Dai 30anni in Namco alla Tokyo Polytechnic University

Pac-Man è uno dei videogiochi più famosi al mondo, clonato decine di volte e disponibile in innumerevoli varianti. Eppure è molto probabile che in pochi conoscano Toru Iwatani, il suo creatore.

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a cura di Tom's Hardware

Dai 30 anni in Namco alla Tokyo Polytechnic University

Dopo Pac-Man, che nel 2005 si aggiudicherà il Guinness World Record come videogioco commerciale di maggior successo della storia, Iwatani si dedica allo sviluppo di Libble Rabble (1983) in cui il giocatore deve raccogliere dei funghetti evitando vari nemici.

Libble Rabble

La nuova creatura del designer giapponese non riscuote particolare successo, ma questo non lo ferma dall'immaginare e progettare nuovi software pensati per emozionare il grande pubblico.

Nel corso del trentennio successivo, Iwatani si distacca sempre più dalla parte operativa, trasformandosi in quello che lui stesso più volte definisce "amministrativo". In particolare le attività di Iwatani si sviluppano all'interno di un gruppo di lavoro di 40 persone, in cui si discute di nuovi media, software educativo e concetti annessi alla formazione. Il papà di Pac-Man affronta il tutto sempre con l'idea di rendere l'apprendimento un divertimento, convinto che tale approccio sia il più proficuo tra quelli attuabili.

La sua filosofia è ben descritta dalla personale visione di game designer:

"You must understand people's souls (kokoro) and be creative enough to imagine things that can't be thought or imagined by others. You must be compelled to do something a little bit different than the rest of the crowd and enjoy being different. You must also be able to visualize the images that will make up the game, and you shouldn't compromise with the first easy idea that comes to mind. In the last analysis, you must enjoy making people happy. That's the basis of being a good game designer, and leads to great game design."

[È necessario capire l'anima delle persone (Kokoro) ed essere abbastanza creativo per immaginare cose che altri non riesco a pensare o immaginare. Devi essere obbligato a fare qualcosa di un po' diverso rispetto e godere di tale diversità. È, inoltre, necessario essere in grado di visualizzare il gioco, senza scendere a compromessi rispetto alla prima, semplice, idea che viene in mente. In ultima analisi, è necessario godere nel rendere felici le persone. Questa è la base per un buon game designer, e porta alla creazione di un grande gioco.]

Proprio l'essenza di condivisione e di apertura, porta il papà di Pac-Man ad interessarsi ad una particolare iniziativa congiunta tra la Namco e la Tokyo Polytechnic University (TPU) per promuovere la cultura e lo sviluppo dei giochi. Dopo una serie di intensi seminari, e dopo aver percepito l'entusiasmo dei giovani studenti, Iwatani decide di accettare la proposta della TPU (2007) di diventare docente a tempo pieno del "Department of Game, Faculty of Arts, Tokyo Polytechnic University", finalizzato a risollevare la difficile situazione nipponica nel settore dello sviluppo dei giochi:

"I thought it more important to pass on the know-how that I've accumulated over the last 30 years to the next generation. Right now, the state of career training in the Japanese games industry is on the verge of crisis"

[Ritengo che sia fondamentale trasmettere il know-how che ho accumulato negli ultimi 30 anni alla prossima generazione. In questo momento, lo stato della formazione professionale nel settore dei giochi in Giappone è sull'orlo della crisi]

Iwatani presso il laboratorio alla Tokio University

Grazie al suo impegno, oggi la TPU è all'avanguardia nella ricerca del connubio giocatore-gioco, tanto da aver, ad esempio, specifiche strutture per monitorare l'attività cerebrale per indagare a fondo, e scientificamente, sul rapporto tra i giochi e la reazione del cervello umano.

Da sottolineare, infine, che nel 2010 Iwatani è stato insignito del Guinness World Record, sempre per Pac-Man, come gioco arcade più installato di sempre.

Il professor Iwatani all'assegnazione del Guinness World Record