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E3 2019: Il bello di essere Indie-pendenti

E3 2019 significa anche molto spazio alle produzioni indipendenti. Vediamo quali sono stati gli indie più rappresentativi della kermesse di Los Angeles.

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a cura di Alessandro Palladino

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Pubblicato il 20/06/2019 alle 10:30

L’E3 2019 si è riconfermato come il più importante appuntamento per il mondo videoludico e, nonostante qualche incertezza degli ultimi anni, rimane stabilmente al centro dell’attenzione di tutti, che siano giocatori o addetti al settore. La presenza dei grandi nomi e dei giganti dell’industria sono uno dei motivi per cui veniamo attratti dalle conferenze, magari dalla nostra stanza o direttamente in loco se si è abbastanza fortunati. Allo stesso tempo è altrettanto vero che l’E3 rappresenti anche un’occasione d’oro per tutti i titoli e gli studi indipendenti, i quali trovano sempre più spazio nella kermesse, nelle line-up dei publisher più in vista e perfino in conferenze quasi interamente dedicate a essi, come quella di Devolver Digital o il nuovo formato del PC Gaming Show.

La carica creativa di questi piccoli lavori, fatta di persone super appassionate dalle idee brillanti, è un elemento che vale la pena proteggere e coltivare, lasciando che la freschezza di tali produzioni sia un faro con cui propagare innovazione, coraggio e amore per ciò che nella sua forma più pura è il videogioco.

Perciò, invece di catalogare le opere in una classifica empirica, di seguito vi parleremo liberamente di ciò che più ci ha colpito di alcuni titoli indipendenti presentati durante l'E3 2019 o provabili nello showfloor, dando spazio alla sostanza creativa e al messaggio che ognuno di essi cerca di veicolare con la propria autorialità. Solo in questo modo si può davvero comprendere e percepire l’assoluto arcobaleno di ispirazioni e riflessioni che questi lavori porteranno nelle nostre librerie digitali da qui in avanti, regalandoci nuove prospettive da cui guardare la nostra passione.

Spiritfarer

Il titolo di Thunder Lotus Games è spuntato durante la conferenza Microsoft, direttamente dopo la sorpresa di Cyberpunk 2077 targata Kaenu Reeves. Eppure, nonostante la ormai selvaggia carica del pubblico dell'E3 2019 per CD Projekt Red, il gioco ci ha subito rapito con la sua atmosfera accogliente, calda e rilassata. Al suo centro vi è Stella, una traghettatrice dei defunti che con la sua nave-villaggio dovrà portare gli spiriti verso la loro destinazione finale nell’aldilà. Fin dalla sua premessa, Spiritfarer è un gioco basato sulla morte e sul come sia difficile dover dare l’ultimo saluto ai nostri legami, lasciando il compito di attutire l’impatto al candore dell’ambientazione e dello stile artistico con cui si presenta.

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Attraverso la gestione della propria barca ed esplorando il mondo, approfondiremo l’amicizia con gli spiriti in un clima che gli sviluppatori definiscono “positivo”, elemento essenziale per realizzare la loro visione di comunicare un modo con cui affrontare una delle sofferenze più dure della vita umana, lasciando che l’immaginazione sia uno spazio sicuro in cui elaborare i propri pensieri e sentimenti.

Leggi anche E3 2019: svelati i giochi meno apprezzati dal pubblico di YouTube

Spiritfarer è uno di quei giochi indipendenti che scaldano il cuore e colpiscono nel vivo con la semplicità di un clima familiare, coadiuvato da disegni che richiamano i canoni delle fiabe. L’intento nobile è solo la ciliegina sulla torta di una serie di scelte di design ben precise e ispirate, elementi di un quadro che appare più che promettente. Insomma, una formula potenzialmente perfetta e che non vediamo l’ora di abbracciare nel 2020.

Way to the Woods

Rimanendo nei vivaci colori della positività, insieme a Spiritfarer durante E3 2019 abbiamo visto il ritorno sullo schermo di Way to the Woods: un gioco indipendente già conosciuto al pubblico e creato interamente da Anthony Tan (eccetto per le musiche), il quale ha solamente la bellezza di 19 anni, 16 quando iniziò a lavorarci. Eppure, nonostante la giovane età, è riuscito a convincere quel colosso di Microsoft a credere nella qualità del suo progetto, facendo innamorare sviluppatori e pubblico attraverso la storia di due cervi in un colorato mondo minacciato dall’oscurità.

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Paragonato spesso ai canoni di Studio Ghibli, Way to the Woods è in realtà un qualcosa di più unico e che si presenta come un’esperienza intimamente poetica, dove il gameplay è solamente un mezzo per vivere più da vicino la melodia metafisica che le immagini tentano di comunicare. L’oscurità e la luce diventano elementi di design veri e propri, dove il lato chiaro rappresenta la chiave per far rivivere il mondo perduto nelle ombre.

L’utilizzo del bagliore del cervo sarà essenziale per poter riuscire a trovare la via nel buio ma, al tempo stesso, il giocatore dovrà far attenzione a non “donare” troppa luce all’ambiente circostante, rischiando quindi di perdere lo scintillio delle corna dell’adulto. Più che nel messaggio finale, come Spiriti Farer, Way to the Woods vede la sua importanza nel viaggio e nel riuscire ad affrontare le avversità attraverso la fermezza di spirito e la speranza. Pura forza immaginifica racchiusa in un concept tanto semplice quanto efficace e che, effettivamente, si può porre tranquillamente ai livelli evocativi dei bellisimi film di Miyazaki. Anche lui è in arrivo nel 2020.

12 Minutes e Telling Lies

Annapurna Interactive è ormai un marchio piuttosto affermato all’interno del panorama videoludico. Nata come progetto parallelo alla casa cinematografica omonima, questa divisione ha sfornato titoli dall’alto impatto come What Remains of Edith Finch, Florence e Ashen. Una produzione indipendente alquanto particolare e che ribadisce quanto il mondo del cinema possa essere interessato a quanto il mercato del videogioco possa comunicare al giocatore/spettatore.

In quest’ottica nasce l’eccellente 12 Minutes: un thriller molto particolare che si svolge interamente in un piccolo appartamento ripreso dall’alto e basato su un loop temporale che costringe un uomo a ripetere gli attimi prima dell’omicidio della moglie. Il giocatore dovrà rivivere il tempo al fine di evitare l’imminente massacro, risolvendo al tempo stesso il mistero dietro il possibile crimine e la motivazione per cui sia rimasto bloccato in questo segmento della sua vita.

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Si tratta di un racconto dal ritmo serrato e che vede la sua forza nella proposta di una narrazione stretta all’interno di uno spazio quasi claustrofobico, facendoci osservare la vita più quotidiana di una coppia sposata. Lo scopo, a detta dello sviluppatore, è quello di mettere alla prova il giocatore attraverso il coinvolgimento etico e morale, lasciando che il gioco riesca ad esprimere il più possibile la cruda realtà della vita e dei sentimenti dietro una relazione complicata.

Leggi anche Vampire The Masquerade Bloodlines 2, lo abbiamo visto a porte chiuse durante l'E3 2019

Lo stesso principio è applicato anche all’altro titolo di Annapurna Interactive presentato all’E3 2019: Telling Lies, seguito di Her Story e scritto di nuovo da Sam Barlow. Il gioco conterà ben quattro attori di grande calibro con una moltitudine di ore di girato per ognuno di essi, lasciando che quattro storie inedite si intreccino in un unico grande mistero da risolvere attraverso la visione dei tanti filmati disponibili. Anche qui, ci ritroveremo davanti a un’intimità virtuale in grado di scuoterci nel profondo, affidando a noi il compito di dover rappresentare la bussola morale della vicenda. 12 Minutes non ha ancora una data di lancio, mentre Telling Lies arriverà nel 2o19.

Carrion e Devolver Digital

Passando invece a una nota più “allegra”, la conferenza di Devolver Digital è stata il solito tripudio di magistrale teatralità e titoli dall’alto tasso di pulsione creativa. Tra il gore inaspettato e lo sberleffo delle pratiche più note dell’industria videoludica, qualche titolo ha suscitato più degli altri l’attenzione generale. Carrion è tra queste produzioni, divenuto una vera e propria stella dell’E3 2019 dopo che il protagonista è balzato fuori dalla pancia di uno dei ragazzi di Devolver durante il Devolver Direct.

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Il gioco ci mostra cosa succede quando un essere alieno si libera dal contenimento militare e inizia ad assorbire tutti gli scienziati e i militari della base in cui è stato catturato. Un “reverse-horror”, così chiamato perché il giocatore non dovrà sopravvivere al mostro bensì dovrà nutrirlo e aiutarlo nella sua caccia alle forme di vita intelligenti (più o meno). Il tutto è raccontato attraverso una sorta di side-scroller in pixel art, uno dei marchi di fabbrica della nicchia Devolver, e ha attirato il pubblico per la sua peculiare prospettiva decisamente atipica.

Più che nei messaggi profondi o nello stimolo alla riflessione (comunque presenti nel suo catalogo generale) Devolver Digital quest’anno ha puntato tutto sul divertimento e sulla bizzarria, presentando titoli come My Friend Pedro (già visto l’anno precedente) e Fall Guys: Ultimate Knockout, un universo onirico multigiocatore dove lo scopo è cercare di non cadere mentre si affrontano percorsi ad ostacoli e improbabili arene dalle mille forme. Entrambi saranno disponibili nel 2020, mentre My Friend is Pedro è arrivato sui nostri schermi il 20 giugno.

Unexplored 2: The Wayfarer’s Legacy

Seguito dell’acclamato Unexplored di Ludomotion, Unexplored 2 si è presentato all’E3 durante il PC Gaming Show, mostrandoci come l’esperienza rogue-like possa andare be oltre i suoi dogmi e reinventarsi attraverso una nuova veste grafica e artistica. Rimanendo squisitamente giocabile dall’alto, il mondo fuori dal dungeon del primo capitolo appare colorato, cangiante e ricco di meraviglie da scoprire.

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L’esplorazione, per questo tipo di giochi, negli anni sta assumendo sempre più importanza come mezzo per veicolare immaginari dalle atmosfere molto più significative di quanto possano apparire, suscitando emozioni particolari e sensazioni stratificate attraverso una forte impronta autoriale.

Naturalmente tale concetto si estende anche ai tripla A, ma l’approccio minimalistico di produzioni come quella di Unexplored 2 crea un rapporto enormemente diverso tra il gioco e il giocatore, evocando quasi un’aura di solennità invece della pulsione verso il gameplay o al finire la trama. Il gioco procedurale, edito da Blue Sugar, sarà disponibile nel 2020.

We Met in May

Lontano dagli schermi delle conferenze, sullo showfloor dell’E3 2019 si nascondevano diverse gemme che non sarebbe male tenere d’occhio. We Met in May è una di queste e, nella nostra lista, rappresenta il tipo d’esperienza che racconta in maniera creativa e originale l’intimità umana all’interno della quotidianità più comune. Si tratta di un effetto diverso rispetto a 12 Minutes, il quale condivide solamente la “cornice” realistica in cui inquadrare il prodotto. In We Met in May principalmente la coppia è in effetti reale ed è propria dei due sviluppatori dietro questa idea di voler rendere interattivo il racconto della loro vita, tra alti e bassi.

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Il viaggio del giocatore nei ricordi tra i due spazia dal profondo all’umoristico, raccontando di episodi imbarazzanti in spiagge di terre lontane o trasformando in un vero e proprio cielo stellato la rappresentazione dei loro sentimenti.

Leggi anche Effetto nostalgia all'E3 2019: abbiamo provato il SEGA Mega Drive Mini

La normalità fatta gioco, illustrata per darci un’idea delle situazioni che una coppia di novelli fidanzati si trova ad affrontare ai giorni nostri. We Met in May non è certo un gioco super impegnato o dalla retorica complessa, tuttavia queste esperienze rilassate sono più importanti di quanto si possa immaginare, soprattutto quando si vuole guardare la vita da un punto di vista più allegro e positivo. Il gioco, presentato all'E3 2019, uscirà il prossimo settembre.

RPG Time: The Legend of Wright e Cris Tales

Il gioco di ruolo, o RPG o JRPG, rimane un punto stabile del panorama indipendente e all’E3 2019 non sono di certo mancate nuove declinazioni per vivere questo genere. La più “innovativa” è sicuramente The Legend of Wright: il racconto di un eroe di carta che si dipana tra le pagine di quaderni e appunti disegnati a mano. L’idea di Desk Works è rappresentare la costruzione di un’avventura epica di stampo giapponese attraverso gli occhi di un adolescente che, addossato da compiti e lezioni, non può far altro che sfogare la sua immaginazione attraverso una matita, delle forbici e tanta, tanta fantasia.

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Il risultato non solo è molto atipico, ma presenta guizzi creativi davvero lodevoli che fanno perno sulla nostalgia e sullo stuzzicare il bambino interiore che vive dentro ogni adulto. Se poi si chiede agli utenti di disegnare i propri doodle da poter inserire nel gioco, allora la strada verso il cuore della community è ancora più breve!

Cris Tales rimane fedele al sentimento nostalgico ma ne rimane attaccato solamente per una questione di etichetta di genere. Il titolo infatti è un omaggio ai grandi classici JRPG del passato mantenendo però un occhio sul futuro e, a dirla tutta, anche sul presente. Lo fa davvero letteralmente: il giocatore si muoverà e combatterà attraverso una dimensione temporale cangiante, osservando le diverse linee di tempo e agendo su di esse attraverso le proprie scelte e decisioni. Ieri, oggi e domani si fondono in uno stile quasi acquerellato, pitturando l’epica avventura della giovane protagonista nelle tonalità più disparate.

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Cris Tale e RPG Time: The Legend of Wright sono il perfetto esempio di come il panorama indipendente riesca a rielaborare anche i canoni dei generi più sacri, dandogli nuova linfa vitale e portando una nuova formula al manuale scritto dai grandi nomi del suo scenario. Se le parole non vi hanno convinto, Cris Tales può essere provato direttamente da voi attraverso la Demo dell'E3 2019 disponibile su Steam.

Galassia di Produzioni

Naturalmente questi sono solamente alcuni degli esempi delle innovazioni che l’E3 2019 ci ha presentato. Per ogni prodotto ci sarebbe da discuterne per ore e pagine e, se sarà il caso, lo faremo quando riusciremo a recensirli sulle nostre pagine. Al momento però quello che ci preme è raccontare la pluralità di sensazioni, tecniche, idee e messaggi che il mondo videoludico più underground riesce a produrre.

Per quanto possa passare inosservato o posizionarsi lontano dai riflettori – e ormai non è neanche più questo il caso -, il panorama indipendente fiorisce semplicemente dalla volontà degli individui di comunicare qualcosa attraverso un’arte diretta e immediata, capace di coinvolgere chi la vede in maniere che gli altri mezzi non possono fare.

È questa la potenza del videogioco ed è quella che dovremmo vivere nel clima dell’E3 2019 e di tutti gli altri anni. La contentezza di vivere in un vero e proprio universo creativo che si espande a dismisura ogni giorno, che sia tra i roboanti annunci provenienti dalla bocca di attori famosi spuntati a sorpresa o tra le ombre delle pagine di Steam Greenlight.

Molti di questi titoli sono stati presentati durante la conferenza Microsoft, insieme a molte altre novità in arrivo su Xbox. Potrai trovare Xbox One su Amazon!
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