Corpo macchina ed ergonomia

Test OM-D E-M5 II. Un significativo passo avanti rispetto al modello da cui deriva, condivide molte caratteristiche con quelle del modello di punta E-M1, per convincere l'appassionato più esigente che le Compact System Camera sono tutt'altro che un compromesso!

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina ed ergonomia

Il design della OM-D E-M5 II non si discosta sostanzialmente da quello del modello precedente, che di fatto ha introdotto nel mondo delle mirrorless lo stile delle classiche SLR. Come tutte le Olympus della serie OM-D, richiama volutamente quello dello reflex OM realizzate a cavallo degli anni 70'/80', come si vede dalla foto seguente:

Olympus OM-D E-M5 del 2015

Olympus OM-D E-M5 del 2015

Olympus OM-2 del 1975
Olympus OM-2 del 1975

Questa somiglianza è, a nostro avviso, uno degli aspetti che rende particolarmente accattivante la macchina e la distingue dai concorrenti! Tutte le persone cui l'abbiamo mostrata sono rimasti favorevolmente colpiti dal suo look, d'impronta volutamente professionale ma con quello stile retrò che oggi piace tanto. La fotocamera che gli si avvicina di più come concetto è la Fujifilm X-T1, che benché sia di dimensioni confrontabili, monta un sensore APS-C.

L'E-M5 Mark II rappresenta un compromesso ideale tra portabilità, funzionalità e qualità dell'immagine. Grazie alle sue dimensioni compatte, mediamente il 34% più piccola e 36% più leggera della media delle reflex digitali, questa Olympus permette al fotografo di non farsi troppo notare ma al contempo di portare a casa risultati di livello professionale.

Olimpus E-M5 Mark II

Il peso di 417 g per il solo corpo non è proprio trascurabile considerata la tipologia di macchina, ma bisogna tener conto del fatto che è un concentrato di tecnologia e vanta una struttura in lega di magnesio di qualità e robustezza che ha pochi rivali. Resiste infatti a spruzzi d'acqua, polvere e gelo (fino a – 10°C).

Olympus OM-D E-M5 II

La cura costruttiva e il livello delle finiture è molto elevato, come da tradizione del marchio. La scocca, come molte altre parti, sono realizzate in metallo, così come le ampie ghiere con taglio a diamante, di generose dimensioni, posizionate in modo intuitivo.

Poiché il corpo macchina è relativamente piccolo e il display posteriore da 3", la superficie a disposizione non lasciava poi così tanta libertà ai progettisti nella scelta dei comandi da implementare. Secondo il nostro punto di vista, il costruttore ha fatto un ottimo lavoro, trovando un compromesso ideale tra dimensioni e manovrabilità degli stessi, a tutto vantaggio dell'ergonomia.

Sul lato frontale, oltre al tasto di sblocco dell'obiettivo e quello di anteprima della profondità di campo, che rischia di essere azionato inavvertitamente con l'anulare della mano destra (fortunatamente senza alcuna conseguenza), troviamo il connettore syncro per il flash esterno.

Sul lato superiore, a sinistra, si trova il tasto di accensione e la ghiera dei modi, con tanto di blocco di sicurezza. La finitura in metallo lucido rende ben visibili le scritte solo in determinate condizioni di illuminazione esterne, quando la superficie della stessa non riflette totalmente la luce incidente.

Olympus OM-D E-M5 II

A destra del pentaprisma, spiccano due ghiere facilmente azionabili. Quella coassiale al pulsante di scatto effettua la compensazione dell'esposizione a passi di 1/3 di stop fino a ±5. L'altra, di diametro leggermente inferiore, serve a regolare il valore del parametro scelto in base al programma, ad esempio tempo o diaframma. Tuttavia, la funzionalità di queste ghiere può essere modificata mediante un'apposita levetta:

Olympus OM-D E-M5 II

Spostando la levetta a destra dell'oculare dalla posizione 1 alla posizione 2, la ghiera coassiale al pulsante di scatto cambia i valori ISO, l'altra il bilanciamento del bianco

Troviamo poi il tasto di registrazione diretta e ben tre tasti personalizzabili su sei. Di default azionano l'HDR (Fn4), il controllo sulle luci/ombre (Fn2) e la selezione per lo scatto in Live View con il monitor posteriore o il mirino elettronico (Fn3).

In questo caso, l'implementazione della Fn3 è un po' diversa dal solito. Infatti, in modalità Live View la fotocamera si comporta come tutte le altre mirrorless, permettendo d'inquadrare dal monitor posteriore oppure dal mirino, che si aziona automaticamente appena si accosta l'occhio all'oculare grazie al sensore di prossimità. Premendo Fn3, si abilita la modalità Viewfinder, quindi per l'inquadratura entra in funzione solo l'EVF e al monitor posteriore è lasciata l'indicazione dell'overview di tutte le impostazioni, cioè l'equivalente del tasto Q (Quick MENU).

Olympus OM-D E-M5 II

Quando ci si trova in Live View, l'equivalente del tasto Q è svolto invece dal tasto OK al centro del multi-controller.

Il lato posteriore è dominato dal display LCD da 3", completamente orientabile, sovrastato dall'ampio mirino elettronico con rapporto d'ingrandimento di 1,36. Sulla destra, quattro tasti dal significato ovvio e il multi-controller (arrow pad). I comandi, pur essendo di piccole dimensioni, sono facilmente azionabili.

L'impugnatura è corretta, grazie anche alla sagomatura posteriore per il pollice che facilita il grip. Impeccabile l'ergonomia.

La SD Card s'inserisce in uno sportellino sul lato destro, mentre sul sinistro un secondo occulta la presa per il microfono esterno, l'USB e la micro clean HDMI.

Olympus OM-D E-M5 II

Manca l'uscita cuffia per monitorare l'audio dei filmati, disponibile tuttavia acquistando a parte il battery grip HLD‑8.

Olympus HLD-8

Olympus HLD-8