Conclusioni

Comparativa - Recensione di 3 SSD basati su collegamento PCI Express.

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

I risultati dei test ci hanno dato impressioni contrastanti su questi incredibili supporti per l'archiviazione. La prima conclusione è che nessuno si può considerare il drive SSD PCIe perfetto per appassionati o professionisti alla ricerca di un drive per una workstation o un sottosistema di archiviazione, nonostante alcuni risultati semplicemente spettacolari.

I sistemisti alla ricerca di unità SSD dalle alte prestazioni dovrebbero cominciare le proprie valutazioni dall'ioDrive di Fusion-io; le prestazioni di questo drive sono altissime e costanti in tutti i test, e quindi non possiamo far altro che assegnargli la vittoria. L'ioDrive non ha solo un throughput sequenziale eccellente, nelle operazioni random 4 KB e nei testi I/O, ma le sue prestazioni si mantengono molto bene anche dopo usi molto intensi. E per di più non cambia quasi nulla che usiate dai comprimibili oppure no. I nostri complimenti a Fusion-io, che ha creato un prodotto ancora di primo livello nonostante l'età.

I drive Fusion-io tuttavia sono i più costosi del gruppo, e inoltre la scelta di rinunciare all'interfaccia SATA li rende non avviabili. Quindi bisogna aggiungere il costo – probabilmente trascurabile - di un drive per il sistema operativo. In ogni caso sono fuori gioco sia per un desktop di alto livello sia per una workstation.

LSI e OCZ invece restano in gara per quest'ultimo tipo di utilizzo. Il drive di OCZ risulta più indicato per le operazioni sequenziali, mentre LSI vince con il test I/O. L'OCZ Ibis ha però una debolezza inaccettabile per un drive da 700 dollari (per l'unità da 240 GB): non se la cava abbastanza bene con le operazioni di scrittura e lettura contemporanee, come ha dimostrato il test di copia eseguito con AS SSD; inoltre i controller SandForce SF-1222 contano sulla compressione per dare il meglio di sé. Se i dati non si possono comprimere quindi le prestazioni calano sensibilmente, un aspetto da tenere in debita considerazione. Infine ma non ultimo, questo drive fatica in alcuni dei test I/O.

Resta LSI, con il suo WarpDrive SLP-300, che ha dato una grande prova di sé. A seconda del test preso in considerazione questo drive se la vede alla pari con l'ioDrive oppure lo segue da vicino. A volte i controller SandForce SF-1500 – di classe enterprise – mostrano il fianco, ma l'handicap dovuto ai dati non comprimibili è molto meno rilevante che con l'Ibis. Con le prestazioni I/O LSI mette in mostra tutte le qualità del proprio controller LSISAS2008, che gli permette di dominare nei test database, file server, web server e workstation. Però costa più di 7000 dollari, una cifra che possiamo definire dolorosa, e che lo rende una scelta valida esclusivamente per un server importante, non certo per uno dei nostri desktop. In contesti dove conta il valore IOPS il WarpDrive è semplicemente fenomenale.

Considerando l'ultima affermazione, torniamo a prendere in considerazione l'OCZ Ibis. Vale la pena di spendere una cifra 10 volte maggiore per il drive LSI, e scrollarsi di dosso le debolezze di OCZ? Stiamo parlando dei migliori drive SSD in commercio, ed è giusto pretendere che investimento così sostanziosi abbiano un ritorno.

Forse dovremmo vedere la scelta di OCZ come quella più furba, nonostante i difetti rilevati. L'azienda ha individuato un mercato di nicchia, e vi si rivolge con un prodotto innovativo e dal prezzo relativamente basso, ma ancora molto alto per la maggior parte degli utenti desktop. Guardando alle altre due soluzioni PCIe tuttavia l'OCZ Ibis sembra  la scelta più ragionevole.

Qualcuno di voi tuttavia sarà consapevole del fatto che i RevoDrive di terza generazione sono stati presentati a giugno e tra poco saranno sul mercato, con tutto il potenziale per cambiare le nostre conclusioni!