The Mandalorian 3: tutti i riferimenti e le citazioni di Star Wars nel settimo episodio

I riferimenti e le citazioni di Star Wars in The Mandalorian 3, il nuovo capitolo delle avventure di Mando e Grogu

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a cura di Manuel Enrico

Dopo la sua trionfale apparizione in The Book of Boba Fett, il mandaloriano più amato dai fan di Star Wars torna in azione su Disney Plus con The Mandalorian 3, terzo arco narrativo che vede come protagonista Din Djarin, il cacciatore di taglie mandaloriano interpretato da Pedro Pascal. Molto attesa per via della maggior importanza data alla cultura mandaloriana, questa nuova stagione dovrà mostrare se l’avventura di Din Djarin e del piccolo Grogu può muoversi in direzioni diverse rispetto a quanto visto sinora, dando finalmente maggior spazio alla vicenda personale di Din. In attesa di scoprire se questi episodi confermeranno la speranza dei fan, possiamo vivere assieme questa nuova avventura andando a caccia di riferimenti e citazioni di Star Wars in The Mandalorian 3.

A partire dal primo episodio, L’Apostata, ogni settimana proveremo a identificare tutte i rimandi al mito della galassia lontana, lontana in questa nuova missione del Mando. Le premesse sembrano puntare a un’avventura che valorizzi maggiormente la cultura mandaloriana, quindi ci si aspetta di trovare diverse menzioni alle opere che hanno in precedenza valorizzato la società di Mandalore, ossia le due serie animate The Clone Wars e Rebels. Tuttavia, vista l’esperienza con le due precedenti stagioni, non possiamo certo mancare di cercare riferimenti e citazioni di Star Wars in The Mandalorian 3 che echeggino altri celebri capitoli della saga.

I riferimenti e le citazioni di Star Wars in The Mandalorian 3, il nuovo capitolo delle avventure di Mando e Grogu

Episodio 1: L'Apostata

Nemmeno il tempo di iniziare L’apostata, che abbiamo modo di trovare un primo riferimento al nuovo corso di Star Wars. Già dalla prima stagione di The Mandalorian, abbiamo visto l’introduzione di un logo animato di Star Wars in cui compaiono volti noti, divenuto il marchio di fabbrica delle produzioni seriali del franchise su Disney Plus. In questo caso tra i diversi volti che campeggiano a schermo, oltre ai più iconici della saga, troviamo anche i caschi di Bo-Katan Kryze (che sappiamo avrà una certa importanza in questa stagione), Fennec Shand, l’Armaiola e IG-11, il droide che nel finale della prima stagione si era rivelato un prezioso alleato per Din Djarin.

Che la cultura mandaloriana sia centrale per questa nuova stagione viene ribadito nelle primissime scene de L’Apostata. Non paghi di avere messo subito in bella mostra il tradizionale simbolo mandaloriano, il teschio del Mythosauro, gli sceneggiatori ci portano ad assistere alla cerimonia con cui un trovatello entra a far parte della Ronda della Morte, il clan mandaloriano cui appartiene Din Djarin, che era stato presentato ai fan di Star Wars durante The Clone Wars. Questo clan è stato creato da Tarre Vizsla, leggendario Jedi mandaloriano creatore della Darksaber, il cui ultimo discendente è ora Paz Vizsla, il massiccio mandaloriano pesantemente armato interpretato da Jon Favreau che in passato ha mostrato un rapporto conflittuale con il nostro Mando.

Nonostante il provvidenziale arrivo di Din Djarin a bordo del suo caccia nubiano N-1, che ha sostituito la sua Razorcrest in The Book of Boba Fett, il Mando non viene ben accolto, ma gli viene ricordato che il suo tradimento del Credo (l’aver mostrato il proprio volto ad altri) può essere espiato solo immergendosi nelle sacre acque sotto le miniere di Mandalore. Compito arduo, considerato che il pianeta dei Mandaloriani è stato devastato dalla Flotta Imperiale, che tramite un bombardamento orbitale ha vetrificato la superfice del pianeta durante la cosidetta Purga. Questo riferimento alla vetrificazione canonizza un elemento del Legends, ossia la prassi imperiale di sterminare in modo spietato tramite la vetrificazione interi mondi. Un evento occorso a Mandalore, che tuttavia potrebbe non avere reso impraticabile il pianeta, come rivela Din all’Armaiola.

Nell’intraprendere la propria missione di redenzione, Din conduce il piccolo Grogu in un lungo viaggio nell’iperspazio. A partire da L’Alta Repubblica, l’iperspazio è diventato sempre più importante, non solo per la tragedia che ha dato il via a questo lungo arco narrativo, ma perché sono stati introdotti elementi che legano alcuni poteri della Forza proprio a questa dimensione. Può esser per questo che il piccolo Grogu riesce a intravedere dei purrgils, creature che vivono nell’iperspazio e che in passato abbiamo visto in Star Wars Rebels, quando hanno portato nell’iperspazio Thrawn e Ezra, nel finale della serie. Questa scena non solo può rimandare alla futura Ahsoka, ma anche lasciar intendere che i poteri della Forza di Grogu abbiano a che fare con questa dimensione.

Tappa del viaggio del Mando è Navarro, il mondo visto nelle precedenti stagioni dove, dopo che Greef Karga ha preso il potere in seguito alla sconfitta della guarnigione imperiale, abbiamo visto fiorire una nuova società. Tra scimmie-lucertola Kowakian (avete presente lo sguaiato animaletto da compagnia di Jabba the Hutt in Il Ritorno dello Jedi?) e una statua che commemora il sacrifico di IG-11, KArga sembra aver messo su un centro economico importante nella regione, ricordando l’intraprendenza imprenditoriale di un altro amato personaggio di Star Wars, Lando Carlissian. Durante la presenza su Navarro, scopriamo il destino di Cara Dune, che, in seguito al licenziamento di Gina Carrano, non è più lo sceriffo locale ( avendo preferito un ruolo nelle forze speciali della Nuova Repubblica), ruolo che Karga offre a un reticente Mando, che pur non accettando il ruolo non esito a schierarsi al fianco dell’amico nell’affrontare una banda di pirati composta da razze note ai fan, come nikto e weequay, che sembrano esser comandati da un re dei pirati noto come Gorian Shand.

Mentre scopriamo che Moff Gideon, dopo il suo arresto in seguito al finale della seconda stagione di The Mandalorian, è ora in attesa di processo da parte della Nuova Repubblica, vediamo che Din pare interessato a riesumare il suo amico IG-11, convinto che possa essere un prezioso alleato. Per rimontare il droide, Karga lo porta da un gruppo di esperti riparatori di droidi Anzellani, la razza del simpatico Babu Frik visto in L’Ascesa di Skywalker.

Nel suo tentativo di creare un gruppo di alleati che lo supporti nella sua sacra missione, Din Djarin tenta di coinvolgere anche Bo-Katan Kryze, rifugiatasi su Kaleval, mondo natale del suo clan. Qui la donna confessa di aver perso il proprio ruolo dopo che ha mancato di recuperare la Darksaber. Pur non schierandosi con Din, Bo-Katan rivela a Din che può trovare un accesso alle miniere di Mandalore sotto il centro di Sundari, la capitale del pianeta, che era stata mostrata in The Clone Wars.

Episodio 2: Le miniere di Mandalore

Dopo avere visto con L'Aposta

ta Din Djarin intraprendere una personale missione di redenzione per poter esser nuovamente accettato come mandaloriano, il secondo episodio della terza stagione di The Mandalorian ci porta nuovamente a incontrare vecchie conoscenze del cacciatore di taglie. Prima tappa: Tatooine.

Occasione perfetta per ritrovare Peli Motto, la frizzante meccanica che ha costruito la N-1 per Mando, che non manca di chiedere al Mando si sia nuovamente per aiutare l'altro mandaloriano di Tatooine, Boba Fett, chiaro richiamo agli eventi visti in The Book of Boba Fett . Impegnata a prestare la propria opera durante il periodo della celebre Boonta Eve (la gara di sgusci vista in La Minaccia Fantasma), Pelli non riesce a dare supporto a Mando nella sua ricerca per il pezzo necessario a rimettere in pista IG-11. Una mancanza che non impedisce alla donna di proporre a Din di acquistare il suo R2-D5, astrodroide noto anche come Red, che è comparso nella saga di Star Wars addirittura in Una nuova speranza (ricordate il robot quasi acquistato da zio Owen dai Jawa?).

Come lascia presagire il titolo, finalmente Mando riesce a posare piede sull'amato Mandalore. Il pianeta è considerato velenoso e inavvicinabile, ma Din scopre che in realtà sia possibile camminare tra le rovine di Sundari, la capitale del pianeta. Pur venendo attaccato da creature che sembrano aver preso possesso di queste rovine, Din ottiene in modo che vi lasciamo scoprire l'aiuto di Bo-Katan, che nonostante la sua apparente delusione nell'aver mancato di conquistare l'ambita Darksaber, decide di aiutare Din, insegnandoli anche alcuni aspetti essenziali della cultura mandaloriana.

Interessante notare come Bo-Katan, nel camminare tra le strade un tempo piene di vita di Sundari, la mandaloriana ricorda momenti del passato, compreso il menzionare di aver lottato anche al fianco dei Jedi. Chiaro riferimento sia alla sua esperienza con Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker durante The Clone Wars che con Ahsoka e Ezra durante Star Wars: Rebels.

Episodio 3: Il Convertito

Terzo episodio per The Mandalorian 3, Il Convertito, dove vediamo comparire con un ruolo di grande importanza una vecchia conoscenza dei fan del Mando. Prima di ritrovare questo vecchio amico (o nemico?), abbiamo modo di vedere Din Djarin e Bo-Katan affrontare delle forze imperiali sui cieli del pianeta natale di Bo-Katan. La comparsa di diverse tipologie di TIE imperiali, come gli Interceptor e i Bomber, è una presenza che appassionerà non poco i fan della saga, soprattutto vedendo i due mandaloriani affrontarli in uno spettacolare combattimento aereo. E parlando di vecchie glorie imperiali, come non rimanere a bocca aperta vedendo lo scheletro di uno Star Destroyer in disarmo, nella seconda parte dell'episodio?

Superata questa dinamica prima parte, l’attenzione si sposta sul mondo capitale della Vecchia Repubblica: Coruscant. La storia del pianeta centrale della Repubblica è particolarmente interessante, considerato che la sua prima apparizione avviene in un dimenticato fumetto della prima era Marvel dei comics di Star Wars risalente al 1982, dove veniva indicato come semplice capitale, senza menzionarne il nome,  apparendo come una chiara citazione al Trantor del Ciclo delle Fondazioni di Asimov. Il nome di Coruscant appare diversi anni dopo, quando il nome venne apertamente citato ne L’Erede dell’Impero, uno di primo romanzi di Timothy Zhan per l’Universo Espanso, oggi noto come Legends.

Nei film, la capitale della Repubblica compare per la prima volta in La Minaccia Fantasma, venendo poi inserito anche nella versione restaurata de Il Ritorno dello Jedi, dove viene mostrato nei festeggiamenti che animano la galassia alla distruzione della seconda Morte Nera. Nell’attuale timeline del Canon, la capitale della Nuova Repubblica, tuttavia, è Chandrilla, mondo natale di Mon Mothma, ma sappiamo da Il Risveglio della Forza che in seguito il mondo capitale sarà Hosnian Prime. Durante le scene ambientate su Coruscant, abbiamo modo di vedere anche il Teatro dell’Opera, visto in La Vendetta dei Sith, e viene mostrata la vetta del monte Umate, la più alta montagna di Coruscant, completamente avvolta da questa tentacolare città-pianeta. Il nome era comparso per la prima volta il La Luce dei Jedi, il primo romanzo del ciclo de L’Alta Repubblica.

Vedere nuovamente in scena il dottor Pershing potrebbe rivelarsi un passaggio essenziale per lo sviluppo del Canon, portandoci verso gli eventi della Trilogia Sequel. Pershing, comparso nella prima stagione, era lo scienziato incaricato di analizzare il piccolo Grogu su ordine di un signore della guerra, ma in questa sua apparizione lo vediamo come membro del programma Amnistia, il piano con cui la Nuova Repubblica intende utilizzare asset strategici legati all’Impero per i propri scopi, un rimando al progetto Paperclip attuato dagli USA alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La ricerca sulla clonazione citata da Pershing, oltre a menzionare i celebri clonatori di Kamino conosciuti in L’Attacco dei Cloni, potrebbe esser un riferimento agli esperimenti con cui Palpatine è riuscito a creare il suo fantoccio politico, Snoke.

Episodio 4: Il Trovatello

Dopo l'ampia parentesi dedicata alla figura del dottor Pershing nel terzo episodio, The Mandalorian 3 torna nuovamente a concentrarsi sulla figura dei mandaloriani, con un episodio che pone le tradizioni e le radici culturali di questa società al centro della storia.

Aspetto pregevole, soprattutto nel momento in cui questo si traduce non solamente nel recupero di elementi noti della saga, ma anche nella presentazione di tratti specifici mai affrontati prima per i mandaloriani. Se da un lato ritrovare le vibrolame fa sorridere i fan di vecchia data, specialmente ripensando a come queste armi venivano utilizzate nelle storie del Legends, e la presenza di una carabina EE-3 non può che riportare alla mente le prime apparizioni di Boba Fett, dall'altro la possibilità di assistere alla componente educativa e familiare del rapporto con i Trovatelli è un ulteriore arricchimento di questa cultura affascinate. Il primo passo di Grogu come Trovatello è un momento centrale, che consente a Din sia di avviare il suo protetto sulla Via che di riconoscere come sinora solamente Luke abbia dato una parvenza di addestramento al piccolo.

Un nuovo percorso per Grogu che in questo episodio ha modo di ricordare il suo traumatico passato, legato alla caduta della Repubblica vista in La Vendetta dei Sith. Tramite un flashback, Grogu rivive la fuga dal tempio Jedi di Coruscant, preso d'assalto dai Cloni (la cui voce in lingua originale è nuovamente quella di Temuera Morrison, alias Jango Fett, la matrice genetica dei cloni in L'Attacco dei Cloni). A sorpresa, vediamo un volto noto salvare Grogu, considerato che Kelleran Beq, il Jedi che soccorre Grogu, è interpretato nientemeno che da Ahmed Best, sfortunato attore che ha vissuto un difficile rapporto con la saga, considerato che la sua interpretazione di Jar-Jar Bink in La Minaccia Fantasma lo aveva reso involontario bersaglio di aspre critiche. Di sicuro, il suo Kelleran avrà un diverso impatto sui fan del franchise.

Kelleran Beq è già stato introdotto in Star Wars con Star Wars: Jedi Challenge, uno show per bambini in cui veniva simulato l'addestramento Jedi per i giovani padawan. Qui Kelleran veniva presentato come il Decano del Tempio, ruolo che quindi lo rendeva il responsabile dell'addestramento degli studenti, compito che lo ha sicuramente avvicinato al piccolo Grogu. La presenza di Kelleran in questo ruolo, oltre a consolidarne la rilevanza nel Canon, serve anche a cassare definitivamente fantasiose teorie del fandom che volevamo come salvatori di Grogu un sopravvissuto Mace Windu o addirittura Anakin Skywalker non ancora completa avvolto dal Lato Oscuro.

Durante la fuga di Grogu e Kelleran, abbiamo modo di rivedere le cannoniere LAAT, divenuti celebri durante le Guerre dei Cloni, e dei caccia monoposto V-Wing, velivoli visti in The Clone Wars e antesignani dei futuri caccia imperiali. Parlando di astronavi, impossibile non riconoscere il profilo del vascello con cui scappano Grogu e Kelleran, un modello di nave originario di Naboo simile a quello utilizzato da Padmé in La Vendetta dei Sith.

Al netto dei facili richiami alla lore di Star Wars, anche questo episodio di The Mandalorian non manca di cercare dei richiami visivi alla tradizione visiva della saga. L'emozionante inseguimento con i jetpack nella prima parte della puntata ricorda come la famosa corsa d'attacco nei canyon della prima Morte Nera in Una nuova Speranza, mentre la scena di Bo-Katan all'inseguimento della creatura volante che ha rapito Rognar pare una citazione alla scena cult del volo degli elicotteri di Apocalypse Now, che già aveva ispirato una simile inquadratura in Il Risveglio della Forza.

Episodio 5: Il Pirata

Poteva un episodio di The Mandalorian intitolato Il Pirata non contenere numerosi richiami alla più amata canaglia della saga di Star Wars? Ovviamente no, e infatti il quinto episodio della terza stagione delle avventure del Mando non manca di omaggiare il caro vecchio Han Solo in diversi passaggi. Cogliendo l'occasione dell'arrivo di Gorian Shand, il re dei pirati citato nel secondo episodio, abbiamo infatti modo di cogliere alcuni riferimenti alla celebre canaglia corelliana.

A partire da un vero e proprio tormentone del mito di Han Solo, quel 'Han ha sparato per primo' che per anni ha diviso la community di Star Wars. Episodio legato alla Special Edition di Star Wars, in cui veniva messo in dubbio se, durante il diverbio con Greedo prima dell'incontro con Luke e Obi-Wan, fosse stato il contrabbandiere a sparare per primo. Un dubbio che non si palesa nello scontro tra Karga e Shand, che rivendicano entrambi il diritto di colpire per primi quando si tratta di imporre il proprio potere su Navarro. Curioso come sempre in questo dialogo serrato si menzioni anche il Sabacc, il celebre gioco di carte con cui Han aveva vinto il suo Millenium Falcon, sottraendolo a Lando Carlissian, come mostrato sul grande schermo da Solo: A Star Wars Story.

Gli eventi di questo episodio sono anche utili per fare un punto della situazione della politica galattica. La mancata appartenenza di Navarro alla Nuova Repubblica sembra porre il pianeta in una situazione disperata, come scopre il capitano Carson Teva, vecchia conoscenza del Mando. Dopo aver ricevuto una chiamata di soccorso da parte di Karga, occasione perfetta per mostrarci la sua base in cui vediamo X-Wing e Y-Wing oltre al primo Zeb in live action, Teva torna su Coruscant per ottenere un supporto militare per Navarro, scontrandosi invece con la nuova burocrazia della Repubblica.

Il ritorno su Navarro per i mandaloriani, spinti ad aiutare lo stesso Karga con cui in passato si sono scontrati, simboleggia un nuovo inizio. Se nella prima stagione si erano stabiliti nelle fogne di Navarro nascondendosi, ora tornano lottando alla luce del sole, facendoci rivivere le emozioni della loro precedente battaglia tra le vie della cittadina, quando erano accorsi per aiutare Din Djarin a salvare il piccolo Grogu. Questo ritorno consente anche di rivedere la prima forgia su cui abbiamo visto lavorare l'Armaiola, che in Il Pirata non manca di ricordare la Grande Forgia di Mandalore, mentre parla con Bo-Katan.

E mentre Bo-Katan viene sempre più diretta nella sua strada per divenire Mand'alor, il capitano Teva non rinuncia alle sue indagini sulle sorti di Moff Gidedon, scoprendo infine come sia stato aiutato a fuggire. Nell'esaminare il relitto dello shuttle Lambda che scortava Gideon al suo processo, Teva scopre un frammento di un materiale estremamente raro e che rappresenta una prova inquietante: beskar. E solo i mandaloriani sanno come trattare e utilizzare questo minerale, quindi che ci sia un mandaloriano dietro la fuga di Gideon?

Episodio 6: Mercenari

Con il sesto episodio di The Mandalorian 3, Mercenari, la missione di Bo-Katan per ricostruire il popolo mandaloriano compie un ulteriore passo in avanti, spingendola a confrontarsi con il suo passato. Inevitabile considerato come la sua storia sia profondamente intrecciata agli eventi culminati con la Notte delle Mille Lacrime, ma questa sua nuova figura di leader dei figli di Mandalore richiede alla donna di andare oltre ai propri errori.

Necessario quindi riportare in scena personaggi un tempo a lei vicini, che potrebbero aver mal tollerato il suo momento di sconforto che la ha allontanata dalla sua precedente intenzione di ritrovare la Darksaber. Ecco perché in Mercenari compaiono nuovamente Axe Woves e Koska Reese, due dei mandaloriani con cui Bo-Katan era apparsa nella precedente stagione di The Mandalorian. Da fedeli compagni di avventura ad apertamente ostili, tanto da aver abbandonato la sua guida, considerandolo inadatta, e utilizzando la flotta un tempo comandata da Bo-Katan come forza di una milizia mercenaria.

Ed è in questa veste che li incontriamo, mentre sono in cerca di un mon calamari fuggitivo, scappato dal suo mondo per vivere il suo amore con la propria amata, una quarren. Dagli eventi di The Clone Wars sappiamo che tra queste due specie acquatiche originarie di Mon Cal non scorre buon sangue, una rivalità che nelle Guerre dei Cloni è culminata con una guerra intestina fomentata dai Separatisti. La menzione fatta in questo episodio dell'antica faida è il primo riferimento a questa guerra in una produzione live-action di Star Wars. La scena con cui la nave dei mandaloriani si avvicina alla nave di quarren sembra omaggiare il momento in Episodio IV quando l'astronave di Darth Vader cattura la Tantive-IV, la corvetta corelliana su cui viaggia Leia Organa.

Nella loro ricerca di altri mandaloriani, Bo-Katan e Din Djarin arrivano su Plazir-15, mondo indipendente governato da una coppia di reali tutt'altro che sconosciuta. Sono infatti la cantante Lizzo e l'istrionico Jack Black a interpretare la Duchesse di Plazier e il capitano Bombardier, con quest'ultimo che cerca di fare ammenda del suo passato imperiale grazie al progetto Amnistia avviato dalla Repubblica. Un'intenzione che non sembra essere condivisa dal Commissario Helgait, responsabile della sicurezza del pianeta, interpretato nientemeno che da Christopher Lloyd.

La presenza di una forza di lavoro composta da droidi consente di riportare in scena la revulsione di Din per queste creature metalliche, eco della sua esperienza durante la Notte delle Mille Lacrime, quando un'armata di droidi aveva colpito Concordia. La sua ostilità si manifesta apertamente, anche quando lui e Bo-Katan entrano nel Reductor, il locale frequentato da soli robot, che ricorda non poco la celebre scena della taverna in Una Nuova Speranza. Grazie alla presenza dei droidi, riadattati dagli operosi ugnaught, Din ha modo di ricordare il suo amico Kuill, l'ugnaut interpretato da Nick Nolte nella prima stagione della serie.

In questo episodio, dopo che Din e Bo-Katan riescono a compiere la missione affidata loro dai reggenti di Playzir-15, i due mandaloriani vengono trattati da eroi, un onore riservato anche dal piccolo Grogu, che la Duchessa nomina Cavaliere. Non sarà un Jedi, quindi, ma Grogu è comunque un cavaliere. Più complicata l'accoglienza riservata ai due mandaloriani da Axe Woves, che spinge Bo-KAtana ad affrontarlo in duello, prima di lanciarsi in un accorato discorso sul vero senso di esser mandaloriani. Inevitabile che il discorso finisca sulla Darksaber, saldamente in mano a Din, un particolare che per Axe rende Bo-Katana indegna di esser la guida dei mandaloriani.

Un'accusa a cui Din risponde cedendo l'arma volontariamente, esattamente come in Star Wars: Rebels aveva fatto Sabine Wren che aveva ceduto a Bo-Katan la Darksaber.

Episodio 7: Le Spie

Il settimo episodio della terza stagione di The Mandalorian non è solamente la conferma di come la serie con protagonista Din Djarin sia sempre più il pilastro narrativo del nuovo corso del franchise, ma è un attestato di come LucasFilm pianifichi con attenzione ogni operazione legata al mondo di Star Wars. Dimostrazione è come gli annunci durante la recente Star Wars Celebration siano culminati Le Spie, settimo intenso episodio di The Mandalorian.

Dopo averci lasciato con il dubbio sulla sorte di Moff Gideon (Giancarlo Esposito), finalmente scopriamo che l'ufficiale imperiale è non solo vivo, ma parte di un governo ombra composto da altri ufficiali imperiali che mirano a ricostituire l'impero, in attesa di una guida che palesi questo loro obiettivo: il grand'ammiraglio Thrawn. 

Dopo aver appreso dalla sua spia Elia Kane (Katy O'Brian) dei piani dei mandaloriani attraverso una comunicazione segreta tramite un droide sonda imperiale (tipologia introdotta in L'Impero Colpisce Ancora, durante la ricognizione imperiale di Hoth), Gideon avvisa i suoi compagni imperiali, in un incontro che consente di mettere sul tavolo importanti riferimenti agli eventi futuri visti nella Trilogia Sequel. Nel suo arrivare a questo incontro, Gideon passa davanti a dei cilindri di clonazione, tema sempre più presente in The Mandalorian, ma è nel rivolgersi a due ufficiali imperiali in particolare che si percepisce il futuro della saga.

La menzione del nome di Thrawn, per quanto attesa ma sempre gradita, viene accompagnata dall'esordio in live action del capitano Pellaeon. Nato nella Trilogia di Thrawn del Legends, questo ufficiale era il braccio destro del chiss, ruolo rivestito anche nel Canon, dove è stato già affiancato a Thrawn durante il suo periodo all'Accademia Imperiale, come raccontato nei romanzi Canon di Timoty Zahn in cui viene raccontato il passato 'canonico' di Thrawn.

Non meno d'effetto è la presenza di Brendol Hux, intrepretato da Brian Gleeson. Precedentemente presentato in Aftermath,  Hux è il padre di Harmitage Hux (Domnhall Gleeson), l'ufficiale del Nuovo Ordine visto nella Trilogia Sequel. Scoprire che Brendol Hux sia a capo di un progetto Necromante che coinvolge la clonazione potrebbe essere un modo per arrivare alla spiegazione della presenza di Palpatine in L'Ascesa di Skywalker, compresa la clonazione di Snoke. Nuovamente tutti questi indizi, compreso il richiamo a Thrawn, potrebbe esser un richiamo al ciclo di storie di Legends che compongo la Trilogia di Thrawn, parzialmente già introdotta in altre produzioni Canon.

La scelta di andare alla conquista di Mandalore consente di scoprire come ci siano ancora di sopravvissuti sul pianeta natale dei mandaloriani, che veleggiano sulle lande desolate con una sorta di rompighiaccio a vela. Un omaggio a un mezzo creato da Alan Dean Foster nel romanzo La Gemma di Kaiburr (Splinter of the Mind's Eye), considerato il primo romanzo ufficiale del Legends. Nella riconquista di Mandalore, Bo-Katan ha modo di svelare quale sia la verità della sconfitta dei mandaloriani e il suo ruolo, spiegando infine come Moff Gideon sia entrato in possesso della Darksaber.

Nello scontro tra mandaloriani e truppe imperiali guidate da Gideon, Paz Vizla incontra una morte da vero mandaloriani affrontando tre temibili nemici, tre Guardie Pretoriane. Queste guardie sono da sempre associate al Trono Imperiale, viste in Il Ritorno dello Jedi mentre precedono l'arrivo di Palpatine sulla seconda Morte Nera, tornando anche nella Trilogia Prequel durante la scena del combattimento nella Sala del Trono di Snoke.

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