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Alla (ri)scoperta di... Ryse: Son of Rome!

Ricordate Ryse: Son of Rome? Fu uno dei titoli di lancio di Xbox One e, purtroppo, non riuscì a lasciare il segno che meritava. (Ri)scopriamolo insieme!

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Avatar di Michele Pintaudi

a cura di Michele Pintaudi

Editor

Pubblicato il 09/08/2022 alle 10:00
Il mondo dei videogiochi, lo sappiamo, è bello perché è vario: tutti noi possiamo infatti trovare, con un minimo di ricerca, il prodotto perfetto per qualsiasi nostro gusto o esigenza… Ovunque e in qualsiasi momento! Questo avviene per tutta una serie di motivi, legati alla tecnologia o al
“semplice” avanzamento culturale, che ci mettono di fronte a un fattore davvero da non sottovalutare: una scelta sempre, sempre più marcata sotto ogni punto di vista.

Il merito è di tutte quelle contaminazioni provenienti da media apparentemente slegati da quello videoludico, come possono ad esempio essere cinema o letteratura. Una delle maggiori influenze arriva però proprio da una fonte che spesso sottovalutiamo qual è la realtà, e più nello specifico la storia del mondo. Esatto, scavando nel passato dell’umanità è possibile trovare l’ispirazione per creare opere uniche e originali: negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi esempi del genere, e Ryse: Son of Rome è soltanto uno di questi. Ve lo ricordate? Iniziamo, come sempre, con un salto indietro di qualche anno…

Dall'Antica Roma con furore

Siamo nel novembre 2013 quando, dopo un’attesa che ai fan parve interminabile, il mondo potè finalmente mettere le mani sulla nuova generazione di console. Con la sua Xbox One, Microsoft mirava a offrire al pubblico qualcosa di unico e realmente innovativo: un progetto che non riuscì forse al 100%, ma che con le nuove Series S/X sta oggi raccogliendo i frutti sperati.

Tra i titoli annunciati per il lancio uno in particolare attira la curiosità di critica e giocatori, catturando l’attenzione sin dal suo annuncio avvenuto molti, molti anni prima. Siamo infatti nel 2004 quando Crytek inizia a lavorare al titoli, che negli anni cambierà molte volte identità prima di divenire ciò che tutti abbiamo potuto ammirare all’uscita: un gioco d’azione hack and slash in terza persona, ben diverso da quell’esperienza Far Cry oriented concepita in origine.

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Anni e anni di lavori per arrivare dunque a fine 2013, con il gioco che come detto farà parte della lineup iniziale di Xbox One. Ryse ci mette nei panni di Marius Titus, centurione romano con alle spalle una storia tutta da raccontare: è infatti poco più di un ragazzo quando, appena tornato dall’addestramento militare, vede la propria famiglia sterminata da un’invasione dei barbari. Un momento questo che segnerà inevitabilmente la sua vita, spingendolo verso quel solo e unico obiettivo che risponde al nome di vendetta.

Nel gioco ripercorreremo passo dopo passo la strada di Marius, in quella che è l’ascesa dell’impero romano e della controversa figura di Nerone: come anticipato in apertura, insomma, la storia riesce a dare una spinta non da poco nel creare un’esperienza originale figlia di… Qualcosa di realmente accaduto.

A livello di gameplay siamo di fronte a un hack and slash frenetico, dinamico e che punta molto su un ritmo incalzante a diversi livelli. Le sezioni di combattimento sono infatti curate nei minimi dettagli, con il giusto mix di Quick Time Events e azione in real time a rendere il tutto capace di divertire senza rinunciare a un buon livello di sfida. Una volta presa confidenza con i comandi sarà poi possibile realizzare combo davvero interessanti, sfruttando spada e scudo per battaglie davvero all’ultimo sangue.

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Con l’avanzare della nostra storia andremo poi ad assistere all’ascesa di Marius fino al grado di comandante, dove potrà organizzare e controllare un intero esercito di romani pronti a morire per difendere l’impero. Dalla disposizione delle truppe al coordinamento degli attacchi, insomma, avremo un bel po’ di aspetti da considerare per trionfare in ogni nostra battaglia.

Quale futuro per Ryse: Son of Rome?

Pur trattandosi di un titolo uscito quasi dieci anni fa, Ryse: Son of Rome risulta ancora oggi visivamente impressionante. Siamo di fronte a un’opera dove è possibile ammirare il motore CryEngine in tutto il suo splendore, per un comparto grafico davvero ricco di particolari capaci di colpire anche a distanza di anni. Il tutto senza tralasciare un accompagnamento audio - sia musicale che a livello di effetti sonori - in grado di coinvolgere e di farci sentire davvero, davvero come se fossimo nel cuore dell’Antica Roma.

Al netto di tutte queste ottime premesse, viene dunque spontaneo chiedersi perché Ryse: Son of Rome non ha lasciato un segno particolare nella storia dei videogiochi? Stiamo comunque parlando di un titolo dal potenziale enorme, nonché di un’esperienza con pochi precedenti: negli anni troviamo infatti decine e decine di strategici ambientati in quel periodo storico, e di contro appaiono ben pochi esempi di titoli appartenenti a un filone più incentrato all’azione. Al sottoscritto vengono in mente soltanto Gladiator: Sword of Vengeance del 2004 e Shadow of Rome uscito l’anno seguente, senza considerare Assassin’s Creed: Brotherhood in quanto esperienza con tutt’altro focus.

Le aspettative erano molto alte, e il responso di pubblico e critica non fu certo in linea con le stesse: pur non avendo mai comunicato dati ufficiali il director di Ryse si disse sempre deluso dai bassi risultati ottenuti, per un gioco che la stampa specializzata recepì in maniera piuttosto tiepida. La lavorazione fin troppo travagliata aveva infatti restituito, a parer di molti, un titolo bello da vedere… Ma senza quel mordente che potesse spingere il pubblico ad appassionarsi davvero. Il tutto penalizzato, sempre secondo parte della critica, da una durata eccessivamente breve: Ryse può infatti essere completato in appena 5/6 ore, e al netto della bontà del prodotto finale non risulta comunque particolarmente rigiocabile. Un’occasione sprecata insomma? Forse in parte sì, ma non manca comunque anche qualcosa di buono.

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Ryse: Son of Rome è infatti un’esperienza sì breve, ma allo stesso tempo immediata e in grado di colpire con una trama interessante e coinvolgente. Quest’ultima avrebbe forse meritato un approfondimento maggiore, e qui entra in gioco un’altra grande incognita: la possibilità di un sequel, che inizialmente sembrava cosa praticamente fatta. Abbiamo usato il condizionale proprio perché, a causa di un conflitto tra Microsoft e Crytek sulla proprietà intellettuale del brand, i lavori non partirono mai in via definitiva: l’azienda tedesca non accettava infatti di cedere i diritti al colosso americano, e nonostante le parti si siano separate in buoni rapporti il progetto è finito col naufragare. Crytek detiene tutt’ora la proprietà di Ryse ma, al momento, non sembra affatto interessata a investire nella produzione di un seguito.

L’avventura di Marius rimarrà senza una degna continuazione? Con lo studio attualmente al lavoro su un titolo dalle dimensioni enormi come Crysis 4 è molto probabile che, almeno per i prossimi anni, un ipotetico Ryse 2 sia del tutto fuori discussione. Come sempre non resta che osservare cosa ci riserverà il futuro, e una qualche sorpresa in questo senso non è comunque mai da sottovalutare.

Nel frattempo vi lasciamo con un duplice invito: il primo è di dare una chance a Ryse, rivivendo questa fantastica avventura che trovate inclusa nel ricco catalogo Game Pass. In secondo luogo vi chiediamo di raccontarci la vostra personale esperienza con un gioco che, in fin dei conti, avrebbe certamente meritato un po’ di fortuna in più. Allora, siete pronti a un bel viaggio nell’Antica Roma?

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