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GPU Boost 2.0: come cambia

Dopo quasi un anno di speculazioni sull'arrivo di una scheda da gioco di fascia alta basata su qualcosa di più complesso del GK104, Nvidia presenta GeForce GTX Titan, basata sul chip GK110. Questa soluzione ha un senso o è solamente troppo costosa?

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 19/02/2013 alle 15:00 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:44
  • Nvidia GeForce GTX Titan 6 GB: GK110 su una scheda per giocare - Parte 1
  • Faccia a faccia con Titan, continua
  • GK110: un carrarmato
  • Titan, prestazioni di calcolo ed equilibrio
  • GPU Boost 2.0: come cambia
  • GeForce GTX Titan: forza bruta con il three-way SLI
  • GeForce GTX Titan: eleganza in un case mini-ITX

GPU Boost 2.0: come cambia

GPU Boost è il meccanismo di Nvidia per adattare le prestazioni delle schede video in base ai carichi di lavoro che devono gestire. Come probabilmente già saprete, i giochi impattano in modo differente sulle risorse della GPU. Storicamente, le frequenze devono essere impostate con in mente lo scenario peggiore. In caso però di carichi di lavoro poco pesanti, le prestazioni possono essere gestite. Il GPU Boost cambia le frequenze in base a differenti variabili.

Nella sua prima versione, il GPU Boost operava all'interno di un target di energia definito, 170 watt nel caso della GTX 680. Gli ingegneri della casa di Santa Clara hanno però capito come superare senza rischi quel livello di energia, almeno in presenza di una temperatura della GPU abbastanza bassa. Perciò, le prestazioni potevano essere ulteriormente ottimizzate.

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In questo modo si arriva al GPU Boost 2.0, che differisce dalla prima versione per il fatto che permette di aumentare la frequenza fino a quando si raggiunge una temperatura di 80 gradi, piuttosto che in base al livello di consumo. Questo significa che vedrete frequenze e tensioni maggiori, fino a 80 gradi, e all'interno del profilo della ventola che siete disposti a tollerare (impostare una velocità della ventola maggiore riduce le temperature, portando maggiori benefici dal GPU Boost). Il meccanismo reagisce all'interno di 100 ms, quindi c'è ampio spazio per Nvidia di rendere questa funzione più reattiva nelle future versioni.

Sicuramente le modifiche dipendenti dalla temperatura complicano maggiormente la verifica delle prestazioni rispetto alla prima versione del GPU Boost. Qualsiasi cosa sia in grado di aumentare o ridurre la temperatura di GK110, altera di conseguenza la frequenza di questo chip. Perciò è difficile raggiungere la coerenza tra un benchmark e la sessione successiva. In laboratorio l'aspetto più importante è avere una temperatura ambiente stabile.

Overvolt

Quando Nvidia crea le specifiche di un prodotto, lo fa prendendo in considerazione cinque anni di vita. Scegliere frequenze e tensioni è un processo che richiede attenzione e deve tenere conto di tale periodo. Superare manualmente le tensioni fa sì che un prodotto scaldi di più, e questo impatta negativamente sulla longevità. Il risultato è che l'overclock è un aspetto sensibile per la maggior parte della aziende e le pratiche standard sono quelle di scoraggiare attivamente gli appassionati dal "giocare troppo" con le specifiche dell'hardware. Anche se i produttori sanno che gente come noi se ne frega di questi vincoli, sono nel giusto quando negano il supporto a quei prodotti che si rompono prematuramente per l'overclock.

Dato che il GPU Boost 2.0 è legato alla temperatura, la tecnologia è in grado di impedire al GK110 di non arrivare a una condizione che lo danneggi. Per questo motivo Nvidia ora consente incrementi di tensione limitati per migliorare il margine di overclock, anche se i produttori  sono liberi di restringere il campo come meglio credono. La nostra GeForce GTX Titan, di default, ha raggiunto un massimo di 1,162 mV, anche se il software EVGA Precision X permette di arrivare a 1,200 mV. Viene inoltre richiesto di prendere coscienza dei maggiori rischi a causa dell'elettromigrazione. Nonostante questo però la garanzia non dovrebbe essere annullata.

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