Apple Watch e rilevazione di anomalie cardiache: ecco i risultati dello studio

Uno studio dell’Università di Stanford ha mostrato che il cardiofrequenzimetro di Apple Watch è stato in grado di rilevare la presenza di una fibrillazione atriale nel 34% degli utenti che hanno ricevuto un avviso sul loro smartwatch.

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a cura di Lucia Massaro

Uno studio dell’Università di Stanford, svolto in collaborazione con Apple, ha mostrato che il cardiofrequenzimetro di Apple Watch è stato in grado di rilevare la presenza di una fibrillazione atriale – un tipo di aritmia cardiaca molto comune – nel 34% degli utenti che hanno ricevuto un avviso dal loro smartwatch. I risultati sono stati resi noti nel corso dell’incontro annuale presso l’American College of Cardiology di New Orleans.

La ricerca – denominata Apple Heart Study – è iniziata nel novembre 2017, prima del rilascio di Apple Watch Serie 4 che include una sorta di funzione di elettrocardiogramma, ed è stata condotta su un campione di 419.297 persone che possedevano un iPhone e uno smartwatch della casa di Cupertino. La maggior parte degli utenti erano giovani, ma quasi 25.000 facevano parte di quella fascia di età più a rischio, cioè gli over 65.

Solo 2.161 partecipanti (0,5%) ha ricevuto un avviso che notifica la presenza di un battito cardiaco anomalo, sintomo di una fibrillazione atriale. Di questi, il 3,2% aveva più di 65 anni, mentre lo 0.16% aveva un’età compresa tra i 22 e 39 anni. Un dato che può essere considerato positivo in quanto riduce al minimo i falsi positivi. Degli utenti a rischio, solo 450 hanno ricevuto e rimandato indietro un nuovo dispositivo per poter effettuare un elettrocardiogramma da casa e sono stati sottoposti a una visita da remoto da parte di un medico coinvolto nello studio. I dati dell’ECG hanno confermato una fibrillazione atriale nel 34% dei casi e di questi Apple Watch ne ha riconfermati l’84%, secondo quanto dichiarato da Marco Perez – specialista in medicina cardiovascolare a Stanford - a The Wall Street Journal.

Gli altri due terzi, invece, non hanno registrato nessuna anomalia durante la settimana di monitoraggio. Gli specialisti, però, specificano che “la fibrillazione atriale è una condizione intermittente” ed è quindi possibile che il battito cardiaco sia stato regolare nel periodo di follow-up. Una motivazione che necessita di ulteriori approfondimenti per capire se si tratta davvero di assenza temporanea di anomalia o di errore di identificazione da parte del dispositivo.

Queste nuove tecnologie applicabili in ambito sanitario che potrebbero fare molto dal punto di vista della prevenzione vengono viste da due prospettive diverse dalla comunità scientifica. Da un lato, c’è chi è fiducioso e crede che gli smartwatch con funzioni “sanitarie” possano aiutare a identificare preventivamente i soggetti cardiopatici, come in questo caso. Dall’altro, invece, c’è chi teme che si possano inviare falsi allarmi che procurerebbero solo inutili ansie e porterebbero a trattamenti non necessari.

Di certo, non si tratta di tecnologie già mature ma sono innegabili i passi in avanti che si stanno facendo in questo senso. Basti pensare, come già detto precedentemente, alla possibilità di poter eseguire una sorta di elettrocardiogramma con il nuovo Apple Watch Serie 4.

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