Un mondo difficile, un universo cupo

Recensione - Halo: Reach è il nuovo episodio della serie che tutti aspettavamo.

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a cura di Tom's Hardware

Un mondo difficile, un universo cupo

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Ritroviamo la formula dei primi Halo che offre una gran varietà di scenari, ambientazioni e obiettivi, cosa che mancava terribilmente in ODST.

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Si incatenano dunque gli interni cupi, le grandi strutture aperte e gli ambienti esterni. É da notare che questi scenari così vasti offrono una molteplicità di percorsi, riducendo la linearità del gioco al minimo indispensabile. Questa campagna, composta da una decina di missioni, si concluderà in circa 8 ore abbondanti. Sarà tuttavia fonte di rammarico l'assenza di obiettivi secondari, come la ricerca di segreti nascosti.

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Quest'universo cupo è gestito da una versione rivista del motore grafico di Halo 3, ormai vecchio. Il risultato non è affatto male, anche se saranno tutti d'accordo nel dire che non si tratta di un Uncharted 2. Non preoccupatevi, in ogni caso il gioco è ben fatto, e l'Universo di Halo è presente in tutto il suo splendore. Martin O'Donnel, dal canto suo, ancora una volta si è guadagnato la pagnotta, con una colonna sonora epica nel perfetto stile della saga. Alcuni apprezzeranno anche il remix di alcuni brani, già sentiti nei giochi precedenti. La nuova grafica e la colonna sonora tendono a fare di Reach l'Halo più riuscito da questo punti di vista, anche il più coinvolgente e cupo, seppur si sarebbe potuto fare di più.

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