Batman - L'impostore, recensione: tonight he grins again

Sulla scia di The Batman, Panini DC Italia ripropone in volume Batman - L'impostore di Mattson Tomlin, Andrea Sorrentino e Jordie Bellaire.

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a cura di Domenico Bottalico

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Cavalcando l'arrivo nelle sale di The Batman, Panini DC Italia ripropone in volume Batman - L'impostore ovvero la miniserie di tre numeri uscita per l'etichetta Black Label e realizzata da Mattson Tomlin (co-sceneggiatore non accreditato proprio della nuova pellicola) coadiuvato dall'italiano Andrea Sorrentino alle matite (Freccia Verde, Joker - Il Sorriso che Uccide) e Jordie Bellaire ai colori.

Batman - L'impostore: tonight he grins again

La Dottoressa Leslie Thompkins viene improvvisamente svegliata nel cuore della notte dal rumore di una finestra che si infrange: nel suo salotto c'è Batman privo di coscienza e gravemente ferito. D'istinto la Dottoressa lo soccorre togliendogli la maschera e scoprendo così che il vigilante, che è comparso a Gotham City da circa tre anni, è in realtà Bruce Wayne. Esterrefatta, la Thompkins decide di aiutare il giovane Bruce facendolo diventare ufficialmente un suo paziente, di modo da mantenere la confidenzialità e quindi il suo incredibile segreto, e obbligandolo a delle sessioni di terapia rivisitando così i traumi e le scelte che l'hanno portato a diventare Batman.

Nelle complesse sessioni di terapia, Bruce Wayne sembra inamovibile: Batman sta facendo la differenza, il crimine è diminuito a Gotham. Tuttavia la sua attività non solo ha allertato il Dipartimento di Polizia di Gotham ma anche i così detti "poteri forti", i 1% della città che vedono nel vigilante un deterrente per gli affari. Quando Batman sembra improvvisamente cambiare il suo modus operandi, giustiziando tre piccoli criminali gettandoli da un tetto, la Detective Wong inizia una indagine che la porta dapprima ad ascoltare il proprietario della Wesker Capital, sul cui tetto si è consumata una delle ultime esecuzioni del Cavaliere Oscuro, e poi a rimettere insieme i pezzi di un complesso mosaico: Batman è un uomo solo o un gruppo organizzato, e perché di colpo ha modificato il suo modus operandi dandosi all'omicidio?

Bruce Wayne afferma con veemenza alla Dottoressa Thompkins che qualcuno sta agendo sotto le mentite spoglie di Batman proprio mentre la Detective Wong inizia a seguire una interessante pista, quella del denaro: come può infatti un uomo disseminare cavi d'acciaio sui grattacieli e nascondere motociclette in giro per la città senza una grossa disponibilità finanziaria? La detective parte ovviamente dall'uomo più ricco della città: Bruce Wayne.

Intenzionato a smascherare l'impostore, Bruce inizia una relazione con la Wong guadagnandosi la sua fiducia e avendo accesso, per quanto possibile alle informazioni in possesso del Dipartimento di Polizia. Mentre l'operato del Batman impostore subisce una drammatica escalation, Batman è messo alle strette e dopo aver seguito l'unica pista attendibile, un testimone, è costretto ad una improbabile alleanza proprio con la Detective Wong che porterà ad una drammatica risoluzione del caso legata proprio agli esordi del Cavaliere Oscuro.

Batman - L'impostore, un Cavaliere Oscuro analogico e settantiano

Ogni cinecomics di successo riporta in primo piano l'annosa questione di riuscire a convertire gli spettatori in lettori. In questo senso il giustificatissimo entusiasmo per il film di Matt Reeves con Robert Pattinson (recuperate la nostra recensione di The Batman) ha trovato sponda fertile non solo nel vasto catalogo Panini DC Italia che annovera tutti i grandi classici batmaniani (recuperate il nostro articolo: Batman - I Fumetti Essenziali) ma anche una serie di proposte nuove e fresche pensate proprio per lettori neofiti. Nello specifico Batman - L'impostore è una operazione pensata proprio per coloro che vorrebbero ritrovare le stesse atmosfere del film. La miniserie di Mattson Tomlin e Andrea Sorrentino infatti condivide con la pellicola non solo premesse simili ma anche lo stesso approccio "analogico" al Cavaliere Oscuro.

Tomlin gioca con rimandi più o meno espliciti proprio con i grandi classici citati poco sopra al fine di rendere più familiare, soprattutto ai lettori più navigati, quella che si configura sin dalle primissime pagine come una classica storia di detection. Se però il film di Reeves virava verso territori più afferenti al thriller, Batman - L'impostore si mantiene invece più sul procedural richiamando sì i "soliti" Anno Uno, Il Lungo Halloween, Vittoria Oscura ma anche la produzione degli anni '70 del Cavaliere Oscuro quella dove la componente umana e psicologica di Bruce Wayne iniziava ad essere messa in primo piano.

Tomlin, imbastendo una sceneggiatura semplice ma efficace, si appoggia ora a stilemi più spiccatamente fumettistici ora a brusche accelerate cinematografiche ma è la dimensione televisiva quella che più o meno a metà volume prende il sopravvento. Da un lato infatti è evidente il richiamo a Paul Dini e al lavoro compiuto nella seminale Batman - The Animated Series, dall'altro il gioco del doppio narratore omodiegetico, la Dottoressa Leslie Thompkins e la Detective Wong, permettendo di indagare su Batman e su Bruce Wayne in maniera parallela, efficace e spesso inedita.

Tuttavia è impossibile non notare anche l'influenza di David Simon e del suo The Wire nel modo in cui l'autore metta al centro della narrazione Gotham. Batman e Gotham sono una sinergia indissolubile, il cuore tematico del personaggio è in questa dicotomia etico-sociale imprescindibile e Tomlin vuole tornare, con piglio moderno e taglio realistico, alle origini del personaggio: le azioni di Batman come influenzano e modificano il microcosmo giuridico ed etico di Gotham? Cosa comporta per un solo uomo prendere in carico l’amministrazione della “giustizia”?

Ad onor di cronaca, c'è da sottolineare come proprio nella seconda metà del volume la storia perda un po' di mordente. Il mistero del Batman impostore viene eccessivamente diluito con un paio di twist che non riesco alla perfezione inoltre la sotto trama romantica fra Bruce Wayne e la Wong ad un certo punto monopolizza il plot non riuscendo però ad imprimere la giusta spinta né in termini meramente drammatici né narrativi, basti ripensare al canovaccio utilizzato che ricalca quello di un classico degli anni '70 ovvero Strane Apparizioni. Al netto di questo, Batman - L'impostore rimane una delle storie più fresche ed interessanti, soprattutto per lettori neofiti, attualmente disponibili sugli scaffali. Non è una banalità e non è neanche un traguardo facile da raggiungere vista la mole di materiale batmaniano, vecchio e nuovo, che mensilmente raggiunge librerie e fumetterie.

A corroborare questa ultima affermazione c'è il lavoro di Andrea Sorrentino e Jordie Bellarie, una prova incredibilmente efficace nel cercare da un lato di intercettare quella che sarebbe stata l'estetica della pellicola (il costume di questo Batman è davvero simile a quello del film giusto per fare l'esempio più banale) e dall'altra di mantenere una identità iconografica ben precisa che si discostasse dalle ultime interpretazioni del Cavaliere Oscuro più improntate su dinamismo e muscolarità.

Sorrentino quindi dal punto di vista stilistico ritorna ad utilizzare neri profondi per un gioco chiaroscurale che richiama David Mazzuchelli e Lee Bermejo. Il tutto è sotteso ad esaltare l'ambientazione urbana di una Gotham ma così realistica dove Batman effettivamente non è mai protagonista delle tavole ma una presenza fugace e brutale, una sorta di “uomo nero” che si scorge con la coda dell’occhio che fa da contraltare ad un Bruce Wayne schivo e marmoreo nelle espressioni. Il disegnatore campano, così come aveva fatto in Freccia Verde, torna a scavare figure ed espressioni in questi neri mentre Jordie Bellaire, con pennellate ora piene ed uniformi ora più veloci e pittoriche, gioca sia con luci algide e crepuscolari ma anche con contrasti cromatici fra colori secondari come i viola e gli arancioni che vengono giustapposti in maniera molto umorale e dove blu e rosso vengono usati per spezzare il gioco di giustapposizioni.

Interessante è l'approccio di Sorrentino all'impostazione della tavola. Il disegnatore campano infatti rimaneggia a proprio modo il concetto di widescreen sia giocando con una orizzontalità di chiara derivazione cinematografica ma soprattutto soluzioni retorico-produttive dal fortissimo impatto fra riquadri a vivo, dettagli in evidenza ed elementi sbordati che fungono perno per la composizione stessa. Tutto è comunque indirizzato per una lettura, e una esperienza, completamente immersiva.

Il volume

Panini DC Italia confeziona un volume cartonato soft touch nel classico formato 17x26 cm, scelta inusuale per le produzioni dell'etichetta Black Label che solitamente beneficiano di un formato più quadrato e stile tabloid, utilizzando invece il formato classico si predilige sicuramente la maneggevole anche per eventuali lettori neofiti. . La cura carto-tecnica è impeccabile: la carta scelta è patinata ma non eccessivamente lucida, scelta che esalta il lavoro grafico di Andrea Sorrentino, la rilegatura a filo è solida e la rifilatura delle pagine permette una lettura agevole.

Dal punto di vista editoriale e redazionale la traduzione e l'adattamento sono molto scorrevoli, ad inizio volume è presente una breve introduzione della editor italiana del volume. Unica pecca di questa riedizione in volume della miniserie è la pressoché totale assenza di extra di qualsiasi tipo fatta eccezione per le immancabili copertine variant. Piccola nota a margine: nella sinossi ufficiale e in quarta di copertina viene indicato che Batman opera da circa un anno tuttavia nel primo capitolo si dice chiaramente che "Batman è spuntato fuori dal nulla tre anni fa".