Batman/Catwoman 1, recensione: Tom King e la decostruzione del Cavaliere Oscuro

Batman/Catwoman 1 di Tom King e Clay Mann è il primo numero della maxi serie che chiude le trame iniziate dall'autore su Batman.

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a cura di Domenico Bottalico

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Batman/Catwoman 1 segna l'esordio in Italia, grazie ovviamente a Panini DC Italia, della maxi serie di 12 numeri firmata da Tom King e Clay Mann con cui l'apprezzatissimo scrittore di Mister Miracle e Omega Men chiude idealmente la sua gestione di Batman dopo un riscontro di pubblico a dir poco contrastante e soprattutto dopo la decisione da parte della dirigenza DC di interrompere prematuramente la sua permanenza sulla testata regolare del Cavaliere Oscuro.

Batman/Catwoman nasce quindi dall'esigenza di dare una chiusa alla lunga trama "orizzontale" che ha contrassegnato di fatto la gestione firmata da Tom King e contemporaneamente dare all'autore un "palcoscenico" nuovo, più fresco e slegato dalle esigenze della serie regolare, e sicuramente più consono al suo stile di scrittura.

Batman/Catwoman 1: quello che non uccide...

In Batman/Catwoman 1, i due eroi hanno ripreso la loro relazione. Dal passato tuttavia ritorna un vero e proprio fantasma, il primo vero amore di Bruce ovvero Andrea Beaumont. Dopo essere diventata una vigilante e successivamente ritenuta morta in un incendio in cui venne coinvolto anche Joker, la donna è ora viva e vegeta e chiede l'aiuto di Bruce per rintracciare suo figlio scappato a Gotham.

Catwoman è ovviamente sospettosa e un po' gelosa anche se il ritorno improvviso dalla morte non è inusuale nel mestiere degli eroi e dei criminali mascherati. Intanto seguiamo altre due Catwoman: la prima, nel futuro, fa visita ad un arzillo vecchietto. I due si salutano come vecchi amici, ma chi sarà davvero l'ospite che accoglie Selina? La seconda nel passato viene avvicinata da Joker durante un furto. La richiesta è commettere un omicidio: perché Selina rifiuta categoricamente?

Batman/Catwoman 1: decostruzione e comfort zone

Che la gestione di Batman firmata da Tom King non fosse paragonabile a nessuna delle gestioni immediatamente precedenti sul personaggio era stato subito evidente. Sin dalle primissime pagine infatti il suo Batman non era di certo quello tutto azione e reazione di Scott Snyder né il testimone autocosciente della propria storia editoriale e narrativa imbastito da Grant Morrison (giusto per citare i due esempi più vicini). Al contrario, partendo con trame muscolari e tutte azione, l'autore aveva iniziato una lenta ma certosina decostruzione del personaggio. Nulla di nuovo all'orizzonte se non fosse che ad un certo era apparso evidente che l'oggetto di tale decostruzione non fosse Batman bensì Bruce Wayne.

Volano di questa decostruzione era stato il rapporto con Catwoman ed il suo apice era stato il mancato matrimonio fra i due. In una tensione fra un effettivo e duraturo cambio dello status quo del personaggio ed una continua sottrazione delle certezze, per non dire elementi narrativi imprescindibili per il personaggio, King si era alienato una parte di lettori. Nella seconda parte della sua gestione poi, questo alienamento era stato sempre più evidente e marcato costringendo DC ad un cambio al timone della serie.

Tuttavia questo non ha impedito a Tom King di avere uno spazio per concludere le sue trame ritornando così di prepotenza su quel rapporto fra Batman e Catwoman, vero perno narrativo e ideologico della sua gestione, con Batman/Catwoman.

Batman/Catwoman 1 è in questo senso l'ennesimo cambio di struttura narrativa per Tom King che scava in un altro angolo della vasta produzione batmaniana recuperando addirittura alcune suggestioni del Batman pre-Crisi sulle Terre Infinite e trovando poi una nuova comfort zone da condividere con i fan ovvero attingendo, e rimettendo idealmente in continuity, il personaggio di Andrea Beaumont dal film animato cult Batman - Mask of the Phantasm.

L'inizio è decisamente intrigante, seppure, come in tutte le opere di King, è difficile capire esattamente quale sia l'entità della storia che verrà raccontata. L'intreccio di tre piani temporali diversi permette allo scrittore di dare libero sfogo al suo stile di scrittura sempre votato alla sottrazione e costituito da sottintesi e dialoghi mai troppo esplicativi. L'aspetto più interessante rimane però il drastico cambio di punto di vista nella narrazione che da Batman (estremamente introspettivo e debitore del Cavaliere Oscuro degli anni '70 così come firmato da Steve Englehart) passa a Catwoman diventando più "passionale" ma anche meno "sicuro" esplorando alcune zone grigie precedentemente tralasciate per dare spazio alla più classica delle decostruzioni psicologiche.

È presto per dire se Batman/Catwoman sia una prosecuzione/conclusione più soddisfacente per le trame lasciate in sospeso da Tom King dalla sua gestione di Batman sta di fatto però il cambio di prospettiva e l'incipit sono decisamente interessanti.

Batman/Catwoman 1: il neo-classicismo di Clay Mann

Clay Mann è l'interprete perfetto delle sceneggiature di Tom King. Lo si era visto sullo sfortunato Eroi in Crisi dove il suo lavoro grafico era stato inequivocabilmente la proverbiale "marcia in più" e in Batman/Catwoman arriva la conferma della sua completa maturazione sia dal punto di vista del segno che della costruzione della tavola. Sarà anche per l'evidente ispirazione della stessa sceneggiatura di King, ma anche Mann si fa influenzare da Batman: The Animated Series.

Impossibile non notare l'influenza dello stile Dark Decò, non tanto nell'estetica (a parte una sequenza iniziale c'è pochissimo spazio per ambienti/ambietazioni gotiche o neoliberty) quanto nell'atmosfera generale delle tavole e nella scelta delle inquadrature (vedasi per esempio l'unica breve sequenza d'azione che richiama lapalissianamente lo stile registico della serie animata). I neri, ma soprattutto, i giochi di ombre diventano quindi fondamentali e vengono implementati in maniera diversa, seppur sempre efficace, nelle tre linee temporali su cui è dislocata la narrazione.

Graficamente, la ricerca di Clay Mann è sempre stata votata verso un realismo che esaltasse l'anatomia più statuaria, e di matrice tipicamente americana, delle figure sia maschili che femminili. In questo primo albo è facilissimo rintracciare questa matrice sia nella flessuosa sensualità di Catwoman che nella imponenza di Batman. Linee lunghe e spezzate, tratteggio evidente per esaltare espressività e dinamicità sono le caratteristiche del disegnatore che non le tradisce ma al contrario le implementa in una costruzione della tavola ora più ordinata e tradizionale ora più eterogenea con figure sbordate e riquadri più ampi e aerosi.

Un lavoro eccellente, così come ormai ci ha abituato Clay Mann, che diventa il canovaccio per un ideale neo-classicismo della scuola americana, quella stessa scuola che si era rifatta nei due decenni precedenti a John Byrne prima e Jim Lee poi, ma che qui trova smorza l'esuberante ipertrofia anatomica in un più ricercato equilibrio formale.

Da sottolineare anche l'ottimo lavoro di Tomeu Morey ai colori e alle luci. Il colorista parte infatti proprio dall'illuminazione scegliendo una colorazione molto materica, in cui emerge in alcuni frangenti addirittura il pastello, ricavando palette diverse per ogni sequenza e linea temporale. Basti vedere le differenze dei toni di grigi per i costumi degli eroi, uno dei pochi segnali che ci permette di orientarci durante la lettura.

L'albo

Panini DC Italia ha deciso di pubblicare la maxi serie di 12 numeri in albi spillati da 32 pagine per € 3 con classico formato comic book ovvero 17x26 cm. Si tratta di una scelta comune a molti editori internazionali della DC (in Spagna per esempio si è adottato lo stesso formato). Per quanto riguarda la cura editoriale, la editor italiana della serie firma due redazionali: il primo, molto puntuale, fa un "riassunto" degli avvenimenti che collegano la maxi serie alla a quanto letto su Batman (la serie regolare) mentre il secondo si sofferma sulle origini del personaggio di Andrea Beaumont e su come il rapporto fra Batman e Catwoman sia stato trattato nella seminale Batman: The Animated Series.

Molto buoni sia la traduzione che l'adattamento italiano, la carta scelta è patinata ma non lucidissima e dall'ottima grammatura. Da segnalare anche in coda all'albo una piccola galleria di copertine variant. A tal proposito da Panini DC Italia ha pubblicato una Variant Metal per l'albo firmata da Francesco Mattina.