Giocabilità allo sbaraglio

Serie dimenticata dall'inizio del secolo, con un quarto episodio non molto entusiasmante, Alone in The Dark firma il suo ritorno grazie a una lunga collaborazione tra gli studi francesi di Eden Games e Atari. Edward Carnby firma così il suo atteso ritorno, ma il risultato finale non è dei più brillanti.

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a cura di Tom's Hardware

Giocabilità allo sbaraglio

Nel tentativo di recuperare un genere fin troppo sfruttato, Eden dà l'impressione di offrire un prodotto "vecchia maniera", in totale disaccordo con i progressi realizzati dal genere in questi ultimi anni. Terribilmente antiquato nella gestione della telecamera e degli spostamenti in terza persona, Alone in the Dark pecca anche nella visuale in soggettiva, sfavorita da una rigidità che trova dei simili solo nei primi titoli degli anni '90. Purtroppo per Carnby, anche la semplice gestione di una magnum (dal suono deludente) è dura da dirigere, seppur favorita dall’auto mira.

Edward ha movimenti piuttosto squilibrati, ma è incredibilmente veloce quando si tratta di effettuare dei salti, che completa con uno slancio verticale da NBA e balzi in lunghezza targati Lara Croft 1997, dando sempre l'impressione di essere appoggiato su molle demoniache. Per quale motivo, poi, è ancora tutto da capire, visto che nel gioco i salti utili saranno cinque o sei. Per concludere il capitolo "giocabilità mediocre", ricordiamo le disastrose sequenze su quattro ruote, più numerose di quanto si potesse immaginare. A confronto di Alone in the Dark, con corse in auto una più penosa dell'altra, GTA sembra il simulatore di guida perfetto, senza contare alcuni passaggi obbligatori o cronometrati, che non lasciano alcun margine d'errore. Una scelta infelice, soprattutto quando si ha l'impressione di correre sul ghiaccio, ed un marciapiede di due centimetri si rivela un ostacolo insormontabile.