La Partita di Geri – Scacco al cortometraggio

Torniamo agli anni Novanta per rivivere La Partita di Geri, il cortometraggio entrato di diritto tra gli esperimenti più curiosi della Pixar di quegli anni.

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a cura di Adriano Di Medio

La Pixar è l'ennesima dimostrazione che senza creatività non può esserci animazione. Lo studio fondato da John Lasseter e patrocinato da Steve Jobs ha letteralmente rivoluzionato il mondo dei disegni animati. Che l'abbiano fatto perché sono stati i primi a impiegare la grafica computerizzata è un fatto autentico nonché famoso, ma è solo una parte della verità.

La Pixar ha rivoluzionato il mondo dell’animazione perché prima di tutto ha messo il computer al servizio delle emozioni umane, tanto nei lungometraggi quanto nei cortometraggi. Oggi vogliamo indagare la storia, i misteri e i temi della pellicola che ha reso possibile tutto ciò. Stiamo parlando de La Partita di Geri, cortometraggio Pixar di fine anni Novanta vincitore di un Oscar e disponibile su Disney+.

La Partita di Geri, ovvero lo strano caso della clonazione scacchistica

In sé, il cortometraggio in questione non è né esteso, né cervellotico. Un arzillo vecchietto di nome Geri, in un giorno qualunque d’autunno, imbastisce una partita a scacchi dove gioca contro sé stesso. A distinguere i due “giocatori” sono gli occhiali e gli atteggiamenti. Il Geri con gli occhiali è più pacato e timido, il Geri senza occhiali è aggressivo e sprezzante. Quest’ultimo ostenta la propria superiorità con una risata caratteristica, che risuona per tutti i cinque minuti del corto. La contesa avrà un ribaltamento inaspettato.

La storia ci dice che La Partita di Geri, diretto da Jan Pinkava, fu il primo cortometraggio ad essere fatto da Pixar dai tempi di Knick Knack (1989). Cosa curiosa, visto che la Pixar aveva cominciato la propria produzione filmica proprio con un cortometraggio, l’ormai strafamoso Tin Toy. Quest’ultimo altro non era che l’antenato dell’immortale primo Toy Story. Realizzato dallo studio sotto incoraggiamento di Steve Jobs, Tin Toy vedeva un vecchio giocattolo di latta che si “sacrificava” per far divertire un bambino molto piccolo. Lo stesso Tin Toy compare, in un breve cameo, in Toy Story 4 (anch'esso disponibile su Disney+).

https://www.youtube.com/watch?v=8PySojI_yN4

La funzione principale di Tin Toy fu far comprendere alla Pixar che l’animazione digitale era possibile. Negli anni successivi lo studio però venne completamente assorbito dal lavoro su quello che sarebbe divenuto appunto Toy Story. Solo quando quest’ultimo fu distribuito (e ne fu accertato l’enorme successo) la Pixar ebbe tempo per ritornare ai cortometraggi. A farsi portavoce per quest’idea fu Ed Catmull, la cui regola fu che vi fosse come protagonista un personaggio umano.

Jan Pinkawa e lo scacchista solitario

Appurata la linea di fondo, l’ispirazione per La Partita di Geri venne a Jan Pinkawa ripensando a suo nonno. Costui era infatti stato un accanito scacchista amatoriale e Jan lo ricordava bene, essendo cresciuto in Cecoslovacchia. Pinkava era arrivato alla Pixar nel 1993 e si era offerto volontario alla succitata richiesta di Catmull di fare un cortometraggio.

Il regista si sarebbe presto conto che la regola di Catmull di usare un personaggio umano era semplice ma allo stesso tempo una grossa sfida. Ai tempi lo studio di Lasseter aveva difficoltà nella resa dei personaggi umani, e la limitata tecnologia non aiutava. Pinkava aggirò il “problema” prendendo nuovamente ispirazione dal suo paese di origine e dalla sua tradizione marionettistica. Egli stilizzò Geri con tratti somatici pronunciati, specialmente naso, orecchie e occhi. Il personaggio venne fatto con lo stesso metodo di Toy Story, scolpendo e scansionando un modellino in creta.

Ho pensato, che tipo di storia posso raccontare con un solo personaggio? Hai sempre bisogno di un conflitto. Come crei conflitto con un unico personaggio? Che tipo di personaggio potrebbe essere? Poi ho pensato che, se John [Lasseter] aveva messo un neonato in Tin Toy, nessuno aveva fatto lo stesso con una persona avanti con gli anni. Gli anziani hanno così tanta espressività. Puoi vedere tantissimo nei loro volti. (Pinkava, febbraio 2002; l'intervista integrale in inglese la trovate qui)

Pinkava avrebbe successivamente ammesso che anche idea di far “giocare Geri da solo” è ugualmente basata su suo nonno, che giocava a scacchi interpretando entrambi i giocatori. A suo dire queste partite duravano giornate intere, dettaglio che ha voluto inserire in La Partita di Geri. Se si guarda bene si nota infatti che la luce cambia nel corso dei minuti, per evidenziare il passare delle ore.

Scacchi e insetti al cinema… e non solo

Quello del tempo che passa non è l’unico dettaglio di La Partita di Geri. Al di là del fatto che ci si trova in autunno, c’è un piccolo particolare interessante che riguarda la scatola. All’interno di essa Geri conserva i pezzi degli scacchi e vi ripone quelli catturati. Tale scatola di legno ha inciso sopra Pixar Shorts, che è un gioco di parole.

Alla lettera significa appunto “cortometraggi Pixar”, ma “short” indica anche un tipo di sigari. Del resto la scatola di legno è uno dei modi più comuni (al limite dello stereotipo) per la conservazione di tali prodotti di tabaccheria. A questo punto diviene facile pensare che Geri semplicemente riutilizzi una vecchia scatola, com’è abitudine per molti anziani. C’è tra l’altro una voce di corridoio (non confermata) che la scritta sulla scatola sia stata cambiata tra le varie versioni del corto. Più realisticamente, il fatto che la scatola "cambi scritta" è più una sorta di gag visiva, e che quindi non vi siano differenze eclatanti tra la versione disponibile su Disney+ e quella distribuita al cinema e in videocassetta.

In effetti, la storia editoriale di La Partita di Geri è stata piuttosto curiosa. Il corto di Pinkava riscosse un grande successo: presentato nel novembre 1997, vinse l’Oscar come miglior cortometraggio animato. Un anno e un giorno dopo la prima proiezione, esattamente il 25 novembre 1998, il corto venne allegato al secondo film della Pixar, ovvero A Bug’s Life – Megaminimondo.

https://www.youtube.com/watch?v=mE35XQFxbeo

Un’abitudine che fece letteralmente storia: da quel momento venne inaugurata la tradizione che a ogni film Pixar vi fosse a corredo un cortometraggio. La risonanza fu tale che venne incluso anche nelle edizioni VHS di A Bug’s Life, compresa quella italiana. “Aiuto” non da poco fu il fatto che la pellicola non necessitava di doppiaggio: Geri appunto si limita a versi e risate. C’è una piccola curiosità riguardo la traduzione: nella VHS italiana il corto fu titolato Il Gioco di Geri, traduzione letterale dell’originale Geri’s Game. Solo tempo dopo il corto fu rinominato con il più aderente La Partita di Geri, nome con cui oggi è presente su Disney+.

Geri, il restauratore paziente

La popolarità di Geri ebbe un riscontro inaspettato, facendolo comparire in un cameo in Toy Story 2 del 1999. In questa occasione scopriamo in qualche modo il suo mestiere, ovvero quello di restauratore di giocattoli. Chiamato in fretta da Al McWhiggin, è chiamato a intervenire sul braccio scucito di Woody. L'unica differenza evidente tra le due pellicole è il colore degli occhi: marroni nel cortometraggio, verdi nel film.

In tale comparsata comunque Geri non è mai chiamato per nome, e anche a livello ufficiale nel film è noto semplicemente come “il restauratore” (the cleaner). I fan comunque ancora lo chiamano affettuosamente Geri. Malgrado compaia per poco, le sue poche battute sono rimaste nella memoria degli appassionati. Più di tutte, quella in cui frena l’ansia di Al con la frase “Non si mette fretta all’arte” (You can’t rush art in originale).

Con l’occasione c’è stato anche il cambio di voce: nel corto Geri era doppiato (per modo di dire) da Bob Peterson. In Toy Story 2 invece gli presta la voce Jonathan Harris, sostituito in italiano da Marcello Mandò. Curiosamente, Mandò (scomparso nel 2002) era famoso per essere stato il doppiatore italiano del Maestro Yoda nei primi due episodi della trilogia prequel di Star Wars.

A ulteriore riconferma del cameo di Geri come restauratore è un piccolo dettaglio sempre in Toy Story 2. Quando l'anziano sta predisponendo la sua attrezzatura da lavoro, apre quattro cassetti alla ricerca degli occhiali da vista. Li trova solo nell’ultimo; nei primi due vi sono parti di ricambio, ma il terzo è pieno di pezzi degli scacchi. Esattamente gli stessi scacchi con i quali lo abbiamo visto giocare la partita che l’ha reso immortale.

Un’ultima nota: la sequenza con Geri che restaura e pulisce Woody (ridipingendo capelli, viso e stivali e ricucendone il braccio) negli ultimi tempi è diventata famosa su internet come scena ASMR, ovvero tra quei video che rilassano tramite rumori, sussurri ed effetti sonori. In tal senso sono tuttora rintracciabili su YouTube versioni della scena senza musica di sottofondo.

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Conclusione: La Partita di Geri, ovvero l’umano che prende vita

Si possono dare tante interpretazioni al personaggio di Geri, molte delle quali non previste neppure dai suoi stessi creatori. C’è chi ha ipotizzato che La Partita di Geri potesse essere una critica alla solitudine degli anziani. Altri hanno invece pensato che il corto potesse essere ambientato in Francia vista la colonna sonora dagli insistiti suoni di fisarmonica (ipotesi indebolita dal fatto che Geri compaia in Toy Story 2).

C’è persino chi, a seguito del suo cameo in Toy Story 2, ha pensato che Geri potesse essere l'unico umano consapevole della capacità dei giocattoli di prendere vita. Il che spiegherebbe la grande cura e rispetto che mostra per Woody e l’aver scelto il mestiere di restauratore. Tecnicamente il primo umano a sapere che i giocattoli fossero "vivi" era Sid. Tuttavia i fan hanno detto che, essendo bambino, quest'ultimo finirà presto col dimenticarlo, classificando l'esperienza in cui lo ha saputo come solo un brutto sogno.

Ancora una volta, sono tutte teorie senza risposta, almeno per ora. Ma non era nelle intenzioni iniziali dell’arzillo vecchietto suscitare tutto questo clamore. Alla fine egli voleva solo farsi una partita a scacchi in una giornata d’autunno. Una partita che però lo ha portato lontanissimo, dall’Oscar fino a fare da “apripista” per la stagione dei cortometraggi.

Ma che, al di fuori dei riconoscimenti, ha ribadito un concetto chiave dell’animazione. Attraverso l’Umanità, quindi mettendo i personaggi umani, l’animazione avrebbe potuto rinascere, esattamente come aveva fatto con il Rinascimento Disney. Quindi, quello di cui possiamo essere certi è che La Partita di Geri ha segnato un altro nuovo inizio per la Pixar. Sia grande che piccolo.

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