Soc Apple, la genesi

Quando si parla di settore mobile si finisce per discutere, inevitabilmente, di system on chip ARM. Diamo uno sguardo ai principali processori di Qualcomm, Apple, Nvidia e Samsung.

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a cura di Tom's Hardware

Nel corso degli ultimi anni Apple ha dimostrato un desiderio crescente nella creazione di hardware personalizzato, in particolare architetture modificate differenti per funzionalità e non solo.

Apple A-Series

Fino all'iPad e all'iPhone 4 Apple usava i SoC di altre aziende. Poi ha iniziato ad aggiungere sempre più personalizzazioni. La CPU e la GPU erano ancora immutate rispetto al progetto di riferimento di ARM (Cortex-A8 a 800 MHz e PowerVR SGX535). Apple, tuttavia, lavorò per migliorare l'autonomia.

Nel 2011 Apple passò al SoC A5 per i suoi iPad e iPhone. Anch'esso progettato da Apple, l'A5 aveva una CPU dual-core Cortex-A9 a 1 GHz e un chip grafico PowerVR SGX543MP2 che erano molto più veloci dei loro predecessori e potevano gestire risoluzioni decisamente più elevate.

L'iPad di terza generazione, presentato nel 2012, aveva un chip Apple A5X. Era per gran parte identico all'A5 ma aveva il doppio dei core all'interno della GPU. Perciò, nei giochi esigenti dal punto di vista grafico, era fino a due volte più veloce. La nuova GPU Apple non era in grado di gestire correttamente il display Retina dell'iPad. Anche se era due volte più veloce, il nuovo iPad aveva quattro volte più pixel, richiedendo maggiori prestazioni per pareggiare il suo predecessore. Quindi, nel corso dello stesso anno, Apple svelò l'iPad 4 e il SoC A6X. Quest'ultimo non quadruplicava solamente il potenziale grafico dell'A5, ma includeva anche un processore dual-core "Swift" a 1.3 GHz. In tantissimi casi era più veloce della concorrenza, una novità per Apple. Fino ad allora l'azienda tendeva a essere conservativa sul fronte del processore, preferendo una maggiore autonomia.

Apple A7

L'A7 ha preso tutti alla sprovvista, specialmente i produttori di SoC concorrenti. Nessuno si aspettava il debutto di una CPU basata sul set di istruzioni ARMv8 (64 bit) almeno per un altro anno, ma Apple ha dato la cosiddetta zampata.

Solo oggi Qualcomm, leader del comparto, sta iniziando a piazzare i chip ARMv8 nei primi prodotti. Nvidia dovrebbe arrivare entro fine anno con la sua CPU Denver e Samsung non è chiaro quando introdurrà un nuovo Exynos basato sul progetto Cortex-A57.

Nessuno sa davvero come Apple sia riuscita a ideare e distribuire un chip ARMv8 così rapidamente. Però l'ha fatto e questo le ha permesso di far passare il proprio ecosistema – app in primis – ai 64 bit con maggiore tranquillità.

A differenza di Swift, che è simile al Krait di Qualcomm, l'architettura Cyclone è molto diverse ed è in grado di gestire fino a sei istruzioni alla volta (rispetto alle tre di Krait e Swift). Nel mondo reale, o almeno nei benchmark, le migliorie si traducono in prestazioni all'incirca il 50% più elevate rispetto a Swift, fermo restando la stessa frequenza di 1.3 GHz.

Con il Cyclone a 64 bit, Apple ha mostrato a tutti i produttori di chip, inclusa Intel, che ha tutte le carte in regola per realizzare processori potenti.