specifiche