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Anche a Bruxelles qualcosa inizia a muoversi ma c'è imbarazzo. Com'è possibile che uno scandalo di tale portata esploda in un mercato dove il diesel vale meno del 4% contro il 50% europeo? Beh, sarà proprio per quello, sussurrano le malelingue.
La Commissione Europea è in contatto con la US Environmental Protection Agency (EPA) e il California Air Resources Board (CARB) per approfondire i dettagli. Ma come ha sottolineato il portavoce per il Mercato Interno, Lucia Caudet, "è prematuro commentare se un'immediata specifica misura di controllo sia necessaria anche in Europa e se i veicoli venduti da Volkswagen qui siano affetti dal problema".
La verità è che indagheranno ma potrebbe non venirne fuori nulla semplicemente perché gli attuali test europei (NEDC - New European Driving Cycle) sulle emissioni di ossido di azoto non sono attendibili. Si fanno in laboratorio e certamente rispecchiano poco la realtà.
"Per affrontare questa differenza, la Commissione ha lavorato allo sviluppo delle procedure di test Real Driving Emission (RDE)", ha spiegato la portavoce UE. "Sostituiscono quelli attuali di laboratorio e valuteranno le prestazioni di emissione dei veicoli su strada. Le nuove procedure sono state adottate a maggio 2015 dai rispettivi comitati regolatori (TCMV) ed entreranno in vigore dal primo gennaio 2016".
Greg Archer dell'associazione ecologista Transport & Environment sostiene che il sistema comunitario per far rispettare le norme non sia adeguato. Un'istituzione che agisce direttamente come l'EPA non esiste; a Bruxelles si definiscono gli standard e poi gli stati membri devono preoccuparsi del resto. I produttori godono di rapporti privilegiati con le istituzioni nazionali e stando ad Archer chi controlla è riluttante a fare il muso duro perché ha poco da "guadagnarne".