Problemi e best practice per la Data Retention

L'esigenza di dover mantenere i dati leggibili e interpretabili per decenni, richiede un’attenzione particolare alla scelta dei media fisici e dei formati logici per fronteggiare l’obsolescenza tecnologica

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a cura di Riccardo Florio

L'esigenza di dover gestire crescenti moli di informazioni digitali deve, sempre più, confrontarsi con gli ostacoli nel perseguire l’obiettivo di riuscire a garantire la loro conservazione a lungo termine.

Secondo analisi di SNIA (Storage Networking Industry Association) il periodo per cui è richiesto alle aziende di mantenere una copia accessibile dei propri dati è, in moltissimi casi, superiore a 50 anni e molte di loro possiede dati che devono essere conservati per più di 100 anni. Si tratta di un tempo lunghissimo in assoluto, ma che diventa una vera e propria "era geologica" se riportato ai tempi della tecnologia e dell’IT.

A fronte di ciò, le analisi di settore indicano un elevato livello di insoddisfazione da parte dei responsabili IT per i processi previsti all’interno della propria azienda finalizzati al mantenimento di queste informazioni, sia a livello di metodi sia di procedure, col risultato di un diffuso scetticismo sull'effettiva possibilità di riuscire a soddisfare i requisiti richiesti e di poter garantire la lettura delle informazioni conservate per periodi molto lunghi. Scetticismo superato nella maggior parte dei casi decidendo di non affrontare il problema per lasciarlo in dote a chi verrà dopo di loro.

La Stele di Rosetta riporta un iscrizione risalente al 196 a.C. in geroglifico, demotico e greco