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The Crew Motorfest, come si sviluppa un gioco arcade di corse automobilistiche

Siamo stati a Bologna, durante l'evento di presentazione di The Crew Motorfest, per parlare con gli sviluppatori di Ubisoft.

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Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 15/09/2023 alle 10:46
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The Crew Motorfest è il nuovo capitolo della serie "The Crew”, popolare saga racing game arcade che ha riscosso un buon successo nel corso degli anni grazie a un supporto continuativo atto a introdurre nuovi veicoli e sfide. Per la prima volta nella serie ci spostiamo in una nuova ambientazione, le isole delle Hawaii.

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Durante la presentazione del gioco a Bologna abbiamo colto l’occasione per parlare con Stéphane Beley, Senior Creative Director e Paul Narducci, Gameplay Director di Ubisoft Ivory Tower, alcuni degli sviluppatori, per capire meglio cosa significa realizzare un gioco di corse automobilistiche.

La prima curiosità che abbiamo chiesto è stata la differenza di forza e tempi per sviluppare un gioco da zero, e un sequel. Il primo The Crew ha richiesto circa 7 anni di sviluppo, in cui era coinvolto un team di dimensioni contenute, circa una sessantina di persone. Motorfest ha richiesto invece circa 4 anni. Quando si realizza un gioco da zero è necessario creare tutto, dal motore grafico (o l’implementazione di un motore grafico all’interno dell’impianto del gioco), alla logica di gioco, il sistema di guida, insomma tutta quella parte tecnica che definisce il funzionamento del gioco stesso. Una volta creata questa parte si passa alla realizzazione più creativa, dall’implementazione degli asset grafici, la storyline, le modalità di gioco, insomma tutti quegli elementi meno tecnici che poi definiscono il gameplay. E quest’ultima è la parte più difficile sotto il profilo creativo, infatti occupa più tempo rispetto alla programmazione più tecnica.

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Sette anni, o anche quattro anni per un capitolo come Motorfest non sono pochi, poiché nell’ambiente ludico siamo abituati a vedere tantissimi nuovi giochi ogni anno, e alcuni di questi definiscono i nuovi standard dell’industria. Per sperare che un nuovo gioco sia di successo, questo dovrà essere quantomeno al livello dei giochi sul mercato, se non migliore. Ciò significa che i cambi di rotta durante uno sviluppo sono repentini e definire una strategia e dei traguardi e poi raggiungerli con tranquillità sembra l’esatto opposto di quello che accade all’interno di un team di sviluppo. I cambi di rotta e le modifiche sono all’ordine del giorno, l’attenzione al mercato è maniacale e i rischi di dover rivoluzionare completamente un’idea nel corso d’opera sono concreti.

L’evento di presentazione è avvenuto in Lamborghini, in una giornata in cui si sono ammirate da vicino tutte le supercar dell’azienda bolognese, tra cui l’ultima nata Lamborghini Revuelto, che potrete guidare all’interno del gioco. Per questo motivo abbiamo chiesto come fosse il rapporto tra uno sviluppatore di giochi e un produttore di auto, e come le auto virtuali venissero implementate all’interno del videogioco. La risposta in questo caso non è stata solo una poiché, come nel caso di Lamborghini, Ubisoft ha potuto contare su una grande disponibilità nel vedere e ricevere tutte le informazioni necessarie per importare i modelli tridimensionali delle auto, nonché altri dettagli come il sound del V12 e l’impianto di scarico. Questo accade, all’incirca, con la maggior parte dei brand di auto. Differente è invece la riproduzione del feeling di guida. Non è possibile provare ogni singola auto, non solo perché in un gioco come The Crew Motorfest sono disponibili più di 600 mezzi da guidare, ma soprattutto perché in un gioco arcade riprodurre in maniera maniacale il feeling di guida non è necessario.

Il videogioco deve essere divertente, motivo per cui in The Crew Motorfest non ci sono solo auto, ma anche motociclette, aerei e barche. L’approccio dello sviluppatore è inserire tutti i dati tecnici disponibili e lasciare che sia l’impianto tecnico del gioco a utilizzarli per far comportare l’automobile in maniera differente. Si inseriscono tutti i dati reali, come dimensioni, peso, potenza motore, dati di accelerazione, trazione e altri, e sfruttando questi dati il veicolo virtuale si comporterà in maniera differente utilizzando i motori grafici e fisici.

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La realtà virtuale non è mai decollata veramente, ma ciò nonostante se c’è una tipologia di videogiochi in cui la VR è perfetta è proprio questa tipologia di esperienze. Perché quindi The Crew Motorfest non offre una modalità in realtà virtuale ? La risposta è stata molto semplice: perché sviluppare un gioco in VR costa molto. Proprio perché si tratta di una nicchia, secondo lo sviluppatore non avrebbe avuto senso investire nella creazione di tale modalità. Se, e quando, la realtà virtuale diventerà qualcosa di più diffuso, soprattutto nel mondo console che rappresenta ancora una bella fetta di videogiocatori, allora potrebbe avere senso avviare lo sviluppo.

Nonostante i videogiocatori Xbox e Playstation siano sempre molti, è indubbio che negli ultimi anni il PC Gaming ha visto una forte rinascita, e questo fenomeno non sembra arrestarsi. Abbiamo quindi chiesto come funzionasse lo sviluppo di un gioco oggigiorno, se venisse ancora sviluppato prima per console e poi portato su PC, o se nel frattempo qualcosa fosse cambiato. Ubisoft ci ha confermato, prima di tutto, che sviluppare un gioco per PC o per console non è differente, cioè la difficoltà è la stessa. Quello che cambia è la parte di ottimizzazione che su PC richiede molto più tempo, proprio perché sappiamo che l’hardware è differente. Se ottimizzare un gioco per console significa lavorare su un unico sistema, per PC significa prendere in considerazione decine e decine di modelli di schede grafiche e processori, di conseguenza il processo è più complicato.

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Abbiamo chiesto infine cosa pensassero del mercato emergente delle console portatili. Oggi è probabilmente ancora più piccolo rispetto a quello della realtà virtuale, ma sembra che questo fenomeno sia in ascesa e le console portatili siano qui per restare. Abbiamo trovato interesse in questa domanda, ma dopotutto le console portatili come Ally o Steam Deck sono dei PC, a livello di hardware, quindi lo sviluppo del gioco non viene impattato. Anzi già oggi alcuni utenti staranno giocando a The Crew su console portatili. Probabilmente l’unica accortezza che gli sviluppatori dovranno fare (NdR) sarà realizzare dei profili d’impostazioni specifici, come ad esempio succede con Cyberpunk che offre il profilo “Steam Deck”, che definisce una serie di impostazioni grafiche che possano offrire prestazioni decenti sulla console portatile.

The Crew Motorfest è disponibile su PC, Xbox Series X|S, Xbox One, PS4 e PS5. Potete comodamente acquistarlo da Amazon in formato fisico.

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