Sul campo

Recensione - Test della Olympus PEN E-P5, l'attuale top della gamma mirrorless dedicata al pubblico consumer. Con molte soluzioni derivate dalla OM-D E-M5, autofocus veloce e raffica da 9 fps, può infastidire persino le reflex di fascia alta.

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a cura di Tom's Hardware

Sul campo

La Olympus PEN E-P5 è piuttosto compatta (in termini di millimetri, aggiunge poco o nulla ai precedenti modelli della serie) ma anche piuttosto pesante per la categoria, a causa del robusto corpo in metallo. A nostro parere, questo è senza dubbio un vantaggio data la robustezza che ne deriva, ma chi è abituato a maneggiare corpi in policarbonato potrebbe valutare la cosa in modo differente. 

I programmi di scatto comprendo i "creativi" PASM, un programma iAuto che si occupa di ogni aspetto tecnico, una modalità video, una modalità Scene e una dedicata ai filtri artistici, oltre a una peculiari modalità di composizione di scatti multipli della quale diamo qualche esempio in queste pagine.

Le Scene sono 23 in tutto, compresa una modalità 3D. I filtri artistici sono invece 12 (Pop art, Soft focus, Colori chiari, Toni leggeri, Grana pellicola, Foro Stenopeico, Diorama,  Cross process, Sepia, Toni drammatici, Key line e acquerello). Non siamo in genere grandi fan dei filtri creativi, ma nei modelli Olympus troviamo che questa funzione sia ottimamente implementata e che la resa stessa dei filtri sia un gradino superiore alla media; interessante, a proposito, la possibilità di effettuare un bracketing sui filtri: un solo scatto produrrà un'immagine "standard" e tutte e 12 le varianti creative, a spese di qualche secondo di attesa per l'elaborazione e la scrittura - attenzione solo a non saturare la memory card.

Esempio di scatto composto, ottenuto automaticamente in-camera.

La fotocamera si è dimostrata molto reattiva. Il sistema autofocus ha prestazioni davvero eccellenti: in modalità punto singolo supera molte reflex consumer, e utilizzando tutti i 35 punti la perdita di prestazioni è comunque contenuta - difficile immaginare di meglio tra gli AF a rilevazione di contrasto.

Sempre a proposito di autofocus, aggiungiamo poi che ben difficilmente la E-P5 non riesce ad agganciare correttamente il soggetto, e che a differenza delle reflex che utilizzano AF a rilevazione di fase, i  35 punti della E-P5 coprono praticamente tutto il campo inquadrato.

Che dire, poi, della raffica: ben 9 fps con messa a fuoco solo sul primo fotogramma, 5 fps con messa a fuoco continua. Ma, soprattutto, è la sua durata a impressionare: abbiamo contato 16 fotogrammi consecutivi in formato RAW+JPEG a 9 fps, e questo è un risultato che ben poche mirrorless possono vantare. Chi desidera ancora di più, non può che rivolgersi a corpi reflex hi-end, con ben altri costi e ingombri.

L’efficacia dello stabilizzatore ottico, dopo aver provato la OM-D E-M5 non è stata una sorpresa, ma lo sarà per chiunque non l'abbia mai sperimentato dato che consente (ovviamente di fronte a soggetti immobili) di scattare a mano libera con tempi nell'ordine di 1/8 di secondo, normalmente "impossibili" senza l'ausilio di un cavalletto. Sempre utile, per concludere, la funzione di livella elettronica, disponibile su entrambi gli assi.