Panasonic GX1 - Sul campo

Quattro mirrorless di ultima generazione a confronto da Nikon, Olympus, Panasonic e Sony, per saggiare le potenzialità dei nuovi formati fotografici.

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a cura di Tom's Hardware

Panasonic GX1 - Sul campo

La GX1 è una mirrorless sofisticata che strizza l'occhio agli amatori evoluti, magari un po' vecchio stampo, che non vedono come un plus il contenimento delle dimensioni a tutti i costi e/o l'eccesso di automatismo. Naturalmente anche la GX1 può essere utilizzata come punta-e-scatta, ma la ghiera di selezione dei programmi ne favorisce l'utilizzo più creativo. Disponibili i programmi PASM, una modalità "effetti speciali" con 8 scelte predefinite e la modalità scena con 17 scelte possibili.    

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Il menu, ben organizzato, consente di districarsi bene tra le numerose opzioni disponibili ma, proprio a causa delle molte scelte possibili e delle ampie possibilità di personalizzazione (disponibili tra l'altro due programmi personalizzati), la GX1 richiede qualche tempo prima di essere padroneggiata completamente, soprattutto per chi arriva da una compatta. Dopo averci preso la mano, offrirà una rapidità d'esecuzione impareggiabile e con un feeling "da reflex". I comandi sono efficaci e l'auto-focus, come già anticipato, ci ha stupito per reattività e sicurezza dell'agganciare il soggetto, anche in condizioni difficili.

Il display touch screen ha i suoi pro, tra cui il più importante (e unico davvero significativo a nostro avviso), la selezione immediata del punto AF. In generale non ci convince però su questa categoria di fotocamera, come crediamo non convinca molti di quegli utenti "prosumer" che rappresentano i potenziali clienti della GX1. Siamo quindi stati lieti di trovare un interfaccia rivista e molto meno invasiva della versione vista sulle compatte dello stesso marchio, con la possibilità di nascondere i comandi on screen; volendo è quindi possibile ignorare completamente questa funzione fino a dimenticarsi della sua esistenza.

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Prima di passare oltre, spendiamo due parole sullo zoom 14-42 PZ, che ha la particolarità di essere estremamente compatto da chiuso. Quasi un "pankake". Contando la focale equivalente a 28-82 mm, si tratta di un obbiettivo tuttofare sufficientemente versatile da costituire, almeno inizialmente, l'unico obbiettivo del corredo. É - purtroppo - dotato di un comando zoom motorizzato che inizialmente disorienta, e non rappresenta a nostro avviso la soluzione migliore - uno zoom motorizzato non sarà mai veloce come uno manuale. In ogni caso è un prezzo che tutto sommato saremmo disposti a pagare avendo in cambio un'ottica che sta nella tasca di un giubbotto.       

Anche in questo caso il flash integrato non è potentissimo (NG 7,6 - 160 ISO), ma non manca una slitta a contatto caldo per unità esterne.