Conclusioni

Conlusioni

Gli AndroidBook hanno le potenzialità per essere appetibili per l'utenza consumer più attenta al portafogli, tuttavia al momento l'interpretazione da parte di HP di questo tipo di device non ci è sembrata la più convincente. Benché ottimamente realizzato, bello a vedersi e diverso dal solito, lo SlateBook 14 è infatti penalizzato soprattutto da tre aspetti: fattore di forma, dimensioni e schermo.

Android è un sistema operativo nato per l'uso multimediale e in quest'ottica adottare una tastiera fisica non è indispensabile. È vero che scrivere mail così è sicuramente più comodo e che ormai anche per questo OS esistono alcune suite di programmi da ufficio, ma si tratta di scenari d'uso che restano secondari. Sarebbe quindi stato sicuramente meglio poter disporre di un dispositivo convertibile o ancor meglio ibrido, con tastiera sganciabile, da utilizzare solo quando davvero indispensabile.

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Allo stesso modo il display da 14 pollici Full HD avrebbe dovuto garantire una migliore fruizione dei contenuti multimediali e delle pagine Web, ma nell'uso quotidiano si scopre rapidamente che non è così: molte app non si avvantaggiano infatti di tale risoluzione, il browser visualizza di default le versioni mobile dei siti, costringendo costantemente a ricorrere allo zoom o a cambiare le impostazioni standard. Inoltre la home page di Android mostra sempre la barra superiore e inferiore, sottraendo spazio alla visualizzazione.

In sostanza quelli che dovevano essere dei valori aggiunti finiscono piuttosto per penalizzare Android, rendendo il portatile inutilmente ingombrante e pesante e aumentandone eccessivamente i costi: 399 euro infatti non sono pochi quando con 100 euro in meno è possibile acquistare device con Windows o anche Chrome OS, nati per sfruttare meglio il formato clamshell (a conchiglia).