Schermo cliccabile: l'idea c'è...

Lo Storm migliora, ma non è ancora perfetto.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Schermo cliccabile: l'idea c'è...

Lo Storm 2 assomiglia in modo impressionante allo Storm. È un dispositivo BlackBerry, e lo si nota a colpo d'occhio. Aspetto sobrio, piuttosto maschile, miscela interessante di un nero brillante e opaco (sul retro), lo stile dello Storm 2 non esagera in fantasia, ma almeno si ha la certezza che possa piacere a tutti.

La rifinitura del terminale ispira fiducia, anche se il retro in metallo spazzolato si graffia facilmente.

Lo Storm 2 è maneggevole durante le telefonate o la scrittura di un messaggio, ma il suo peso sopra la media (160gr) stona un po', così come spessore rilevante. I tasti distanziati (Invia, Fine, Menu, Esc) e in rilievo della prima versione hanno lasciato il posto a tasti più difficili da manipolare. Non basta solo toccarli, ma bisogna anche premerli, un esercizio poco logico al quale bisogna abituarsi, poiché capiterà spesso di pigiare due volte lo stesso tasto pensando che una semplice pressione non basti.

All'inizio alcuni potranno essere sorpresi dallo schermo da 3,25", abbastanza luminoso, con un buon contrasto e risoluzione di 360x480 pixel. Questo nuovo modello corregge il notevole dislivello (vero e proprio "raccogli briciole") che faceva da contorno allo schermo dello Storm.

Lo schermo dello Storm è originale e diverso rispetto a quello della concorrenza. Come mai?

L'utente seleziona l'applicazione che desidera avviare, poi l'icona diventa blu, ed è necessario premere (cliccare) sullo schermo, che si avvalla leggermente ed emette una leggera vibrazione (risposta aptica) per segnalare che il comando è stato ricevuto. Questo nuovo aspetto del touchscreen ci aveva sorpreso durante il test dello Storm, ma poi avevamo messo da parte la novità come una poco più che una curiosità.

Il clic richiede una pressione minore (meglio così) rispetto al primo modello, ma non possiamo dire di essere entusiasti di questa seconda generazione. Questa originalità si paga: sono necessari due tocchi, rispetto al semplice sfioramento dei touchscreen della concorrenza.