Abbinamento allo smartphone e interazione

Recensione - Test del Samsung Galaxy Gear, smartwatch della casa sudcoreana che costa 300 euro.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Abbinamento allo smartphone e interazione

Per comunicare con lo smartphone il Gear usa la tecnologia Bluetooth e la connessione può essere effettuata manualmente - come qualsiasi altro dispositivo bluetooth - o sfruttando la tecnologia NFC, mettendo a contatto il dorso del telefono con il dorso dello smartphone. Peccato che il Note 3 che abbiamo usato per la prova non sia proprio un telefonino minuscolo e farlo passare all'interno del cinturino non è la cosa più semplice e comoda che ci sia. Ci abbiamo subito rinunciato per passare al pairing manuale. NFC è una comodità in teoria, e una scomodità nella pratica, almeno se usato con smartphone grandi. 

Per l'abbinamento è necessario scaricare prima l'applicazione Gear Manager dal Play Store, e poi seguire tutti i passi indicati nella guida. Niente di complicato.

Una volta abbinato possiamo iniziare a usarlo, vedremo più avanti l'applicazione Gear Manager e le varie Apps. Lo schermo è touchscreen, quindi per interagire dovrete usare delle gesture. Dalla schermata principale, che è quella dell'orologio, con uno swype dall'alto verso il basso si attiva la fotocamera, che si richiude con uno swype verticale in qualsiasi direzione. Con uno swype dal basso verso l'alto, sempre dalla schermata dell'orologio, si attiva invece il tastierino numerico. Con movimenti orizzontali ci si sposta invece tra i menù delle varie applicazioni. Tenendo invece due dita sullo schermo per meno di due secondi verranno mostrati il task manager con le applicazioni attive e la possibilità di passare velocemente dall'una all'altra o di chiuderle.

Il sensore di movimento interno dovrebbe essere in grado di capire quando muovete il polso per guardare l'orologio, e di conseguenza accendere il display. Ogni tanto funziona, ogni tanto no, ogni tanto si accende quando non serve. Insomma, non è così preciso come vorremmo.

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Quello che manca è una soluzione come quella implementata da LG nel G2, un doppio tap sullo schermo per accenderlo.