Il Samsung Galaxy Nexus

Tra il 2010 e il 2011 Android subì una profonda trasformazione. Le versioni per tablet e smartphone, che erano separate, furono fuse in una sola. Cominciò a farsi sentire la presenza di una rinnovata attenzione al design, e furono introdotti nuovi prodotti come il Galaxy Nexus o il primo Samsung Galaxy Note.

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a cura di Tom's Hardware

Il Samsung Galaxy Nexus

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Una nuova versione tanto importante aveva bisogno di un nuovo dispositivo Nexus, e nel 2011 Google si alleò ancora una volta con Samsung per dare vita al Galaxy Nexus. Il telefono fu presentato insieme ad Android 4.0 a Hong Kong, con una settimana di ritardo rispetto alla presentazione inizialmente programmata, a San Diego; fu osservato qualche giorno di lutto per la morte di Steve Jobs.

Questa particolare presentazione fu insolita, diversa rispetto da quelle a cui siamo abituati, per diverse ragioni. Prima di tutto il nome "Galaxy Nexus" rendeva tremendamente esplicita la presenza di Samsung, così come la presenza dell'azienda sudcoreana all'evento. Di certo non era un caso: il "Gnex", come lo chiamavano i fan, fu reso possibile dalle tecnologie di Samsung, compreso il rivoluzionario (per l'epoca) schermo HD SuperAMOLED a 720p. I dirigenti Samsung era orgogliosi anche del fatto che il telefono fosse sottile, leggero e dotato di curve eleganti; aspetti che avremmo ritrovato nella linea Galaxy S l'anno successivo.

L'esperienza utente offerta da Android 4.0 era nettamente superiore a qualsiasi cosa si fosse vista prima, in ambito Android, e fu questo che rendeva speciale il Galaxy Nexus – oltre al suo hardware impressionante.

Lo schermo ad altissima densità si combinava con l'elegante software di Google, dando al Galaxy Nexus un'impronta molto futuristica. La fotocamera non era la migliore sulla piazza, e lo chassis era in plastica, ma l'esperienza offerta da Android 4.0 faceva la differenza.

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Ma come con i due smartphone Nexus precedenti, anche questo era il risultato di una collaborazione. All'evento di presentazione di Hong King, il fondatore di Android Andy Rubin disse che "le squadre di ingegneri hanno vissuto in un unico edificio per realizzare questo prodotto. Eravamo una sola squadra". Questa volta non era stato usato un processore Samsung, in favore del Texas Instruments OMAP 4460, più a proprio agio con la filosofia open source. Ironicamente, sarebbe stato questo il punto debole del Galaxy Nexus, per via dello scarso (nullo) supporto da parte di TI – azienda che qualche anno dopo è uscita dal mondo degli smartphone; una situazione che compromise, tra l'altro, l'aggiornamento del dispositivo a Jelly Bean.

Anche la commercializzazione del Samsung Nexus ebbe qualche problema. Arrivò prima in Europa ma le scorte erano limitate, e alcuni negozi se ne approfittarono per far pagare un sovrapprezzo a quei clienti che lo volevano entro le prime 24 ore. Negli Stati Uniti la situazione fu resa ancora più complicata dalla concorrenza (a suon di colpi bassi) tra gli operatori. Fu così che praticamente si annullarono le possibilità di successo del "GNex".