Blizzard denunciata, fa soldi con la paura dei videogiocatori

Alcuni utenti hanno accusato Blizzard di non aver protetto adeguatamente i dati personali dei giocatori e di aver pensato soltanto ad arricchirsi tramite le vendite degli Authenticator. L'azienda ha risposto a tono, dicendo che la class action è basata su informazioni completamente false.

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a cura di Roberto Caccia

Blizzard in questi giorni sta fronteggiando una class action, portata avanti da diversi giocatori che accusano l'azienda di essersi arricchita alle spalle degli utenti senza proteggere accuratamente le informazioni personali.

Class Action in vista per Blizzard, nel mirino i sistemi di protezione dei dati personali degli utenti

Il riferimento è ai ripetuti furti di account e in particolare all'hacking di Battle.net avvenuto ad agosto, un incidente che ha causato la violazione dei server, con conseguente sottrazione dei dati privati degli utenti.

La class action accusa Blizzard di essersi concentrata maggiormente sulla vendita di Authenticator, una soluzione che avrebbe dovuto garantire la protezione dei dati sensibili dei giocatori. Ricordiamo infatti che gli Authenticator sono in vendita al prezzo di 6,50 dollari sul sito web ufficiale di Blizzard e secondo l'azienda sono il modo migliore per raggiungere un livello di sicurezza adeguato.

La software house ha commentato aspramente la notizia della class action e ha dichiarato che questa querelle legale è senza valore e basata su informazioni palesemente false.

"Ci difenderemo vigorosamente attraverso i canali legali appropriati, insistiamo sul fatto che prendiamo la sicurezza dei dati dei nostri utenti molto seriamente e siamo impegnati a fondo per difendere la nostra infrastruttura di rete", si legge nel comunicato emesso da Blizzard.

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"Le parti in causa sostengono che non abbiamo notificato correttamente i giocatori in occasione dell'attacco di agosto 2012, ma non è vero. Non solo Blizzard ha reagito tempestivamente per fornire informazioni al pubblico sull'accaduto, ma abbiamo spiegato le azioni che avremmo intrapreso e abbiamo informato i giocatori sul modo in cui l'incidente li avrebbe coinvolti, incluso il fatto che nessun nome, numero di carta di credito o altre informazioni finanziarie sensibili siano state trafugate", continua l'azienda.

"La causa specifica inoltre che il Battle.Net Authenticator sia richiesto per mantenere un livello di sicurezza minimo sulle informazioni degli account degli utenti archiviati nei nostri sistemi di rete. Quest'affermazione è completamente falsa e basata su un fraintendimento dello scopo dell'Authenticator. Questo strumento è opzionale e serve per proteggere ulteriormente gli account Battle.net degli utenti, nel caso in cui le credenziali di login siano compromesse al di fuori dell'infrastruttura di rete di Blizzard", spiega la software house.

"Considerando che gli utenti sono definitivamente responsabili della sicurezza dei loro computer e che il passaggio extra richiesto dall'Authenticator è un inconveniente aggiuntivo durante il processo di log in lasciamo ai giocatori la decisione di scegliere se aggiungere questo strumento al loro account. Tuttavia consigliamo sempre e fortemente di usarlo e cerchiamo di rendere tutto il più semplice possibile".

L'Authenticator della discordia - Clicca per ingrandire

Ora la "partita" continuerà nei tribunali, dove l'azienda proseguirà con la sua linea di difesa. Secondo voi chi ha ragione?