Hip Hop ed etichette sulla torta

La musica nei videogiochi veicola le vendite e diventa sempre più strategica nel panorama statunitense.

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a cura di Dario D'Elia

Hip Hop ed etichette sulla torta

"Inizialmente le etichette discografiche e gli stessi musicisti non erano troppo convinti. Ma poi quando le vendite di Dance Dance Revolution hanno raggiunto le 10 milioni di unità tutto è cambiato", ha dichiarato Jason Enos, senior product manager del gioco per Konami. "La gente ora lo cerca. Paragonato agli altri giochi, DDR e quelli musicali offrono alle etichette e agli artisti più chance di influenzare i giocatori negli acquisti di CD e tracce audio".

Infatti, non a caso, gli artisti hip hop sono stati i primi a comprendere il valore promozionale dei videogiochi. Chris "Ludacris" Bridges è stato il prime mover della compagine accettando che un suo pezzo diventasse colonna sonora di un titolo. "Get Off Me" è così sbarcato su Madden NFL 2000. Da allora le collaborazioni con le software house si sono rafforzate: ecco quindi musiche su Def Jam Vendetta e NBA Ballers: Phenom.

Il produttore dei Gorillaz, Dan "The Automator" Nakamura, con NBA 2K7 è riuscito a spingere oltre questo meccanismo, coinvolgendo artisti del calibro di Mos Def, E-40, A Tribe Called Quest e altri. "Ho avuto l'opportunità di non lavorare con le regole delle etichette. Ho potuto fare quello che volevo nel rispetto dei diversi tipi di audience", ha sottolineato Nakamura.

"La maggior parte dei contratti musicali per i giochi, negli Stati Uniti, riguardano le licenze, ma alcuni editori dispongono di budget hollywoodiani che permettono anche di assumere compositori famosi", ha dichiarato James Mielke, redattore del sito di gaming 1UP.com.

Tommy Tallarico, che ha collaborato nei progetti Spy Hunter 2, Tony Hawk's Pro Skater, Wild 9, è considerato uno dei compositori per videogiochi più quotati degli Stati Uniti. Una notorietà che però non può essere lontanamente paragonata a quella che circonda in Giappone Nobuo Uematsu, il guru che si nasconde dietro le musiche della saga di Final Fantasy.

"Vi è più collaborazione in Giappone; il videogioco è considerato un veicolo culturale", ha dichiarato Mielke. I concerti dedicati a Final Fantasy, ad esempio, hanno un seguito paragonabile a quello che ebbero i Beatles.