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Alla (ri)scoperta di… Psychonauts!

Vi ricordate di Psychonauts? Dopo sedici anni sta per arrivare il tanto atteso sequel, intanto ripercorriamo insieme la storia del debutto di Double Fine!

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Avatar di Michele Pintaudi

a cura di Michele Pintaudi

Editor

Pubblicato il 14/07/2021 alle 10:00 - Aggiornato il 09/08/2022 alle 12:11

Ci sono titoli che si avvicinano al lasciare un segno nella storia dei videogiochi ma poi, per un motivo o per l’altro, finiscono col farlo soltanto a metà. Dopo avervi raccontato la storia di The Last Guardian cambiamo oggi completamente genere: dalle sfumature intrise d’arte firmate Fumito Ueda passiamo alla stravaganza di Tim Schafer con Psychonauts, platform davvero singolare che ha da poco compiuto ben sedici anni.

L’arrivo del secondo capitolo, dopo un’attesa che sembrava interminabile, è l’occasione per rievocare un’ulteriore volta la storia di uno dei giochi più particolari dello scorso decennio. Iniziamo con un bel salto indietro, tornando dritti fino all’estate 2000…

Psychonauts, dalle ceneri di LucasArts…

Partito come semplice assistente alla produzione, Tim Schafer era diventato una vera e propria icona di LucasArts. Con l’avvicinarsi del nuovo millennio le cose però, purtroppo, cambiarono radicalmente: il pubblico cercava qualcosa di nuovo, e l’azienda si trovò costretta a rinnovare e rinnovarsi per non restare indietro in un’industria in continua evoluzione.

Diverse incomprensioni a livello creativo (ma non solo) fecero sì che le le parti si allontanarono, fino ad arrivare all’inevitabile divorzio: dopo una brevissima pausa Schafer decise però di ripartire, e lo fece nel luglio 2000 da un ex negozio di scarpe di San Francisco. È qui che nacque Double Fine Productions, realtà mossa dal desiderio di portare qualcosa di davvero innovativo nel mondo dei videogiochi.

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Un obiettivo davvero molto ambizioso, per il quale Schafer e soci studiarono tante possibili soluzioni: dopo aver scartato e cambiato in corsa idee e progetti di vario genere nel 2005 arriva finalmente Psychonauts, il primo vero titolo targa Double Fine. A colpire sin da subito è l’incredibile varietà offerta dall’esperienza di gioco: Psychonauts è infatti un platform con elementi di gioco di ruolo paragonabile a… Praticamente nulla che fosse mai uscito prima!

Il protagonista è Raz: un ragazzo con poteri psichici che gli consentono di entrare nella mente di altre persone, spedito dai genitori in una sorta di “campo scuola” insieme ad altri ragazzi con le stesse particolarità. Qui imparerà a controllare ciò che lo rende così speciale e a fare la conoscenza di tanti, tantissimi personaggi davvero singolari. Bastano pochissimi minuti di gioco per notare subito l’inconfondibile firma di Schafer: quel misto di ironia a tratti sprezzante capace, al contempo, di narrare e affrontare in maniera anche profonda tematiche non sempre leggere. Ed è forse questo il primo “problema” di Psychonauts, sul quale torneremo più avanti.

A livello di gameplay si tratta come detto di un’esperienza molto varia, con una struttura tipica dei platform che tanto andavano di moda in quegli anni. Il gioco offre una mappa non molto ampia ma comunque ben caratterizzata tutta da esplorare, con missioni principali e secondarie e tante altre chicche tutte da scoprire. Con l’avanzare dell’avventura, Raz andrà inoltre ad apprendere nuovi poteri e abilità di vario genere: dalla telecinesi alla levitazione, passando per la chiaroveggenza e addirittura l’invisibilità.

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Il tutto impreziosito da un’atmosfera anche qui molto particolare, con tinte umoristiche affiancate da momenti più dark, e condita dall’accompagnamento musicale di Peter McConnell: storico compositore di LucasArts già noto al pubblico per colonne sonore del calibro di Grim Fandango, Monkey Island e Day of the Tentacle. Gli ingredienti per un capolavoro c’erano (quasi) tutti insomma… Cos’è andato storto?

Psychonauts 2: cosa ci aspetta?

I quasi cinque anni di sviluppo hanno portato Psychonauts a essere un prodotto davvero molto ricco, forse anche troppo. La mente di Schafer, lo sappiamo, è una delle più eclettiche dell’industria del videogioco: un fattore che ha reso la prima opera di Double Fine qualcosa di più complesso di ciò che sarebbe dovuto essere. Il risultato finale è infatti un mix di generi che non tutti potrebbero digerire, con dinamiche spesso complesse da comprendere e perciò non accessibile a un pubblico particolarmente ampio. Allo stesso tempo ci troviamo di fronte a un gameplay molto articolato, che in alcuni frammenti appare non rifinito e un po’ legnoso anche per i tempi.

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Le vendite furono discretamente basse, con poco più di 100.000 copie vendute nell’anno di uscita. La critica accolse Psychonauts con un responso perlopiù misto: se da una parte si elogiava il coraggio di sperimentare, dall’altra veniva messa in evidenza una sostanziale mancanza di target del videogioco. Se in alcuni momenti l’opera appare come un platform con tinte comico-infantili, in altri vengono invece enfatizzati aspetti oscuri e profondi della psiche umana: Psychonauts non era un titolo per bambini, ed era troppo anche per molti giocatori più navigati.

Le scarse vendite sono inoltre da imputare a una strategia di marketing totalmente sbagliata: atteso anche come “il ritorno di Tim Schafer dopo Grim Fandango” Psychonauts veniva spesso presentato come un normale gioco a piattaforme, e non come il surreale e introspettivo viaggio nella psiche umana che in realtà è. Se a questo aggiungiamo che il 2005 fu un anno di grandissimi titoli come The Sims 2, Age of Empires III, Battlefield 2 e tanti altri troviamo un altro punto dolente: l’enorme concorrenza, con cui un prodotto di questo tipo non poteva assolutamente confrontarsi.

A dieci anni dall’uscita viene finalmente annunciato, dopo anni e anni di voci di corridoio, il sequel del gioco: a seguito di diversi rinvii Psychonauts 2 vedrà finalmente la luce il 25 agosto 2021, cosa dobbiamo aspettarci? Di certo un prodotto molto più maturo: Double Fine è infatti un team che, da allora, è cresciuto molto sotto diversi punti di vista. Lo stesso Schafer ha cambiato, senza stravolgerlo, il proprio approccio alla scrittura e un capolavoro come Broken Age ne è la dimostrazione.

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Manca ormai sempre meno, e noi di GameDivision non vediamo l’ora di vestire ancora una volta i panni di Raz. La parola passa ora a voi: quali sono i vostri ricordi legati a Psychonauts? E cosa vi aspettate dall’imminente secondo capitolo?

Avete già prenotato Psychonauts 2? Non fatevelo scappare, il 25 agosto è sempre più vicino!
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