Corpo macchina

Recensione - Test della Pentax K-5 II, seconda versione che ha cancellando il più grave difetto della capostipite: l'autofocus lento rispetto alla concorrenza. E per chi adora il dettaglio, c'è anche una versione senza filtro low-pass.

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina

Abbiamo già detto che la K-5 II è tropicalizzata. Ma non abbiamo ancora detto che è anche robusta, grazie a uno chassis in acciaio e a una carrozzeria in lega di magnesio. Le dimensioni compatte, inoltre, aiutano a dare un senso di solidità del tutto.

Esteticamente, il corpo è pressoché identico a quello della vecchia K-5: l'unica differenza, a parte il logo, è il display posteriore da 3 pollici, la cui cornice nera sparisce sotto il bordo del corpo macchina. Il display è visibilmente più luminoso di quello della K-5, e meno riflettente in piena luce. Rispetto ad altre macchine la K-5 II potrebbe apparire spoglia; eppure, sul corpo sono disseminati ben 25 controlli, molti dei quali multifunzionali. L'aspetto semplice, insomma, è merito dei progettisti che hanno saputo dissimulare la complessità dell'apparecchio.

La macchina ha un'impugnatura comoda e ben sagomata, adatta a mani medie e medio piccole, mentre chi ha mani grandi forse si troverà un po' stretto. Il materiale antiscivolo e la sagomatura permettono una presa sicura anche con una sola mano.

Proprio in basso sull'impugnatura trova posto uno dei due sensori del telecomando a infrarossi, mentre più in alto troviamo la ghiera anteriore, e appena dietro il pulsante di scatto, circondato dalla ghiera di accensione, che aziona anche il controllo ottico della profondità di campo.

In alto fra impugnatura e baionetta dell'obiettivo trova posto la luce di assistenza per l'autofocus, mentre in basso troviamo il pulsante di sgancio per le ottiche. Sul lato destro della baionetta, dal basso troviamo la leva di selezione dell'autofocus (normale, singolo o continuo), il pulsante per scegliere al volo la memorizzazione in formato RAW, l'attacco per flash da studio e il pulsante che apre il flash integrato

Quest'ultimo ha numero guida 13, non elevatissimo, ma è molto versatile: oltre alla classica riduzione occhi rossi, consente la sincronizzazione sulla seconda tendina, sui tempi lenti e sui tempi veloci; inoltre, permette il controllo wireless di flash Pentax dedicati, agendo sia da Control (comanda il flash esterno senza scattare) che da master/slave (scatta insieme al flash esterno).

Nella parte superiore, a sinistra è presente la ghiera dei modi, dotata di pulsante di blocco e circondata dal collare che seleziona la modalità di esposizione; sul pentaprisma c'è la slitta per flash dedicati, mentre a destra è collocato il grande display LCD retroilluminato in verde che riassume lo stato della macchina. Fra quest'ultimo e il pulsante di scatto sono posti i pulsanti del variatore di esposizione e degli ISO. A fianco del display, il simbolo del cerchio tagliato indica l'asse del sensore.

La maggior parte dei controlli è riunita sul pannello posteriore, occupato in gran parte dal display LCD a colori da 3" e 921.000 pixel.

In alto, a sinistra del mirino, sono posizionati solo i due pulsanti per rivedere gli scatti e per cancellare quelli indesiderati. Proseguendo verso destra, troviamo la ghiera posteriore, usata soprattutto per i diaframmi, e il pulsante per il blocco dell'esposizione. Sotto la ghiera trova posto il tasto verde, che riporta la macchina all'esposizione corretta (utile per esempio per iniziare a fare l'esposizione in manuale) ed esce dai modi Hyper. 

Appena sotto, una levetta seleziona i punti di messa a fuoco, e un pulsante al centro aziona l'autofocus. Ancora sotto, il classico joystick, in realtà formato da 5 pulsanti separati, che controlla fra l'altro bilanciamento del bianco, modalità di scatto (autoscatto, raffica, singolo...) impostazioni del flash e dei parametri colorimetrici. Un pulsante che sembra quasi sia stato "distrattamente" aggiunto vicino al joystick aziona il Live View. Vicino alla base, due ulteriori pulsanti gestiscono le informazioni visualizzate dal display e l'accesso al sistema di menu, suddiviso in 4 pannelli principali ciascuno formato da vari pannelli secondari.

Fortunatamente, l'accesso al menu (che conta quasi un centinaio di voci) è abbastanza raro dopo la configurazione iniziale: la maggior parte delle regolazioni, infatti, si fanno premendo il tasto Info, che visualizza un comodo pannello riassuntivo dei sottosistemi della macchina. Da qui è possibile andare a operare su ogni sottosistema via joystick.

Per concludere la descrizione della macchina, il fianco sinistro alloggia solo il vano per la scheda SD, e quello per il connettore del telecomando a filo. Il fianco destro, invece, presenta un piccolo flap a protezione della presa per il microfono stereo esterno (quello incorporato è mono), e più sotto un flap più grande per il pannello delle connessioni: una presa mini HDMI, una mini USB/Video out e l'ingresso per l'alimentatore esterno.

Sul fondo, oltre alla presa per treppiede, in asse con il sensore, troviamo lo sportello della potente batteria al Litio da 980 scatti (740 con flash attivo nel 50% degli scatti) e un flap che protegge il connettore per la battery grip, grazie alla quale si può aggiungere una seconda batteria e un pulsante di scatto comodo per le inquadrature verticali.