Apple pensa di portare FaceID anche sui Macbook (e sarebbe ora)

Approvato il brevetto del Face ID per i MacBook, ma non è ancora il momento di festeggiare

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple ha registrato un secondo brevetto riguardando l’applicazione di Face ID sui Macbook, il che lascia almeno sperare che diventi realtà. Al momento, tuttavia, non ci sono segnali di una reale applicazione.

Il brevetto ha il solito linguaggio più o meno vago, ma in sostanza descrive un sistema di autenticazione biometrica tramite “riconoscimento di schermi luminosi”, su un computer portatile.

Apple purtroppo non sembra però avere in programma di mettere in pratica questi brevetti, almeno non a breve termine, ed è davvero un peccato. FaceID dopotutto esiste e funziona sugli iPhone ormai da molto tempo, ed è comodissimo. Così come lo è il riconoscimento facciale sugli smartphone Android - che pure è una tecnologia meno raffinata.

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Il riconoscimento facciale esiste da tempo anche su molti portatili Windows, ed è proprio per questo che Apple dovrebbe darsi una mossa. Non solo è comodo per bloccare e sbloccare il sistema, ma è ormai una parte integrante nella diffusione dei passkey - il sistema che potrebbe permetterci di superare l’uso della password. Una missione che, tra l’altro, vede proprio Apple tra le aziende più impegnate.

Alcuni modelli professionali, poi, sono persino in grado di capire quando ci si allontana, bloccando automaticamente il sistema e sbloccandolo poi nel momento in cui torni al computer.

Eppure secondo Apple “non c’è motivo di aggiungerlo”, perché il TouchID sarebbe più che sufficiente. Sicuramente è un sistema di accesso biometrico valido, ma non si capisce perché non mettere anche FaceID. Visto che, dopotutto, l’hardware necessario si potrebbe aggiungere con una spesa minima.

Secondo Ben Lovejoy di 9to5 Mac, tuttavia, ci sarebbe un ostacolo tecnico rilevante. L’hardware per far funzionare FaceID sarebbe troppo spesso per entrare nel sottile coperchio di un MacBook.

A tal proposito, è opportuno ricordare che non si tratta di una semplice videocamera come sugli smartphone Android, ma di un meccanismo che usa diversi sensori - e che anche per questo è più difficile da ingannare. Anche Windows Hello richiede un sistema di sensori 3D per abilitare Windows Hello - di fatto è come se nel portatile ci fosse un piccolo Kinect (per chi si ricorda che cos’era).

L’hardware usato da Apple è diverso, un po’ più ingombrante e generalmente ritenuto più sicuro; e comunque i laptop Windows più sottili non hanno il riconoscimento facciale, forse proprio per questa ragione.