Auto nuova: come scegliere l’ibrido giusto

Quale tipologia di auto ibrida è meglio acquistare e che tipologie ci sono? In questo articolo facciamo chiarezza su tutti i pregi e difetti.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La transizione alle vetture più ecologiche procede speditamente complice un'offerta piuttosto diversificata da parte dei costruttori; le tipologie di auto acquistabili sono ormai numerose, sebbene rientrino tutte sotto due principali insiemi, insinuando a volte anche qualche dubbio o perplessità sull'utilizzo e gestione. Ad avvalorare il desiderio di acquistare un'auto ibrida, ci pensa l'Osservatorio Compass che evidenzia come i consumatori italiani siano sempre più alla ricerca di auto a basso consumo energetico; l'aumento del costo del carburante e la voglia di risparmiare sembrano essere le principali motivazioni dietro questa tendenza. Infatti, secondo lo studio, il 48% degli automobilisti italiani preferisce le auto a basso consumo energetico, mentre il 70% sarebbe interessato all'acquisto di un'auto ibrida. In particolare, la Generazione Z e i Millennials sembrano essere particolarmente attratti da queste opzioni.

Come accennato, le tipologie di auto ibride sono diverse e ognuna offre o prevede una specifica modalità di utilizzo; quali sono e come si usano? Andiamo con ordine.

Tipologia di ibrido

Non tutte le auto ibride sono uguali; sul mercato sono presenti auto ibride conosciute con il nome di Mild-hybrid, Full-hybrid o Plug-in hybrid. Queste vetture si distinguono, oltre che per il funzionamento, per i consumi, i costi di gestione e il livello di emissioni.

La differenza sostanziale tra Mild-hybrid (MHEV), Full-hybrid (FHEV) o Plug-in hybrid (PHEV) risiede nel fatto che sono sì vetture equipaggiate con motori elettrici che si abbiano a quelli classici (a benzina o gasolio), ma con un livello differente di coinvolgimento della parte elettrica. Man mano che si sale dal primo livello di ibridazione, ovvero Mild-hybrid, il sistema diventa sempre più complesso e sofisticato (Plug-in hybrid e Full-hybrid).

Più in dettaglio:

Mild-hybrid

L’auto ibrida Mild-Hybrid ha a disposizione un motore elettrico di piccole dimensioni che aiuta in accelerazione il motore benzina/diesel. Questo consente di recuperare energia nelle decelerazioni aumentando così l’efficienza complessiva del sistema di trazione. La sezione elettrica alimenta tutti i servizi che richiedono energia presenti a bordo alleggerendo le richieste nei confronti della parte endotermica e quindi riducendo i consumi complessivi. Una soluzione intelligente che, però, ha dei limiti sia nei benefici sui consumi sia sulla potenza erogata.

Full-hybrid

L’auto ibrida Full-hybrid è invece dotata di una batteria di più grandi dimensioni rispetto alle Mild-Hybrid e dispone di maggiore potenza; di conseguenza, si possono percorrere diversi chilometri in modalità completamente elettrica oppure veleggiare per risparmiare carburante e incrementare il comfort. I benefici rispetto alle Mild-Hybrid sono evidenti, di contro però il prezzo di listino tende ad aumentare.

Plug-in hybrid

Le Plug-in hybrid si distinguono dalle Full-hybrid per la possibilità di essere ricaricate tramite una presa di corrente e poter quindi percorrere una distanza maggiore senza consumare carburante liquido. Il problema di questo sistema risiede nel prezzo che, tendenzialmente, lievita avvicinandosi (o riempiendo il gap) alle elettriche. Il risparmio in termini di consumi è tangibile, a patto che si abbia la possibilità di ricaricare costantemente la parte elettrica. Inoltre, le vetture plug-in possono avere anche velleità sportive (o sportiveggianti) grazie alla presenza di una batteria di dimensioni anche importanti, che traduce il tutto in più prestazioni (a discapito però del peso).

Prezzo e costi di gestione

Definite le tipologie di auto ibride in commercio, è necessaria fare un’attenta precisazione su quelli che sono i prezzi e soprattutto i costi di gestione.

Mild-hybrid

Le vetture Mild-Hybrid sono sempre più diffuse e comuni; pertanto, la tecnologia è presente all’interno di automobili di ogni segmento, dalle citycar ai SUV. A prescindere dal tipo di utilizzo il risparmio di carburante è presente (rispetto ad una endotermica pura), seppur in misura molto contenuta.

Full-hybrid

Come anticipato, questo genere di vetture permette di spegnere completamente la parte endotermica consentendo consumi davvero interessanti. Ad esempio, Toyota, con le sue proposte Full-Hybrid, riesce ad offrire consumi nell’ordine dei 25-30 km con un litro: un numero sbalorditivo. Il “problema” di queste soluzioni è che hanno un costo decisamente superiore rispetto alle loro omologhe a benzina o a gasolio. I loro terreni di gioco preferiti son la città e l’extraurbano, ma allenando il piede e guidando con intelligenza si possono ottenere ottimi risultati anche in autostrada a 130 km/h. In questo contesto, però, non aspettatevi medie più basse (ma sempre superiori ad un classico dieselone).

Plug-in hybrid

Sebbene possano sembrare la soluzione più congeniale, richiedono uno specifico utilizzo e un esborso decisamente elevato. Lo diciamo sempre all’interno delle nostre prove: le auto plug-in sono pesanti (c’è una batteria) e sono consigliabili solo a chi può o ha l’opportunità di caricare spesso l’auto. Con la batteria scarica i consumi non sono più così entusiasmanti e potrebbero vanificare l’acquisto. Per dare una misura più concreta, per acquistare una Plug-in Hybrid difficilmente spenderete meno di 35mila euro. I consumi, con una ricarica frequente (a casa con Wallbox o alla colonnina di rete pubblica), possono scendere ulteriormente rispetto alle Full-Hybrid.

Alcune Plug-in “evolute” permettono anche di selezionare in anticipo la modalità di consumo della batteria, come la Peugeot 308 in questa prova, consentendo al conducente una più ampia possibilità di gestione.

I vantaggi

Al di là della necessità o meno di passare ad una soluzione più green come l’ibrido, quali sono i vantaggi oltre a quelli relativi ai consumi? Sebbene ormai ogni Regione gestisca questo aspetto in maniera differente, possiamo estremizzare dicendo che le auto ibride beneficiano di una serie di agevolazioni fiscali. Prima di tutto il bollo (e superbollo), che viene conteggiato esclusivamente sui cavalli “inquinanti” ovvero quello endotermici.

Nel caso delle Plug-in Hybrid, ad esempio, solo la parte a benzina (o diesel) sarà sottoposta al conteggio dei kW per arrivare a pagare la quota necessaria per il bollo e superbollo. In altre parole, è più “semplice” ora avere un’auto prestazionale in quanto sarà “drogata” di cavalli elettrici non soggetti ad alcuna tassa. Inoltre, in alcuni comuni, le auto ibride sono esentate dal pagare i ticket di ingresso delle aree a traffico limitato e anche le strisce blu.

A questo proposito ricordiamo però che non tutte le ibride sono uguali e anche le emissioni vengono calcolate diversamente, il nostro consiglio è, qualora fosse interessante questo aspetto, di verificare attentamente le emissioni di CO2. Ad esempio, nell’Area C del Comune di Milano, le mild-hybrid devono pagare un ticket di ingresso a differenza delle Plug-in che possono sempre entrare gratuitamente (anche in modalità endotermica).

In ultimo, come già condiviso, i consumi: utilizzando sapientemente la tecnologia è possibile ridurre (in varia misura) i consumi. Un esempio concreto ci viene suggerito dalla Mazda2 Hybrid (di cui leggerete la prova) che abbiamo al momento in gestione: una piccola citycar completamente full-hybrid capace di superare i 30 km/l in città.

Gli svantaggi

Le auto ibride sono esenti da possibili svantaggi? No. Il primo fra tutti è la tanta temuta manutenzione e in particolare la garanzia sulla batteria, ovvero la possibilità che nel periodo di possesso dell’auto possa guastarsi (parzialmente o meno) la batteria e richiedere una sostituzione piuttosto danarosa. A questo riguardo abbiamo scritto diversi approfondimenti, ma in linea generale ricordiamo che le batterie delle auto ibride (ed elettriche) sono coperte da una garanzia estesa di diversi anni e decine di migliaia di chilometri. Difficilmente arriverete a pagare il cambio o la manutenzione di una batteria di tasca vostra.

Ad eccezione delle ibride leggere, le mild, le auto ibride sono tendenzialmente più care delle loro omologhe puramente endotermiche: sebbene siano presenti diversi incentivi all’acquisto, ottenere un’auto ibrida completa (come una phev) può richiedere una spesa anche non così indifferente. Ad esempio, la Volkswagen Golf GTE ha un prezzo vicino ai 50mila euro, superiore addirittura alle parigrado GTI (benzina) e GTD (diesel).

A seconda della tipologia di ibridazione, la capacità del baule ne può risentire: le auto plug-in, ad esempio, sono generalmente meno capienti rispetto a modelli identici ma dotati di motori differenti. Il motivo? Semplice, nel baule ci rientra parte della batteria che erode la quantità di litri occupabili. Nel caso della Hyundai Tucson, la capacità passa da 546 a 616 litri a seconda della motorizzazione.

Come scegliere l'auto giusta?

Prima di tutto crediamo che sia necessario capire la spesa che si vuole affrontare, sia in liquidità sia utilizzando una formula di finanziamento, e solo successivamente districarsi nelle tipologie di auto ibride. A questo proposito ricordiamo la possibilità di accedere a bonus Statali e Regionali (come quelli della Lombardia) per ridurre la cifra d’acquisto. Soluzione pratica soprattutto per chi ha la possibilità di rottamare. Fatto questo, un altro consiglio che vi diamo è quello di capire se c’è o ci sarà la possibilità/volontà di ricaricare frequentemente la batteria della propria Plug-in, se così non fosse potete già escluderla dalla lista delle papabili soluzioni.

Certo, siamo consci che purtroppo alcuni brand limitano le alimentazioni disponibili per specifici modelli, ma siamo anche sicuri che non è nell’interesse di nessuno acquistare un’auto che vada contro le normali modalità di utilizzo consigliate.