Se non cambia il prof., non cambia nulla

Rinnoviamo il dibattito sulla digitalizzazione, sperando di andare oltre lo sterile tema dell'ebook.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Se non cambia il prof., non cambia nulla

TH: quindi il libro digitale, il tablet e la tecnologia in generale ci permetterebbero di abbandonare la tradizionale lezione frontale? Quella secondo cui l'insegnante racconta e trasmette nozioni a una platea sostanzialmente passiva?

SG: Sì, si può uscire dal paradigma della lezione frontale, il nostro esperimento ha dato risultati entusiasmanti. Se ti dico prima di spiegartela che le nostre lezioni serviranno a produrre e a fare certe cose, i ragazzi sono motivati. Grazie anche al digitale.

TH: insomma il discorso sulla digitalizzazione della scuola c'entra pochissimo con l'introduzione di LIM, PC, ebook e tablet, ma ha a che fare con un discorso più profondo, giusto?

SG: Si parla sempre di tablet, ma quello è uno strumento, ferraglia. Si parla di connessione e di PDF. Ma didattica digitale significa una cosa più alta e più bella. Oggi purtroppo il dibattito verte solo sull'opportunità d'introdurre l'ebook, ma c'è ben altro per migliorare la didattica.

C'è la LIM, che alcuni usano bene e altri come fosse una lavagna di ardesia. Sono strumenti, ma la differenza la fanno le persone, il personale della scuola. Che ci piaccia o no i nostri ragazzi, i cosiddetti nativi digitali, apprendono in modo diverso. Inutile stare dietro a discorsi tipo "ai miei tempi". Oggi è diverso, non possiamo inseguire il passato e i suoi modelli didattici.

TH: molti però obiettano che troppa tecnologia a scuola renda il lavoro degli studenti troppo facile. Da molte parti si è sentito dire che basta fare copia e incolla da Wikipedia o da un altro sito, e anche molti insegnanti sono contrari. Come stanno le cose?

SG: Non è vero che la tecnologia banalizza, né che la tecnologia rende stupidi. Al centro dell'apprendimento ci dev'essere sempre il buon docente, preparato, che possa dire se un certo video contiene errori. Non bisogna banalizzare Internet, e però molti parlano senza avere cognizione di causa.

Il problema sono anche i docenti, quelli che senza un libro non saprebbe cosa dire ai propri alunni. Questo è il problema serio, di cui nessuno parla. Sulla questione della cultura dei docenti non si fa chiarezza: è più semplice usare la tecnologia in classe che avere un profilo su un social network, o persino di usare la posta elettronica. Il docente deve restare al centro del processo di apprendimento, non la tecnologia.