Continuano gli attacchi hacker russi, colpita la Polizia di Stato

Killnet continua ad attaccare obiettivi italiani, dopo il Senato e la Difesa, tocca al sito web della Polizia di Stato.

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a cura di Marco Doria

Il gruppo di hacker russi noto come Killnet, già responsabile di un attacco ai siti del Senato della Repubblica e del Ministero della Difesa italiani, prosegue la sua campagna di attacchi rivolti a siti istituzionali italiani. Stavolta, nel mirino degli hacker di Killnet è finita la Polizia di Stato. A seguito di un aumento insolito degli accessi al sito web ufficiale, sono state attivate le contromisure che riducono il traffico da indirizzi IP sospetti, in ogni caso il tentativo di attacco DDoS ha causato alcuni disagi.

Ricordiamo che un attacco DDoS prevede un aumento estremo nel traffico di rete verso un sito web o un servizio online al fine di renderlo inaccessibile. Attacchi del genere prevedono, di solito, la richiesta di pagamento di un riscatto, alla stregua del ransomware, che le vittime devono pagare al fine di interrompere l'attacco.

Inizialmente, si è pensato a una specie di "vendetta" da parte di Killnet nei confronti dell'Italia, a seguito di alcune voci circolate nei giorni precedenti, secondo cui l'Italia avrebbe boicottato l'Eurovision. Secondo altre indiscrezioni, invece, l'attacco era rivolto proprio alla manifestazione musicale europea, tuttavia, lo stesso gruppo si è affidato alla propria chat su Telegram per chiarire che Killnet non avrebbe attacco l'Eurovision. Nella stessa chat, si legge che il gruppo dichiara guerra a 10 Paesi, inclusa l'Italia. In ambito russo, d'altronde, non è stata accolta positivamente la vittoria dell'Ucraina all'Eurovision Song Contest 2022, vista come una mossa "politica" in appoggio del Paese colpito dall'offensiva della Federazione Russa.

Dall'inizio del conflitto russo-ucraino, si registrano diversi attacchi informatici perpetrati nei confronti dell'Ucraina da parte della Russia, tanto che USA e UE hanno accusato ufficialmente la Federazione di tenere un "comportamento irresponsabile [...] nel cyberspazio".