Dal PC alle console

Civilization Revolution è l'ultimo capitolo della leggendaria saga strategica di Sid Meier a fregiarsi di uno stile di gioco che provoca assuefazione (sindrome "ancora un altro turno") e che l'ha resa uno dei franchise più celebri di tutti i tempi. Civilization Revolution è stato concepito e realizzato dal mitico Sid Meier e dal suo team di sviluppo, Firaxis Games, appositamente per console di nuova generazione. Niente mouse e tastiera quindi, ma solo una gran voglia di passare delle notti insonne.

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a cura di Tom's Hardware

Dal PC alle console

Proprio i neofiti sono il target scelto da Firaxis per il passaggio su console della serie. Gli storici fan di Civilization, infatti, potrebbero non vedere di buon occhio l’aspetto cartoon del titolo, caratterizzato da colori piuttosto vivaci e una serie di caricature alquanto goliardiche dei personaggi principali. La voce in stile Sims di Gandhi basta e avanza per rendersi conto che l'evidente austerità dei capitoli PC è lontana anni luce da Revolution.

Un altro aspetto fondamentale di questo capitolo che potrebbe allontanare gli aficionado del mercato PC è l'adattamento dell'interfaccia. Globalmente, gli sviluppatori hanno effettuato un buon lavoro, tuttavia, districarsi con un semplice pad (mouse e tastiera sono un dolce ricordo) tra le varie voci non è un’impresa molto semplice, in particolare nelle prime battute di gioco: a schermo sono infatti visibili menu e sotto menu di ogni genere, voci cliccabili e quanto altro. Un utilizzo intelligente dei consulenti è indubbiamente il miglior modo per sviare dal possibile sconforto iniziale. La più grave mancanza rispetto alla versione PC è comunque quella della mini mappa strategica. Le mappe non sono immense come alcune di Civilization 4, ma è comunque scomodo esplorarle con il solo uso della levetta analogica del pad. Il problema sorge quando si va in esplorazione, mentre passare da una propria città all'altra è semplice, basta premere i bottoni L1 e R1 per andare avanti e indietro tra l'una e l'altra città.

Il passaggio su console e il difficile adattamento al pad, per fortuna, non hanno obbligato a Firaxis a rifugiarsi nell’eccessiva semplificazione dei contenuti, ma c'è stato comunque qualche compromesso. Possiamo dire che la profondità di gioco non è stata quasi intaccata e che il titolo conserva le sue più grandi qualità. Ovvero moltitudine di parametri da gestire affiancati ad una curva d'apprendimento progressiva che rendono l'insieme accessibile a tutti. Il gioco è inoltre munito della solita, utilissima "Civilopedia", che raccoglie tutte le regole, le numerose biografie e descrizioni storiche dei personaggi, le descrizioni delle unità, degli edifici e delle meraviglie. Tra i più sensibili cambiamenti nella struttura originale ci sono la durata della partite e la velocità di scorrimento del tempo, entrambe notevolmente accelerate - in due ore si può completare un’intera partita a livello facile. La gestione dei cittadini è a sua volta semplificata, non esiste più il concetto di felicità e infelicità, tutto si riassume genericamente sotto la "cultura". Più cultura si produce e più i cittadini sono contenti e maggiormente si espande l'area d'influenza della propria civiltà. Anche le forme di governo sono state molto semplificate, mentre nei titoli per PC erano un fattore chiave per determinare la propria strategia, ora sono quasi accessorie.

La parte militare è stata raffinata, seguendo le novità di Civ 4, con vari gradi di esperienza e abilità speciali per ogni unità e la possibilità di creare eserciti composti da tre battaglioni dello stesso tipo. Anche la costruzione delle strade è stata semplificata: ora basta pagare tot monete per creare collegamenti veloci tra le varie città.

Insomma, una serie di scelte di semplificazione, alcune intelligenti, altre molto forzate, che da un canto pongono Revolution un paio di gradini sotto Civilization IV, attualmente ancora il miglior episodio della serie. Dall'altro lo rendono finalmente giocabile su console. Il fascino del gioco c'è tutto ma, per fare una metafora, è come passare dal gioco degli scacchi a quello della dama. Servono sempre ottime doti di logica e strategia, ma il primo per via delle infinite possibilità di mosse e tattiche richiede complessivamente maggiore concentrazione.