Mani di fata

La produzione agricola e le tecnologie più recenti: il loro legame.

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a cura di Tom's Hardware

Mani di fata

La NASA ha lavorato a lungo su un dispositivo che fosse in grado di raccogliere delicatamente un frutto da un albero, in previsione di future missioni spaziali. Nello spazio, infatti, le piante saranno un elemento necessario, perché possono offrire aria pulita, filtraggio dell'acqua, e una riserva di cibo. Un robot, però, potrebbe aver difficoltà a riconoscere un frutto maturo, e ancora di più a raccoglierlo senza rovinarlo. Al momento, la soluzione migliore è questo, che è dotato di mani a quattro dita, capaci di afferrare, girare, tirare e fare tutti i gesti necessari, almeno con i pomodori. I ricercatori sostengono che ha una percentuale di successo del 95% in laboratori, e dell'85% in serra.

Piccoli e operosi

Siamo abituati a pensare alle macchine agricole come giganti che si aggirano per i campi, poggiati su ruote mastodontiche e collegati ad attrezzi dalle proporzioni titaniche. Anche i piccoli robot, tuttavia, possono rendersi utili, nei campi. Questi Ag Bots sono abbastanza minuti da camminare tra le file di piante, alla ricerca di erbacce e parassiti, oppure per analizzare la terra. Li stanno sviluppano presso l'Università dell'Illinois, dove hanno in cantiere anche un versione "grande", di circa 30 centimetri, chiamata Ag Ant e che, secondo loro, dovrebbe costare solo 150 dollari.

Dall'aria all'aria

La terra agricola inutilizzata, negli ultimi anni, è stata usata, tradizionalmente, per la costruzione di strutture di vario tipo, oppure è rimasta abbandonata e incolta. Questi spazi inutilizzati negli ultimi anni sono stati riempiti dai generatori eolici, che producono molta energia elettrica, difficile però da immagazzinare e conservare.

Una possibile soluzione è quella proposta alla Iowa Stored Energy Park, dove l'energia in eccesso sarà usata per creare un'enorme riserva d'aria compressa, che può essere conservata più facilmente. Questo progetto è patrocinato dal Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti, e da più di un centinaio di aziende, che hanno contribuito con 200 milioni di dollari alla costruzione del sistema da 268 Megawatt. Questa installazione sarà completata nel 2011, e sarà la prima del suo genere, ma se ne sta già costruendo una seconda, in Texas.