5 motivi per guardare Made in Abyss, l'anime ora su Prime Video

Perché guardare Made in Abyss? La serie anime, appena tornata su Prime Video, ha almeno 5 punti di forza con sé. Scopriamo quali sono.

Avatar di Livia Soreca

a cura di Livia Soreca

Dall'8 luglio, su Prime Video, è nuovamente possibile guardare Made in Abyss. La seconda stagione della serie anime arriva in Italia con un episodio alla settimana, in lingua originale e sottotitolata, ma presto sarà doppiata in italiano da Dynit, come accaduto per gli episodi precedenti. Tratta dall'omonimo manga di Akihito Tsukushi, la prima stagione approda sul piccolo schermo nel 2017, arrivando qui solo 4 anni dopo.

Il promettente prodotto dello studio Kinema Citrus è diretto da Masayuki Kojima e riscuote subito un gran successo: le due stagioni, intervallate da un lungometraggio (Made in Abyss: Dawn of the Deep Soul), ricoprono finora gran parte dell'arco narrativo dello strabiliante racconto di Tsukushi.Vale la pena guardare Made in Abyss? In effetti era uno dei 10 anime più attesi dell'estate, e per questa domanda esistono almeno cinque risposte.

5 motivi per guardare Made in Abyss, l'anime su Prime Video

Guardare Made in Abyss è una splendida avventura

Di cosa parla la storia di Tsukushi? La piccola Riko e il suo nuovo amico Reg, un curioso bambino-robot dalle origini ignote, partono all'avventura per discendere l'Abisso, una profondissima voragine al centro della città di Orth, oggetto di studi ed esplorazioni da tempo immemore. Spinti dalla voglia di ritrovare Lyza, madre di Riko, e di scoprire i segreti dell'Abisso, intraprendono un pericolosissimo viaggio destinato a riservare sorprese inimmaginabili.

Questa avventura è, sin da subito, quasi ipnotica per lo spettatore. Tra mondi inesplorati, oggetti e personaggi misteriosi, l'intero universo di Made in Abyss esercita un potere immenso su chi si avvicina all'opera, stimolando continuamente la curiosità e infondendo l'insaziabile voglia di andare avanti per conoscere sempre più, esattamente come accade per i protagonisti. È come se il potere dell'Abisso sfondasse lo schermo e catturasse anche il pubblico nella vita reale. La narrazione segue quel giusto ritmo che permette allo spettatore di arrivare pian piano ad alcune soluzioni, con alcuni colpi di scena da lasciare senza fiato.

Di evidente ispirazione Dantesca, il viaggio verso i 7 strati dell'Abisso segue una classica struttura: ogni strato possiede elementi caratterizzanti, i protagonisti fanno diversi incontri che condizioneranno il cammino da quel momento in poi. La discesa in profondità equivale ad una crescita personale, all'evoluzione psicologica. Riko diventa sempre più ingegnosa e legata a Reg, il quale a sua volta diventa sempre più forte e consapevole di sé. Non si tratta dunque di un mero viaggio fisico, ma di un percorso dei protagonisti molto più complesso di quello che sembra.

Un magnifico world building

Il mondo di Made in Abyss è un complesso sistema che, tuttora, nasconde molteplici segreti. Sin dai primi episodi, ad attirare l'attenzione è il misterioso Culto dell'Abisso, nato intorno alla grande voragine che, col tempo, è stata mappata grazie ad esperte squadre di Esploratori. Anche la società di Orth, infatti, prevede una stratificazione. La gerarchia è scandita dai Fischietti: ogni classe, a cui corrisponde un colore, ha compiti specifici. Riko, ad esempio, inizia la propria avventura come apprendista (Fischietto Rosso), ed è figlia di un Leggendario Fischietto Bianco, la categoria più alta, le cui scoperte hanno cambiato il mondo.

Queste hanno permesso di creare dettagliate mappe di tutto lo scibile riguardo l'Abisso, il cui fascino è indescrivibile. Così come il manga, anche l'anime mostra di volta in volta la rappresentazione di ciascun strato, aiutando lo spettatore ad individuare la posizione dei protagonisti. Ancora una volta, l'ispirazione a Dante e alla Divina Commedia è evidente: i disegni di questa immensa struttura ad imbuto ricordano tanto la lunga discesa negli Inferi.

Nel corso del tempo, viene fuori qualcosa di strabiliante: ogni strato possiede un distinto ecosistema, l'uno differente dall'altro. In ogni livello vige una serie di leggi naturali e fisiche ben precise; la fauna è caratteristica di ogni luogo, in quanto essa ha dovuto adattarsi nel tempo a determinate condizioni ambientali impossibili da trovare altrove. Tutto è documentato e classificato, eppure c'è ancora molto altro da scoprire. L'intero universo che si cela all'interno della grande voragine è frutto di un incredibile lavoro di fantasia e immaginazione, misto ad una minuziosa conoscenza delle vere leggi fisiche per poter poi stravolgerle senza cadere nella contraddizione. Ogni ecosistema, nella propria visione surreale, trova un nesso all'interno di sé.

Quali sono, finora, i piccoli mondi più affascinanti? Sicuramente la Foresta della Tentazione nel secondo strato, in cui l'Abisso comincia a manifestare i primi pericoli. Qui c'è qualcosa di davvero curioso: un'area chiamata Foresta Sottosopra, in cui le leggi della gravità sono ribaltate. Man mano che si scende in profondità, i luoghi mutano e mostrano le proprie particolarità, nonché maggiori rischi per la vita di chi vi si inoltra. Nessun ambiente è uguale all'altro e ogni elemento è curato nei minimi dettagli. Guardare Made in Abyss significa trovarsi di fronte ad una molteplicità di ambientazioni: un progetto grandioso e forse inimitabile.

La vera particolarità di Made in Abyss

Come accennato, man mano che si scende in profondità c'è sempre un maggiore rischio di non poter proseguire. Cos'è che accade davvero? Questa misteriosa voragine è dominata dalla cosiddetta Maledizione dell'Abisso, la quale si intensifica uno strato dopo l'altro, provocando agli Esploratori effetti sempre più disastrosi e pericolosi, oltre ogni immaginazione.

Finché i protagonisti sono nei primi livelli, Made in Abyss non ha modo di mostrare la sua vera natura, ma quando le ostilità si manifestano, quest'opera cambia radicalmente tenore, incupendosi sempre più. La scelta di bambini come protagonisti è ciò che di più ingannevole possa esserci, insieme ad uno stile grafico, del manga come dell'anime, fin troppo "carino" per poter presagire qualcosa di terribile. In tal senso, l'opera riesce ad essere illusoria in maniera fin troppo astuta: ormai lo spettatore è catturato e desideroso di sapere, e difficilmente tornerà indietro ora che la curiosità è stuzzicata a dovere.

Dopo un consistente assaggio nella prima stagione, Made in Abyss si sbizzarrisce in Dawn of the Deep Soul, un film indispensabile per proseguire la narrazione, un passo obbligato verso qualcosa di terribile. È così che, specialmente nella sua versione animata, il racconto di Akihito Tsukushi svela la propria violenza e la propria crudeltà, in un modo diverso da quello a cui il pubblico è forse abituato. Qui il dolore e la sofferenza non sono quasi mai frutto di meri combattimenti o spettacolari momenti d'azione. Si è di fronte ad una scelta precisa: quella di mostrare il male nella sua forma primordiale. Non si parla tanto di protagonisti e antagonisti, quanto di vittime e carnefici.

Il patimento riservato a Riko, Reg e soprattutto Nanachi, un nuovo personaggio, è grande e ingiustificato; essi sono i martiri di figure maligne, come Bondold incontrato nel sesto strato. Queste sono corrotte dalla sete di sapere - quella morbosa, nociva - e dalla convinzione di poter avere il controllo di tutto. È come se Made in Abyss volesse uscire da quegli schemi autoimposti in cui il dolore colpisce solo gli adulti, o solo seguendo un determinato percorso. Questa terribile storia riesce a mostrare la vera natura del male e la possibilità che questo ferisca anche - e soprattutto - la bontà e l'innocenza. Così come la Maledizione dell'Abisso, anch'esso non risparmia nessuno, e questa è una presa di coscienza, nonché un duro contatto con la realtà, che forse soltanto Made in Abyss riesce a trasmettere in questo modo.

Impossibile non amare i personaggi

Fatta eccezione per chi ce la mette davvero tutta per farsi odiare, quasi tutti i personaggi principali di Made in Abyss riescono subito a suscitare simpatia e affetto. Non si tratta solo dell'aspetto tenero dei protagonisti: ognuno di loro possiede una caratterizzazione psicologica singolare, mai data per scontata o lasciata in balia degli eventi. Riko, bambina super intelligente, spavalda e coraggiosa, si avventura con Reg, timido e insicuro in un primo momento. Come si è detto, ogni personaggio - Reg in particolare - subisce un'evoluzione nel tempo, all'insegna di un viaggio che mira prima di tutto alla crescita personale e alla scoperta di sé. I due bambini conoscono il valore dell'amicizia, gli affetti, si infondono forza, fiducia e coraggio. Sono personaggi positivi, buoni, che incoraggiano a non arrendersi mai. Inoltre, la loro natura infantile dà spazio a moltissimi intermezzi spontanei e buffi che rappresentano una bella boccata d'aria nel mare di dolore che  Made in Abyss sa essere.

Di alcuni, purtroppo, si sa ancora troppo poco. È il caso di Lyza, la madre di Riko, che finora ha suscitato grande curiosità. C'è ancora un certo alone di mistero sulle figure del passato, segreti che forse la seconda stagione riuscirà a svelare. L'ingresso di Nanachi, una bambina con le fattezze di un coniglio, mescola ancor più le carte in tavola, creando tra i tre protagonisti un legame profondo e inscindibile. Questa nuova figura, ormai parte integrante del trio, possiede un passato terribile, doloroso, che fa avvicinare ancor più il pubblico. Proprio come lei, anche altri personaggi secondari sono sormontati da brutti ricordi che riemergono durante la narrazione, suscitando empatia nello spettatore.

La seconda stagione, con il suo incipit, introduce subito personaggi inediti. La voce narrante è quella di Vueko, una giovane orfana entrata poi a far parte della Ganja, una squadra pronta a solcare i mari per trovare la Capitale Dorata. Sono eventi appartenenti al passato, come le tinte sbiadite delle immagini vogliono suggerire. C'è poi Belaf, altro membro della squadra, saggio e incoraggiante verso la piccola ed insicura Vueko; infine Wazukyan, il comandante della Ganja, un uomo maturo con tante cicatrici sul volto, su cui c'è ancora tanto da scoprire. La nuova stagione, finora, non ha mostrato molto, eppure alcuni dialoghi mirano già a creare un'affinità tra il pubblico e questi nuovi personaggi, Vueko in particolare. Saranno effettivamente in grado di catturare la simpatia dei fan così come hanno fatto Riko, Reg e Nanachi finora?

Una versione animata ben riuscita

Kinema Citrus compie un lavoro esemplare con l'adattamento animato, mantenendo una notevole somiglianza con i disegni di Tsukushi, aspetto che i fan amano molto. Guardare Made in Abyss è quasi vedere le pagine del manga prendere vita. Lì dove il foglio di carta incontra i propri limiti, l'anime riesce a trovare una valida soluzione. Ogni strato dell'Abisso presenta una propria palette di colori volta a diversificare tempo e luogo, e la miriade di elementi naturalistici si presta perfettamente ad uno stile e un gusto estetico estremamente gradevoli. Le scene d'azione, come quelle in cui i protagonisti scappano da pericolose creature, sono rese con animazioni fluide e dinamiche, a cui si uniscono effetti visivi di grande impatto. Particolari sono le sequenze in cui Red sfoggia le sue misteriose capacità, tra turbinii di luci e colori.

Anche il carattere crudo e violento di Made in Abyss è accentuato dall'uso dell'animazione, la quale sceglie di non edulcorare nulla, ma anzi di intensificare ciò che dalle tavole del manga risulta statico e forse meno impressionante. Se da un lato questo non è propriamente un aspetto positivo, dall'altro Kinema Citrus si dimostra in grado di captare persino la sfumatura più cruda dell'opera e trasporla sullo schermo con effetti ed espedienti efficaci, per quanto suscitino effetti terribili nel cuore dello spettatore.