Most Dangerous Game, recensione: da serie TV a film

La nostra recensione di Most Dangerous Game, la nuova serie targata Amazon Prime Video e disponibile dal 1 ottobre sulla piattaforma di streaming.

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a cura di Valentina Savalli

Se siete appassionati del genere action, in questi giorni avrete sicuramente sentito parlare di Most Dangerous Game, la nuova serie targata Amazon Prime Video e disponibile dal 1° ottobre sulla piattaforma.

Per iscrivervi al servizio di streaming Amazon Prime Video, sfruttando anche i 30 giorni di prova, potete utilizzare questo link.

È vero, abbiamo parlato di serie tv, ma all’effettivo si tratta di un vero e proprio film e neppure troppo sintetico. Most Dangerous Game è un film di genere action interpretato da Liam Hemsworth (fratello dell’acclamatissimo Chris Hemsworth, noto per lo più come Thor nell’MCU) e un ottimo Christoph Waltz, che ricorderete sicuramente in Django Unchained, oppure nel recentissimo No Time To Die. Con una sceneggiatura curata da Nick Santora (I Soprano) e la regia di Phil Abraham (Mad Man), Most Dangerous Game avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere un prodotto molto valido, che tuttavia è stato danneggiato da una serie di circostanze che l’hanno reso un semplice film di intrattenimento leggero o “da compagnia”.

Una sorta di Hunger Games

Prima di addentrarci nelle peculiarità delle pellicola, va affrontata la trama. Most Dangerous Game è un adattamento del racconto scritto da Richard Connell nel 1942, le vicende si svolgono a Detroit, nel Michigan, e per tutta la durata del film vengono ottimamente sfruttati e mostrati molti luoghi della città, dai ghetti ai quartieri più borghesi.

La storia parla di Dodge Raynard (Liam Hemsworth), ex atleta che scopre di essere malato terminale mentre la moglie è incinta e la sua situazione economica crolla a picco. Per garantire la sopravvivenza economica alla sua famiglia, accetta la proposta di un uomo misterioso (Christoph Waltz): Dodge dovrà partecipare a un gioco pericoloso, un gioco in cui metterà a repentaglio la sua sopravvivenza per 24 ore.

Ogni ora sopravvissuta dal protagonista equivale a una cospicua somma caricata a favore della sua famiglia e così inizia la caccia all’uomo, nella quale cinque cacciatori paganti si sfideranno per uccidere la preda, Dodge, che dal canto suo dovrà cercare di sopravvivere abbastanza a lungo per garantire un futuro benestante alla sua famiglia. Come in molti action, quindi, i soldi e gli affetti sono il fulcro alla base della trama, una sorta di Hunger Games nella quale i soldi possono comprare tutto, anche la vita di una persona, solo per puro divertimento. Ma non vogliamo farvi spoiler, per cui se vi siete incuriositi potete recuperare il film su questo link.

Da serie tv a film

All’inizio di questo articolo vi abbiamo presentato Most Dangerous Game come serie tv e non come film, smentendo subito dopo e definendolo solo film. Siamo forse impazziti? No, c’è una spiegazione logica a tutto questo.

Most Dangerous Game nasce nel 2020 come serie tv, o meglio, come Movies-in-chapters, ovvero un film diviso in micro episodi, sulla sfortunata piattaforma streaming on demand Quibi, creata esclusivamente per smartphone nel 2018, resa operativa nel 2020 e collassata su sé stessa sei mesi dopo, in concomitanza della pandemia globale di Covid-19. Una piattaforma streaming mobile come questa poteva essere geniale, ma non durante questo periodo, in quanto andava nettamente in contrasto con le norme vigenti e il periodo di isolamento forzato nel quale ci siamo visti rinchiudere.

Vista la sfortunata serie di eventi contrastanti, la serie divisa in 15 episodi da circa 10 minuti l’uno, viene rielaborata durante il montaggio e rilanciata sotto forma di lungometraggio in esclusiva su Amazon Prime Video. Questa probabilmente è stata una scelta non troppo azzeccata: gli episodi nel montaggio non sono stati rielaborati nel giusto modo, rendendo il film prolisso e ripetitivo, come se avessero preso i singoli episodi e li avessero incollati con il più becero programma di montaggio video, invece che sintetizzare il succo del film.

Most Dangerous Game: l’infinito “acchiapparello”

A causa delle problematiche sopra elencate, Most Dangerous Game tratta tematiche che, se presentate dando loro una certa rilevanza, avrebbero potuto reggere tutto il film, ma quando la caccia entra nel vivo si perdono completamente, come se il background narrato fosse automaticamente annullato dalla componente action.

Buoni e credibili i combattimenti corpo a corpo, rendono bene l’idea del “gioco della morte” e molto particolari anche i personaggi secondari, i villains, i cacciatori partecipanti al gioco. Ogni cacciatore ha una sua peculiarità e un suo modo di fare che vengono ben rappresentati e caratterizzati, seppur manchino completamente di background.

Come già anticipato in precedenza, la sceneggiatura avrebbe funzionato maggiormente se mantenuta come serie tv, infatti inizialmente ci troviamo di fronte a un ritmo incalzante che scema pian piano che il film diventa ripetitivo e monotono. Stesso discorso per quanto riguarda la fotografia, è palese che sia stata realizzata in questo modo dinamico perché inizialmente pensata per essere una serie tv.

Molto buona l’interpretazione di Liam Hemsworth sia per quanto riguarda le scene drammatiche che quelle d’azione e immenso, come sempre, Christoph Waltz, come in tutte le sue interpretazioni. Purtroppo, però, un paio di buoni attori e un’idea innovativa non bastano per gridare al capolavoro. Come colpo di scena, possiamo dire che ne sono presenti più di uno, ma nessuno di questi fa rimanere con la bocca spalancata, anzi, alcuni sono anche facilmente intuibili.

Un quasi classico film action

Che dire, guardando Most Dangerous Game ci siamo trovati di fronte a un classico film action dal taglio seriale e dinamico ma che malgrado le sue peculiarità non è riuscito a centrare il bersaglio. Se volete passare un paio d’ore in compagnia di un prodotto con il puro scopo d’intrattenimento poco impegnativo, ve ne consigliamo la visione.