Panasonic DMC-GX7, la mirrorless di qualità che vede nel buio

Recensione - Test della mirrorless Panasonic GX7, modello compatto e di fascia alta che si segnala per usabilità e una sensibilità del sistema autofocus fuori dal comune.

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a cura di Alberto De Bernardi

La Panasonic GX7 è una mirrorless di fascia alta destinata a un pubblico esigente ed esperto, magari al secondo corpo,  che desidera far evolvere la sua passione per la fotografia dotandosi di uno strumento performante, tanto dal punto di vista qualitativo quanto funzionale.

Soprattutto da questo secondo punto di vista, la GX7 ha molto da offrire. Il corpo macchina è compatto, come sempre nel caso delle mirrorless, ma non tanto da sacrificare impugnatura o dotazione di comandi; una doppia ghiera consente, ad esempio, di avere sempre sotto controllo tempi, diaframmi e compensazione esposimetrica. Il ridotto spessore poi consente, con l'ottica "giusta", di passare quasi inosservati in quelle circostanze, vedi street photography, dove è un vantaggio per il fotografo essere quasi invisibile. Con il 20mm f/1.7 pancake, ad esempio, la GX7 ricorda una fotocamera a telemetro. Infine, impossibile non notare e non citare il display e il mirino orientabile. Ebbene si, non è un errore: sulla GX7 non è solo il display posteriore ad essere orientabile verticalmente, ma anche il mirino elettronico, che può passare dalla classica disposizione orizzontale a una verticale che facilita le riprese dal basso, richiamando un po' alla memoria le vecchie fotocamere con mirino a pozzetto.

Sotto al cofano, gli aggiornamenti rispetto ai modelli precedenti possono sembrare minimi, dato che la risoluzione del sensore è rimasta pari a 16 Mpixel, ma in effetti anche all'interno del corpo macchina le novità sono sostanziali. Il sensore è stato infatti ridisegnato e, sebbene formato e Mpixel non siano variati, sono aumentate le dimensioni dei fotoricettori; inoltre sono state ridisegnate le microlenti, per catturare più luce, soprattutto ai bordi. Risultato: miglior comportamento in basse luci e minore vignettatura ai bordi dell'immagine. Le nuove prestazioni in basse luci del sensore si accompagnano a quelle del sistema autofocus, che stando alle specifiche lavora correttamente fino a -4 EV (la luminosità di una notte di luna piena). Forse non a tutti questo dato sembrerà degno di nota, ma si consideri che le ammiraglie di Canon e Nikon, due corpi reflex da circa 6000 euro di listino rinomati per le prestazioni in luce scarsa, sono date entrambe fino a -2 EV.

Ciliegina sulla torta, il sensore è ora montato su un supporto mobile che effettua la compensazione del micromosso con qualsiasi ottica (si disabilita in presenza di ottiche già stabilizzate).

Il prezzo del prodotto, rilevato online al momento della prova, è pari a circa 1000 Euro per il solo corpo, e pari a circa 1200 Euro per il kit con il 20mm f/1.7. Le nostre prove sono state effettuate con il 20mm f/1.7 pancake e con il nuovo X-Vario 12-35mm f/2.8, pregevole zoom ad apertura costante equivalente a 24-70mm.