Il vero obiettivo è l'industria europea del diesel?

L'indagine EPA contro Volkswagen per l'aggiramento dei controlli emissioni prosegue. Si parla di nuovi modelli: sono venute fuori anche le Audi 3.0L V6 e Porsche Cayenne edizione 2016. E sul fronte diesel non si esclude nulla anche sulle linee Audi Q5, A6, A7 e A8.

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a cura di Dario D'Elia

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La vicenda Volkswagen-Audi intanto accende i riflettori sull'intero settore automotive perché, come racconta il giornalista specializzato Enrico De Vita su AutoMoto.it, è storicamente risaputo che tutte le case automobilistiche adottano dei trucchetti "far bella figura nel ciclo di misura". Si va dagli pneumatici a basso rotolamento, alla scelta dei laboratori di test in alta quota per avere aria più rarefatta.

"Ma il metodo più gettonato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l'esecuzione di un ciclo di misura", scrive De Vita. "Cosa semplice come pane. Basta dirgli: quando l'acceleratore è appena sfiorato, quando la velocità si modifica con questa sequenza, quando le soste al minimo durano tot secondi, quando le velocità di 50, 70, 90 e 120 vengono mantenute per tot secondi, tu, centralina, dimentica potenza e cavalli e bada solo a consumo e inquinamento".

Per di più i cicli di misurazione statunitense ed europeo si assomigliano e richiedono in fase di esecuzione potenze inferiori ai 25 cavalli nonché minime accelerazioni.

De Vita lascia intendere che persino la battaglia contro gli ossidi di azoto sia pretestuosa. Più probabile a suo parere che sia stato individuato l'unico punto debole dei motori diesel. "Forse il target dell'EPA non erano gli NOx ma l'industria motoristica europea specializzata nel diesel", conclude il giornalista. "Solo così si riescono a spiegare certi processi e relative crocefissioni".