Le competenze che fino a ieri erano considerate fondamentali per costruire una carriera nel campo informatico stanno perdendo la loro centralità, sostituite da nuove abilità che privilegiano la rapidità di apprendimento e l'adattabilità.
A suggerirlo è Anton Osika, amministratore delegato trentacinquenne di Lovable AI, una piattaforma che utilizza l'intelligenza artificiale per semplificare la programmazione. Secondo la sua visione, l'intelligenza artificiale ha eliminato la necessità di possedere conoscenze tecniche approfondite e anni di formazione specialistica per trasformare le idee in prodotti funzionanti.
Osika ha quindi un interesse diretto, visto che la sua azienda promette di fare cose da informatici senza conoscere la programmazione. Sappiamo che in verità questi strumenti sono tutt'altro che perfetti, e come regola generale oggi è ancora necessario essere programmatori competenti. Con il miglioramento costante degli LLM, tuttavia, domani le cose potrebbero essere diverse. Osika poi non è l'unico ad avere questa visione, anche se non manca chi la pensa in modo contrario.
Intanto il vibe coding si diffonde: il termine termine che descrive l'utilizzo di assistenti di programmazione basati sull'IA come Lovable, Cursor e Replit, che consentono di convertire richieste scritte in linguaggio naturale direttamente in codice funzionante. Questa metodologia ha attirato l'attenzione persino di Sundar Pichai, amministratore delegato di Google, che ha ammesso pubblicamente di utilizzare il "vibe coding" per divertimento nella creazione del proprio sito web.
I giganti della tecnologia confermano il trend
La validazione di questo approccio arriva direttamente dai vertici dell'industria tecnologica. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha ribadito durante il London Tech Week di giugno che l'intelligenza artificiale permette agli utenti non tecnici di scrivere codice semplicemente fornendo istruzioni in inglese semplice. Questo elimina la necessità tradizionale di apprendere linguaggi di programmazione complessi come Python e C++.
Lovable AI di Osika è una di quelle aziende che sta cercando di trasformare il vibe coding in un business specifico. Invece di Geminti o ChatGPT, offrono un chatbot ottimizzato per la programmazione, che - almeno in teoria - è in grado di generare codice migliore.
Il risultato è che letteralmente chiunque può creare un programma informatico partendo da un'idea. Il che è, ammettiamolo, una cosa meravigliosa. Tuttavia se poi il codice non funziona o ha bisogno di una qualche modifica, solo un vero programmatore sarà in grado di intervenire (almeno per ora).
Nuovi criteri di selezione per un mercato in evoluzione
Nelle decisioni di assunzione della sua azienda, Osika applica criteri che riflettono questa nuova realtà del mercato del lavoro tecnologico. La velocità di apprendimento e la capacità di adattamento hanno acquisito un peso maggiore rispetto alla formazione accademica tradizionale o alla posizione attuale nella carriera del candidato.
"Mi interessa di più quanto velocemente qualcuno impara e si adatta piuttosto che dove si trova oggi", spiega Osika, sottolineando come la capacità di realizzare prodotti di alta qualità rapidamente sia diventata più preziosa dei titoli di studio convenzionali.
I numeri di Lovable AI testimoniano l'efficacia di questo approccio innovativo. L'azienda, che attualmente impiega 45 dipendenti a tempo pieno e ha 16 posizioni aperte principalmente a Stoccolma, vanta oltre 2,3 milioni di utenti attivi e 180.000 abbonati paganti. Il mese scorso ha raggiunto simultaneamente lo status di "centauro" (aziende con ricavi annuali ricorrenti superiori ai 100 milioni di dollari) e di "unicorno" (valutazione superiore al miliardo di dollari).
Questa evoluzione non significa che la formazione in informatica sia diventata inutile, come precisa lo stesso Osika, ma piuttosto che il suo valore si è trasformato e che i punti di forza del settore si sono spostati altrove. La nuova frontiera privilegia chi sa sfruttare gli strumenti di intelligenza artificiale per materializzare rapidamente le proprie visioni creative, indipendentemente dal percorso formativo tradizionale seguito.