Nvidia CUDA, GPU all'inizio di una nuova era

CUDA, il nuovo linguaggio di programmazione per le GPU Nvidia, promette grandi risultati e mostra le schede video sotto una nuova luce. Cerchiamo di capire un po' di più cosa ci riserva CUDA.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Introduzione

Facciamo un viaggio indietro nel tempo, fino al 2003, quando prese il via una feroce lotta tra AMD e Intel a colpi di processori sempre più potenti. In pochi anni, le velocità di clock aumentarono vertiginosamente, specialmente quando Intel presentò i processori Pentium 4.

La corsa delle frequenze, però, raggiunse presto i suoi limiti. Dopo aver cavalcato l'onda delle velocità (tra il 2001 e il 2003 i Pentium 4 passarono da 1.5 GHz a 3.0 GHz), ora stiamo assistendo a incrementi minimi (tra il 2003 e il 2005 la velocità massima è passata da 3 a 3.8 GHz).

Anche le architetture ottimizzate per elevate velocità di clock, come la Prescott, si trovarono velocemente in difficoltà, questa volta per ragioni al di là del mercato. I produttori di chip, infatti, dovevano fare i conti con leggi fisiche che, si sa, sono dure da superare. Alcuni osservatori avevano anche profetizzato la fine della legge di Moore, ma erano ben lontani dalla realtà, per via di interpretazioni sbagliate della legge, che si basa sulla quantità di transistor presenti in una data superficie di silicio. La confusione è dovuta al fatto che, per molto tempo, più transistor significava più prestazioni. Successivamente, però, la situazione divenne più complessa. I progettisti di CPU dovevano affrontare la legge detta "diminishing returns" (principio in cui, dopo un certo punto, aumentare solo il fattore di produzione, lasciando inalterate le altre caratteristiche, non avrebbe portato a miglioramenti dei risultati); l'effetto concreto era che ci sarebbero voluti troppi transistor per mantenere la proporzione dell'aumento delle prestazioni, e la produzione era semplicemente impossibile.

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