Localizzazione implicita ed esplicita

Le reti Wi-Fi non funzionano sempre bene. Scopriamo problemi e risoluzioni.

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a cura di Tom's Hardware

Localizzazione implicita ed esplicita

Per capire dove si trova l'origine di un suono il nostro cervello sfrutta il tempo che passa tra quando il suono raggiunge un orecchio a quando stimola l'altro; un sistema che a volte può non funzionare al meglio, spesso a causa di variabili ambientali. Per questo è difficile determinare da dove viene un suono in una città, dove i suoni rimbalzano di continuo.

Un AP usa le antenne multiple come orecchie, sfruttando le differenze nella fase del segnale per cercare di capire dov'è il client. Questa tecnica si chiama implicit beamforming, e prevede che il segnale amplificato sia "lanciato" nella direzione derivata implicitamente dalla fase del segnale rilevato. Anche l'AP, come il nostro udito, si può però confondere a causa di segnali che rimbalzano sulle pareti della stanza, proprio come accade al nostro cervello.

Il beamforming esplicito invece prevede che il client dica esattamente quello che vuole, come se stesse facendo una complessa ordinazione al bar. Il notebook fa una richiesta su fase di trasmissione, potenza e altri fattori relativi allo stato contestuale dell'ambiente radio. I risultati sono molto più precisi ed efficaci rispetto al beamforming implicito. Il problema è che nessun produttore di notebook, tablet o smartphone offre questa possibilità, almeno non ancora.

Entrambi i metodi per la rilevazione del client devono essere presenti nel chipset Wi-Fi, e non possiamo che sperare in una prossima integrazione del metodo esplicito.